[Modena] Sulla Terra dei padri e il Coordinamento No NATO Emilia Romagna 

Antifascismo e lotta di classe ai tempi della Terza guerra mondiale

Come realtà comuniste aderenti al Coordinamento No Nato Emilia Romagna e Nazionale, abbiamo sostenuto e promosso nella tre giorni indetta dal 4 al 6 aprile a livello nazionale in occasione del 76° anniversario dalla fondazione della NATO iniziative pubbliche, banchetti, presidi e cortei nella nostra regione. 

Nel corso di questo lavoro ci siamo trovati di fronte al tentativo di aderire al nostro Coordinamento da parte della Terra dei padri di Modena, organizzazione il cui capo riconosciuto è Fabio de Maio. La Terra dei Padri nasce nel 2017 ed è stata capofila su Modena dell’attività di una serie di gruppi e gruppuscoli fascisti tra i quali il Fronte Veneto skinhead, Forza Nuova e Casapound. Non ci è noto che lavoro faccia attualmente de Maio, ci sono note però le sue frequentazioni con personaggi di spicco “dell’aristocrazia nera” modenese, ci è nota la sua attuale militanza in Indipendenza, che si è presentata alle ultime elezioni amministrative a Modena in alleanza con il Partito comunista di Marco Rizzo. Ci è nota, al contempo, l’attività sul territorio negli ultimi anni, dopo che, la sede de La Terra dei Padri venne data alle fiamme: l’impegno contro il green pass, la promozione di iniziative con Olga Ignatieva sulla strage di Odessa contro i crimini fascisti in Ucraina, le prese di posizione pubbliche contro il sostegno di Casapound per il battaglione Azov e il governo fascista di Zelensky, fino alla presentazione del libro di Y. Sinwar, martire partigiano della Resistenza palestinese, “Le spine e il garofano”. 

Noi siamo contro la NATO e contro l’imperialismo. Essere contro la NATO in Emilia Romagna significa essere contro il sistema di potere del PD e, allo stesso tempo, contro Casapound, Il Bastione di Parma e la “Rete dei patrioti”, per la semplice ragione che quello che questi gruppi fanno è organico al progetto guerrafondaio e reazionario della classe dominante e dei sui partiti al governo locale e nazionale. I gruppi fascisti mestano nel torbido delle contraddizioni create dalla classe dominante, come la questione del degrado, per promuovere guerra fra poveri, che è l’essenza della reazione e della guerra imperialista. Sono gruppi che, come dimostra tutta la storia passata e recente, sono a disposizione nei vari paesi per fare il lavoro sporco di infiltrazione, violenza e persecuzioni dei proletari e delle loro organizzazioni. 

È compito di noi comunisti combattere ogni forma di sdoganamento di questi gruppi, sdoganamento a cui, coscientemente o inconsciamente, compartecipa anche chi nel nostro campo predica il “superamento della contrapposizione tra destra e sinistra” senza porre la questione nei termini degli interessi di classe che sempre sono alla base di ogni posizione e azione politica.

Noi siamo per la creazione del più ampio fronte di forze contro la NATO, il sionismo, la guerra e l’economia di guerra sul nostro territorio. Siamo contrari al settarismo di principio e di bandiera del tipo “dove sono loro non andiamo noi”. La discriminante antirazzista e quella antifascista non possono essere decise “a tavolino”, si costruiscono nella pratica della lotta di classe. 

L’antifascismo classista e padronale del PD, che usa il sentimento antifascista per promuovere la guerra e il riarmo, non è affatto meno reazionario del razzismo conclamato di Forza Nuova. Al contempo, siamo al fianco degli esercenti e dei lavoratori autonomi che sui nostri territori sono vessati dagli effetti delle politiche promosse dal Partito Democratico in regione e dal Governo Meloni a livello nazionale, siamo per contendere alle organizzazioni fasciste e reazionarie, che la classe dominante usa come manovalanza, ogni influenza sulle mobilitazioni e sulle organizzazioni delle classi popolari, perché Gramsci ci ha insegnato che la classe operaia non potrà arrivare a instaurare il socialismo nel nostro paese senza estendere la sua egemonia a tutti i settori sociali dove regna il malcontento verso l’attuale stato di cose, perché le lotte contro il green pass, cui siamo stati organici negli ultimi anni, ci hanno fatto toccare con mano che dove arrivano i comunisti con la loro azione e orientamento i fascisti arretrano, mentre i fascisti proliferano dove i comunisti e le forze progressiste lasciano loro campo libero. 

Quindi, se Fabio de Maio e il suo gruppo vogliono apertamente tagliare i ponti ed entrare a pieno titolo a far parte di chi oggi lotta per l’emancipazione dei lavoratori e di tutti i popoli oppressi, noi festeggiamo questo passaggio come una vittoria, perché significa che con la nostra azione abbiamo indebolito il nemico e rafforzato le nostre file. Tuttavia, questo passaggio non può essere fatto “alla zitta”, nascondendosi dietro vari “coordinamenti”, con la politica del “garantisco io per lui” o del “l’è andé, adès a pensém ad quèl che vén”. Se De Maio ha veramente rotto con i fascisti, ed è conseguente con le posizioni antimperialiste che da tempo professa, allora comprende certamente l’importanza e la necessità di dissociarsi pubblicamente da “passeggiate” e “parate” dei gruppi fascisti in regione come altrove, di affermare che il 2 agosto 1980 ci insegna che i fascisti sono la manovalanza degli svendipatria, sono i traditori infami del popolo e della bandiera dal nostro Paese. Comprende l’importanza di collaborare apertamente con noi a stanare i fascisti ovunque essi cercano di infiltrarsi: il 4 aprile, per esempio, abbiamo visto nelle mobilitazioni del Coordinamento No NATO Veneto una bandiera di Forza nuova. 

Se De Maio e il suo gruppo sono decisi a operare in questo senso, allora, crediamo, gli errori passati non devono impedire né a noi né ad altri di trovarsi insieme fianco a fianco alla lotta contro l’imperialismo USA, UE e sionista e alle loro criminali imprese contro i popoli dei paesi oppressi e contro le classi sfruttate del nostro paese. 

Ai comunisti che oltre a dirsi comunisti vogliono esserlo, diciamo: questo è il modo per praticare l’antifascismo di classe ai tempi della Terza guerra mondiale. Questo è anche il modo più avanzato e coerente per celebrare l’80° anniversario della vittoria della Resistenza. 

Partito dei CARC Emilia Romagna 

Resistenza Popolare Emilia Romagna 

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