Le “sobrie” celebrazioni del 25 Aprile sono iniziate il 24 sera, a Torino, dove la polizia ha provato, senza successo, a fermare le parte popolare del corteo e a impedire che raggiungesse il palco. Ma è a Roma che il fallimento dei tentativi di sottomettere il 25 Aprile alla cappa di “unità nazionale”( lo strumentale lutto nazionale di 5 giorni per la morte di Bergoglio e l’incondizionato sostegno di governo e “autorità” ai sionisti) è stato plateale.
Decine di blindati e un esercito di celerini per difendere la lugubre celebrazione della brigata sionista romana che si è presentata in piazza imponendo la sua presenza con un “atto di forza” che ha il senso di uno sfregio alla Resistenza. Per consentire la cerimonia della brigata sionista, parte della piazza è stata chiusa e interdetta a tutti gli antifascisti. Ma la Roma antifascista e internazionalista non si è fatta ingabbiare: ha riconquistato Porta San Paolo nonostante lo schieramento poliziesco.
Centinaia di compagni e di compagne, organismi popolari, organizzazioni politiche e movimenti, con anche le sezioni dell’Anpi che si sono ribellate al collaborazionismo dei vertici nazionali e della federazione Romana, hanno riempito la piazza e hanno conquistato il corteo per raggiungere le lapidi dei partigiani romani.
Sono stati esposti striscioni e bandiere della Palestina ed è stata deposta una corona di fiori “ai caduti della Resistenza antifascista e antisionista”.
Avremo modo di fare un bilancio più approfondito dell’importante giornata di mobilitazione, ma è importante recepire subito il messaggio che arriva da Torino – e soprattutto da Roma. Il nemico è un gigante con i piedi di argilla, organizzarsi e mobilitarsi è possibile, rovesciarlo è possibile.
Viva la Resistenza! La Resistenza vive.