Ringraziamo il PCFR per aver organizzato questo incontro del Forum internazionale antifascista e per averci invitato. Per noi è un onore essere in quello che è stato il primo paese socialista della storia: l’URSS e l’Internazionale comunista di Lenin e di Stalin hanno sollevato in tutto il mondo la prima ondata della rivoluzione proletaria che ha cambiato il mondo.
A differenza dei comunisti dei paesi imperialisti, nel corso della grande guerra 1914-1918 in Russia i comunisti si avvalsero della situazione rivoluzionaria generata dalla guerra mondiale, presero il potere e lo tennero, nonostante la guerra civile scatenata dalla classi reazionarie dell’impero zarista e l’aggressione di tutte le potenze imperialiste. Il successo fu dovuto principalmente 1. alla più avanzata comprensione da parte di Lenin e del partito bolscevico delle condizioni della lotta di classe nella fase imperialista della società borghese e 2. all’avanzata comprensione delle condizioni particolari della lotta di classe nell’impero zarista. Tutti quelli che vogliono avanzare, tutti i comunisti devono partire dall’esperienza dell’URSS e della prima ondata della rivoluzione proletaria e fare tesoro dei suoi insegnamenti, valorizzando ogni aspetto positivo e individuando e superando i limiti che inevitabilmente ogni fenomeno innovativo all’inizio porta con sé.
“L’epoca imperialista – ci insegna Lenin – “è l’epoca della rivoluzione proletaria e della decadenza della società borghese”. Decadenza della società borghese significa oggi Terza guerra mondiale a pezzi, miseria crescente anche nei paesi imperialisti, devastazione ambientale, riemergere dei fascisti dalle fogne in cui li avevamo cacciati. Terza guerra mondiale e avanzamento rivoluzione proletaria sono le due correnti che, in lotta tra loro, si contendono il terreno in tutta l’umanità stante l’unificazione del mondo avvenuta nell’epoca imperialista. O promuovendo la rivoluzione proletaria poniamo fine alla guerra o approfittando dello sviluppo della guerra acceleriamo la rivoluzione proletaria. “Se non vincerà il socialismo, la pace tra gli Stati capitalisti significherà soltanto un armistizio, una tregua, la preparazione ad un nuovo massacro dei popoli” scriveva Lenin nel dicembre 1917, a due mesi dalla vittoria della rivoluzione russa: tutta la storia successiva fino a oggi lo ha confermato.
Lenin e insieme a lui Stalin ci insegnano che solo la vittoria della rivoluzione socialista nei paesi imperialisti avrebbe garantito che la vittoria in Russia sarebbe stata irreversibile. Stalin lucidamente indicò anche che, se la borghesia imperialista fosse venuta a capo dell’URSS, un’epoca di reazione nera e sfrenata sarebbe sopravvenuta nei paesi imperialisti. La prima ondata della rivoluzione proletaria (1917-1976) ha ottenuto grandi vittorie e successi, ma non è riuscita a instaurare il socialismo in nessun paese imperialista. Come comunisti italiani, operanti in un paese imperialista, diciamo: il motivo principale dell’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria è nella mancata rivoluzione nei paesi imperialisti. Questo è stato il limite principale dell’azione dei comunisti nel corso della prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria: è questo il limite che dobbiamo superare oggi.
È principalmente a causa di ciò che via via, a partire dagli anni ’50, la prima ondata rivoluzionaria ha perso slancio e i revisionisti moderni (gli esponenti dell’influenza borghese nel movimento comunista) hanno preso la direzione di gran parte dei partiti comunisti. Il movimento comunista nel suo complesso è declinato fino alla dissoluzione dell’URSS e del campo socialista e la borghesia imperialista ha ripreso in mano il dominio del mondo. Ma oggi come ieri l’aggravarsi della crisi del capitalismo rende l’instaurazione del socialismo indispensabile per la sopravvivenza oltre che per il progresso dell’umanità e suscita in tutto il mondo un’accelerazione della lotta di classe, in cui confluisce tutto quello che la prima ondata della rivoluzione proletaria ha fatto nascere: dall’eroica lotta della classe operaia del Donbass contro il fascismo, alle grandi mobilitazioni in solidarietà con la Palestina, dai BRICS e il fronte degli Stati che resistono all’imperialismo USA ai paesi dove i comunisti hanno mantenuto la direzione politica (Repubblica Popolare Cinese, Repubblica Popolare Democratica di Corea, Repubblica Socialista del Vietnam, Repubblica Popolare Democratica del Laos, Repubblica di Cuba).
Per cercare di “restare in sella”, la borghesia imperialista torna oggi a soffiare sul fuoco della mobilitazione reazionaria e della guerra: in Italia e negli altri paesi europei “o si fa l’Europa o si muore” sta diventando la bandiera della mobilitazione reazionaria delle masse popolari. Possiamo sbarrare la strada alla mobilitazione reazionaria. L’opposizione alla guerra, all’economia di guerra e alla corsa al riarmo, all’eliminazione delle conquiste di civiltà e benessere strappate quando il movimento comunista era forte, è diffusa in larga parte delle masse del nostro come degli altri paesi imperialisti e si traduce sempre più in mobilitazioni, proteste, lotte. Fare leva sull’opposizione alla guerra e ai suoi effetti per portare le masse popolari a partecipare alla rivoluzione socialista è la sintesi generale dei compiti dei comunisti.
Il Partito CARC è attivo in Italia nella lotta contro la NATO e contro la partecipazione del nostro paese alla guerra per procura della NATO contro la Federazione Russa in Ucraina. Nel VI Congresso del 2023, il nostro partito ha approvato una risoluzione chiara sulla questione della guerra in Ucraina ha combattuto ogni posizione di equidistanza e interpretazione della Federazione Russa come potenza imperialista. Nel dicembre 2024 a Bologna, insieme a decine di altre organizzazioni e associazioni, abbiamo promosso la costituzione di un Coordinamento nazionale per l’uscita dell’Italia dalla NATO. Ora stiamo lavorando a creare dei legami tra il Coordinamento e i lavoratori della logistica e delle aziende belliche, per il blocco della produzione e del trasporto di armi.
La partecipazione al Forum Internazionale Antifascista è un’importante occasione per rafforzare il nostro lavoro volto a costituire in Italia un governo sostenuto da un Fronte Popolare che si opponga alla guerra e alla complicità del nostro Paese con le giunte fasciste e filoimperialiste di tutto il mondo, per la piena sovranità dell’Italia nell’interesse delle masse popolari, della pace, del rispetto e della solidarietà tra i popoli.
L’instaurazione del socialismo in un paese imperialista come l’Italia, anche solo un deciso salto di livello della rivoluzione socialista come la costituzione di un Governo di Blocco Popolare per cui lotta il Partito dei CARC, è il contributo principale che i comunisti italiani possono dare per spezzare la spirale distruttiva in cui la borghesia imperialista trascina le masse popolari delle parti del mondo che ancora domina ed è anche il maggior aiuto alla lotta del popolo palestinese e degli altri popoli oppressi e alla rivoluzione delle masse popolari dei paesi imperialisti. Allo stesso modo in cui i comunisti russi con la rivoluzione culminata nell’insurrezione dell’Ottobre 1917 non solo indussero le potenze imperialiste a mettere rapidamente fine alla Prima guerra mondiale, ma diedero inizio alla prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria che solo per errori e limiti di noi comunisti la borghesia imperialista è riuscita a portare a esaurimento.
Il primo paese imperialista che romperà le catene della Comunità Internazionale degli affaristi, degli speculatori e dei guerrafondai USA, sionisti ed europei darà il via al nuovo incendio che libererà definitivamente il mondo dal sistema capitalista!