Si è concluso con successo il ciclo di iniziative con la Piattaforma Antimperialista Mondiale
Dal 28 marzo al 6 aprile si è svolto il ciclo di incontri organizzato dal P.CARC in Italia con i compagni del Partito della Democrazia Popolare (PDP) della Repubblica di Corea (RdC o Corea del sud), promotori a livello internazionale della Piattaforma Antimperialista Mondiale (PAM).
Gli incontri sono stati occasione per conoscere, direttamente dai compagni del PDP che vi intervengono, la situazione nella penisola di Corea e, più in generale, nell’area del Pacifico occidentale e come in essa si svolge lo scontro tra le manovre con cui i gruppi imperialisti USA allargano la Terza guerra mondiale a pezzi, la lotta delle masse popolari di tutto il mondo per emanciparsi dal giogo dell’imperialismo e la rinascita del movimento comunista internazionale.
I compagni hanno spiegato che i gruppi imperialisti USA, forza occupante che nella Corea del sud controlla direttamente l’esercito e le autorità del paese anche sul piano della politica interna, stanno tentando di provocare una guerra civile per dare avvio a una guerra per procura contro la Repubblica Popolare Democratica di Corea (RPDC) e, in definitiva, contro la Repubblica Popolare Cinese (RPC).
Questa operazione, pianificata da tempo ed entrata nel vivo con il tentativo del presidente fantoccio Yoon Suk-yeol di introdurre la legge marziale nel dicembre scorso, ha subito una prima sostanziale sconfitta grazie all’imponente mobilitazione popolare, che ha spinto prima il Parlamento a invalidare la legge marziale e poi la Corte costituzionale, il 4 aprile, a destituire Yoon.
Si apre adesso una fase in cui è prevedibile che le forze reazionarie tentino di provocare disordini “in stile Maidan” al fine di rovesciare l’esito della situazione. Rimane, tuttavia, che dopo la sconfitta in Ucraina e l’offensiva scatenata dalla Resistenza palestinese il 7 ottobre 2023, gli sviluppi nella penisola di Corea rappresentano un nuovo colpo inflitto dalle masse popolari ai piani dei guerrafondai.
I compagni coreani hanno rilanciato la mobilitazione contro il prossimo vertice della NATO previsto all’Aia dal 24 al 26 giugno 2025, in occasione del quale la PAM sta organizzando conferenze e manifestazioni nella città olandese.
Una mobilitazione simile è stata lanciata dalla Lega Internazionale dei Popoli in Lotta (ILPS) promossa dal Partito Comunista delle Filippine. Il Partito dei Carc, che sarà in delegazione a Mosca dal 21 al 25 aprile per il prossimo Forum antifascista internazionale organizzato dal Partito Comunista della Federazione Russa, chiama tutte le realtà che lottano sotto la bandiera del socialismo, dell’antifascismo e della liberazione e l’indipendenza dei popoli a mobilitarsi unite.
In Italia una manifestazione nazionale è già stata indetta dalla Rete dei Comunisti per il 21 giugno contro il piano di riarmo europeo e per l’uscita dell’Italia dalla NATO: il 24 maggio si terrà un’assemblea nazionale per organizzarla.
Le sei iniziative con i compagni coreani (Brescia, Bologna, Milano, Firenze, Roma e Napoli) sono quindi state anche occasione di parlare della situazione in Italia oggi, a 80 anni dalla Liberazione dal nazi-fascismo, e dei compiti che, come comunisti e come più ampio fronte di organizzazioni che lottano contro la partecipazione dell’Italia alle guerre USA-NATO e contro l’economia di guerra, dobbiamo affrontare per liberare il nostro paese dal protettorato USA, dalla complicità con i sionisti di Israele e dalla gabbia dell’UE.
Hanno portato il loro contributo vari ospiti, singoli e in rappresentanza di organizzazioni, fra i quali: Donne e uomini contro la guerra di Brescia, l’RSU USB dell’Aeroporto di Montichiari, l’Unione Democratica Arabo Palestinese (UDAP), Multipopolare, il movimento Boicotta, Disinvesti e Sanziona (BDS), Peacelink, il Tavolo Uniti contro la Guerra di Napoli e il giornalista e attivista Alberto Fazolo. Alcune di queste iniziative sono state anche ambito di presentazione del Coordinamento Nazionale No NATO che, proprio in quei giorni, promuoveva una mobilitazione nazionale diffusa in occasione del 76° anniversario della fondazione della NATO. A Firenze i compagni della PAM hanno partecipato al presidio organizzato dal Comitato NO Comando NATO davanti alla caserma Predieri, dove le autorità USA e nostrane vorrebbero installare il più grande comando della NATO dell’Europa del Sud.
Nella discussione sono emersi vari spunti che riportiamo in quanto utili per mettere a punto la linea con cui trasformare il corso delle cose.
■ Alla domanda su quale è stato il ruolo del PDP nelle mobilitazioni di questi mesi nella Corea del sud, i compagni hanno risposto presentando la vasta opera di propaganda che il loro partito ha fatto già dall’estate scorsa, smascherando con largo anticipo le manovre in corso grazie a un’analisi scientifica del contesto del loro paese. Il PDP lotta per dare al movimento una prospettiva politica, che è quella della formazione di un governo che raccolga un ampio fronte di forze non solo antifasciste (cioè contro i sostenitori del deposto presidente) ma anche antimperialiste (cioè contro la sottomissione del paese agli USA). Un governo che, mentre opera per la liberazione del Paese dalle forze occupanti, avvia il processo di riunificazione con la RPDC, cioè è tappa per l’instaurazione del socialismo. Tale governo può essere costituito per via diretta dalle masse popolari sudcoreane o per via indiretta, cioè a seguito di un intervento militare della RPDC sull’esempio dell’Operazione militare speciale condotta dalla Federazione Russa in Ucraina.
■ Alle domande sull’orientamento delle masse sudcoreane, se queste cioè oggi sono mosse principalmente dall’indignazione suscitata dall’azione del presidente oppure dalla volontà di riunificare il paese e dall’aspirazione al socialismo, i compagni coreani hanno risposto dicendo che la cosa importante di queste mobilitazioni è che prendono di mira il sistema politico a guida USA, le ambasciate USA, il potere USA nella penisola e pertanto sono un buon presupposto per sviluppare la mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari.
Che sia il processo rivoluzionario a fermare lo sviluppo della guerra o la guerra ad alimentare il processo rivoluzionario, aggiungiamo noi, resta che la crisi economica, politica e sociale, cioè la crisi generale del sistema capitalista, è sfociata nella Terza guerra mondiale e che tale processo è inevitabile, e resta che è compito dei comunisti, come fu nella Seconda guerra mondiale, usare ogni appiglio che la situazione offre per far avanzare la lotta per il socialismo fino a vincere: solo l’instaurazione del socialismo libererà una volta per tutte l’umanità dallo sfruttamento e dalla guerra.
Questo deve rafforzare in Italia la consapevolezza dell’analoga necessità, intanto, di dare al vasto movimento contro la NATO, la guerra e l’economia di guerra uno sbocco politico comune e di governo, senza il quale ogni obiettivo rimane nel campo della rivendicazione alla classe dominante e può, al più, ottenere soddisfazione solo in modo parziale e contingente. Ma deve anche rafforzare in ogni comunista, in ogni antimperialista e sincero democratico la consapevolezza dell’opportunità che anche il contesto internazionale offre alla lotta per la costituzione di un simile governo, che noi del Partito dei Carc chiamiamo Governo di Blocco Popolare. Un governo che fa valere la sovranità nazionale contro la chiusura e delocalizzazione delle aziende italiane e la loro vendita ai gruppi multinazionali, per mantenerle aperte e in funzione in Italia (attuazione degli articoli 41, 42 e 43 della Costituzione), per nazionalizzare le aziende come Alitalia, Stellantis, TIM, ecc.; contro laNATO(basi e installazioni militari, partecipazione a missioni di guerra, partecipazione alle sanzioni economiche contro altri paesi, impunità dei soldati USA a fronte di reati comuni per cui non sono processati, ecc.); contro la UE e le sue istituzioni (debito pubblico, patti di stabilità, pareggio di bilancio in Costituzione, assegnazione di quote di produzione in campo agricolo e industriale, ecc.); contro il Vaticano (abolizione dei Patti Lateranensi e dei privilegi della Chiesa cattolica rispetto alle altre organizzazioni e associazioni religiose) e instaura relazioni di solidarietà, di collaborazione o di scambio con qualsiasi altro paese disposto a stabilirle con noi secondo il criterio del reciproco vantaggio per le condizioni di vita delle masse popolari.
■ Un altro argomento trattato è stato il ruolo dei lavoratori nelle mobilitazioni in Corea del sud. I compagni hanno parlato del ruolo degli scioperi indetti dalle organizzazioni sindacali nelle mobilitazioni contro la legge marziale, mobilitazioni che avvengono in un paese dove la settimana lavorativa è di 56 ore e nonostante sia in vigore la “Legge sulla sicurezza nazionale” che è una legge che vieta non solo le organizzazioni comuniste, ma anche ogni rapporto a qualsiasi livello (anche personale) con gli abitanti e le istituzioni della RPDC ed è usata dai governi della Corea del sud per bollare di “collaborazione con il nemico” e quindi tentare di reprimere le più varie forme di organizzazione e resistenza a partire da quelle dei lavoratori.
Abbiamo convenuto, nel dibattito, che il ruolo dei lavoratori è decisivo, perché sono i lavoratori che hanno la forza e l’interesse per mettere fine alla guerra e al protettorato NATO anche in Italia. Questo implica per i comunisti, gli antimperialisti e i progressisti fare un lavoro specifico per promuovere la mobilitazione e l’organizzazione dei lavoratori, come hanno fatto, per esempio, il 12 aprile i Giovani Palestinesi d’Italia e l’Unione Democratica Arabo Palestinese promuovendo la manifestazione nazionale di Milano con diversi sindacati di base. La lotta contro la guerra non è una questione di opinione e schieramento di personalità della società civile, ma è soprattutto una questione di organizzazione e coordinamento nei vari territori della resistenza contro la guerra (che non può crescere senza la partecipazione dei lavoratori organizzati) e, su questa base, di costruzione di un’alternativa politica (cioè di governo, senza la cui prospettiva la mobilitazione inevitabilmente rifluisce).
■ Altra domanda è stata fatta sul perché le forze politiche liberali e socialdemocratiche della Corea del sud si sono schierate contro il presidente Yoon nonostante siano anch’esse storicamente sottomesse al volere dei gruppi imperialisti USA. I compagni sudcoreani hanno spiegato che, dopo l’arresto di Yoon, è emerso, a seguito di perquisizioni nell’abitazione dell’ex comandante dell’intelligence coinvolto nel tentato colpo di Stato, che la cricca al potere aveva fatto una schedatura di massa, non solo profilando migliaia e migliaia di attivisti politici, ma anche definendo per molti di loro le modalità di arresto, di eliminazione fisica o di deportazione in campi da organizzare a seguito dell’inizio della guerra civile e della guerra con la RPDC. Fra gli schedati comparivano anche membri dei partiti liberali e socialdemocratici eletti in Parlamento.
A partire da questo e altri esempi analoghi abbiamo sviluppato la discussione sul tipo di organizzazione che i comunisti devono darsi per essere in grado di passare dalla difesa all’attacco e volgere la situazione attuale in occasione di avanzamento della rivoluzione socialista, di operare con continuità nonostante tutti gli sforzi che la borghesia compie per ostacolarlo, isolarlo dalle masse, distruggerlo. In Italia la Carovana del (n)PCI, tirando il bilancio della prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria (1917 – 1976), ha tratto la conclusione che la rivoluzione socialista è una guerra popolare rivoluzionaria, non una ribellione che scoppia né il colpo di mano di una minoranza: la linea della clandestinità del (n)PCI e del legame tra due partiti comunisti fratelli – il (n)PCI clandestino e il P.CARC pubblico – che la Carovana del (n)PCI pratica è legata a questa concezione della rivoluzione socialista che traiamo dall’esperienza del movimento comunista. I compagni sudcoreani hanno convenuto che esiste, anche nel loro paese, la necessità di organizzarsi clandestinamente, necessità a cui in ogni paese i comunisti danno traduzione pratica in base alle peculiarità proprie della situazione e della storia locale.
Il P.CARC considera lo sviluppo delle relazioni internazionali anzitutto come strumento per far avanzare la rivoluzione socialista nel nostro paese e in secondo luogo per promuovere nel movimento comunista internazionale il dibattito franco e aperto sul bilancio della prima ondata della rivoluzione proletaria e sulla via per la rinascita del movimento comunista.
Il limite fondamentale del primo movimento comunista è stata l’incapacità di instaurare il socialismo in un paese imperialista. Il primo e principale compito dei comunisti oggi è superare questo limite, consapevoli che ogni impresa nuova inevitabilmente procede per prove ed errori, salti e arretramenti. La rivoluzione socialista non è qualcosa che avviene spontaneamente, sta a noi comunisti imparare a farla progredire.
La rinascita del movimento comunista, in particolare del movimento comunista dei paesi imperialisti, è il fattore decisivo: è il fattore che determina i tempi della trasformazione che metterà fine al disastro in cui la borghesia imperialista sprofonda l’umanità. O promuovendo la rivoluzione proletaria poniamo fine alla guerra o approfittando dello sviluppo della guerra acceleriamo la rivoluzione proletaria.
Il più alto contributo che possiamo dare all’emancipazione di tutti i popoli del mondo è liberare il nostro paese dalle catene degli imperialisti nostrani e stranieri!
Cacciare il Governo Meloni e sostituirlo con il Governo di Blocco Popolare!
Il primo paese che spezzerà le catene della comunità internazionale dei gruppi imperialisti USA, sionisti ed europei aprirà la strada a tutti gli altri!
Gruppo Relazioni Internazionali del P.CARC
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La relazione introduttiva dei compagni del del Partito della Democrazia Popolare (PDP)
Uniamoci sotto la bandiera dell’antimperialismo e lottiamo con determinazione
La “Repubblica di Corea” (RdC) sta passando da una ribellione reazionaria alla guerra civile. I rivoltosi reazionari di estrema destra – che hanno causato la sommossa del 19 gennaio con scontri sanguinosi, l’interruzione dei lavori della Corte costituzionale e il tentativo di incendiare il tribunale in seguito all’incarcerazione di Yoon Suk-yeol – si stanno attualmente preparando per la prossima sommossa che supererà di gran lunga la precedente. Stanno tramando di “distruggere la Corte costituzionale” e minacciano “scontri organizzati” su siti web di estrema destra in previsione di un eventuale impeachment di Yoon Suk-yeol decretato dalla Corte.
I collaboratori di questi rivoltosi hanno applicato una bizzarra interpretazione giuridica che ha distorto la legge e “liberato” Yoon Suk-yeol l’8 marzo. Ciò ha ulteriormente intensificato le sommosse e gli scontri. Ecco perché il “rilascio” di Yoon Suk-yeol è un campanello d’allarme per futuri disordini e un’eventuale guerra civile.
I reazionari di estrema destra stanno cercando di promuovere una guerra civile, provocando spargimenti di sangue, scontri e sparatorie per arrivare a dichiarare la legge marziale. Gli scontri portano il caos e il caos è il prerequisito per provocare l’“incidente” necessario per indire la legge marziale. Se la legge marziale viene dichiarata in un momento in cui le forze eversive ribelli controllano ancora l’esercito, la magistratura e la polizia, l’escalation fallita nel primo tentativo avrebbe questa volta successo. Dopodiché, scoppierebbe una guerra civile. Se a questo si aggiungessero scontri militari locali [con la Repubblica Popolare Democratica di Corea – RPDC], scoppierebbe una guerra nella RdC. Nel 1948 nella Repubblica di Corea abbiamo avuto prima la guerra civile, poi nel ’49 una guerra locale col nord del paese e nel ‘50 l’avvio della guerra di Corea vera e propria. La situazione attuale è pericolosa: queste tre guerre potrebbero scoppiare contemporaneamente in tre mesi o tre settimane, invece che in tre anni come accadde dal ‘48 al ‘50.
Se la Corte Costituzionale confermerà l’impeachment di Yoon, le rivolte dei reazionari di estrema destra si intensificheranno; se invece lo respingerà, il popolo della RdC scenderà in piazza con una mobilitazione ancora più grande di quella di dicembre, alla quale hanno partecipato 2 milioni di persone. D’altra parte, se Yoon Suk-yeol tornasse alla presidenza e dichiarasse una seconda volta la legge marziale, la situazione nell’intero Paese si trasformerebbe in una “pozza di sangue”, intenzione esplicitamente rivendicata da Noh Sang-won, un ex comandante dell’intelligence coinvolto nel tentato colpo di stato, insieme alla proclamazione dello stato di emergenza permanente. In altri termini, la situazione sfocerebbe nei tre tipi di guerra in un colpo solo. Sia che l’impeachment venga confermato sia che venga respinto, la situazione è estremamente critica, con un’alta probabilità di guerra nella Repubblica di Corea.
Il “D-Day” che ha dato avvio alla guerra nella RdC è stato l’ottobre 2024 quando i guerrafondai imperialisti hanno cercato di scatenare la guerra con un attacco di droni senza equipaggio su Pyongyang per estendere la guerra in Asia orientale e nel Pacifico occidentale, al fine di rendere irreversibile la Terza Guerra Mondiale. Inoltre, Yoon ha cercato di dichiarare la legge marziale utilizzando questo pretesto. Tuttavia, il tentativo è stato stroncato dalla pazienza strategica della RPDC. Dopo il fallimento dello scellerato piano di guerra contro la RPDC, Yoon ha preparato il tentativo di introdurre la legge marziale con azioni provocatorie, ma è stato fermato dalla mobilitazione di dicembre del popolo coreano. I gruppi eversivi ribelli hanno cercato di mobilitare il Servizio di sicurezza presidenziale durante l’esecuzione del mandato di arresto di Yoon, dal 31 dicembre 2024 al 15 gennaio 2025, per provocare scontri sanguinosi, ma hanno fallito di nuovo. A partire dalla “rivolta del 19 gennaio”, il Paese sta assistendo a una serie di scontri, disordini, sparatorie e all’impiego della legge marziale.
Dietro le manovre per provocare la guerra civile da parte delle forze eversive e dei gruppi ribelli ci sono i guerrafondai imperialisti. Da quando l’esercito statunitense ha occupato la RdC nel settembre 1945, l’aggressore imperialista statunitense ha pianificato e manovrato il colpo di Stato, la legge marziale e il piano dei fascisti pro-USA Rhee Syng-man, Park Chung-hee e Chun Doo-hwan. Questo è un fatto oggettivo. Nel 2017, per la prima volta al mondo, la CIA statunitense ha istituito il “Mission Center” per la sola RdC per preparare varie operazioni, e ci sono forti speculazioni sul fatto che il direttore della CIA nel 2019 abbia contattato l’allora procuratore generale Yoon Suk-yeol.
Nel febbraio 2022 è iniziata la Terza Guerra Mondiale con la guerra in Ucraina e Yoon Suk-yeol, entrato in carica a maggio, si è comportato come un vero e proprio fantoccio di guerra dell’imperialismo statunitense. Ci sono state 132 esercitazioni militari congiunte tra Stati Uniti e RdC nel periodo 2003-2022, 123 nel 2023 e più di 130 nel 2024, il che dimostra la belligeranza di Yoon a favore degli Stati Uniti e il fatto che nella penisola coreana ci sia una “guerra a bassa intensità”. Simulazioni di legge marziale nominate “Fedeltà 8000” si sono tenute per due settimane durante la massiccia esercitazione militare congiunta USA-RdC “Freedom Shield” nel marzo 2024. Dal 3 dicembre, quando è stata imposta la legge marziale d’emergenza, gli Stati Uniti hanno cambiato tre volte versione. Prima hanno detto che “gli Stati Uniti non erano a conoscenza in anticipo della decisione della Corea del Sud di imporre la legge marziale”, poi che “gli Stati Uniti lo sapevano in anticipo” e infine che “sapevano in anticipo dei preparativi e che lo scenario era preparato in anticipo”.
Il motivo per cui gli aggressori imperialisti statunitensi hanno manipolato i gruppi eversivi e ribelli dietro le quinte è quello di camuffare la provocazione della Terza Guerra Mondiale dietro lo scoppio della guerra civile. La legge marziale d’emergenza del 3 dicembre va vista nel contesto della grave situazione internazionale in corso prima e dopo l’elezione di Trump: il tentativo di assassinio di Trump dello scorso luglio, l’invasione del Kursk da parte dell’Ucraina ad agosto, il bombardamento israeliano del Libano a settembre, la diffusione da parte dell’Ucraina di notizie sul dispiegamento di truppe della RPDC in Russia in ottobre, l’autorizzazione ai missili a lungo raggio sostenuti dagli Stati Uniti per colpire la terraferma russa in novembre e il lancio dell’Oreshnik da parte della Russia in risposta e la caduta del governo anti-USA in Siria in dicembre.
I guerrafondai imperialisti, che stanno cercando di frenare l’inversione di rotta promossa da Trump rispetto allo sviluppo della Terza Guerra Mondiale – Turmp è stato eletto con la promessa di “uscire dalla NATO” e di “porre fine alla guerra in Ucraina” – stanno cercando di rendere irreversibile la tendenza alla guerra con provocazioni eclatanti. Dall’attacco auto-fabbricato dalle autorità di Kiev di droni russi a Chernobyl, al potenziale attacco di Netanyahu alle strutture nucleari iraniane, la Terza Guerra Mondiale sarà in pieno svolgimento quando inizierà la guerra nella RdC e la guerra in Asia orientale.
I guerrafondai imperialisti puntano acché l’Europa orientale, l’Asia occidentale e il Pacifico occidentale siano i tre principali campi di battaglia della Terza Guerra Mondiale. Ciò è evidente nella definizione dell’asse tra RDPC e Cina come “nuovo asse di aggressori”, insieme a Russia e Iran. Come preparazione per la guerra in Asia orientale e nel Pacifico occidentale, gli Stati Uniti hanno formato la “NATO del Nordest asiatico” con il Giappone e la RdC tramite la “Dichiarazione di Camp David” nell’agosto 2023, e l’hanno realizzata con l’esercitazione militare congiunta “Freedom Edge” nel giugno 2024. La NATO ha completato la propria “estensione al Pacifico” al vertice di Washington nel luglio 2024 e l’ha concretizzata con esercitazioni militari multinazionali congiunte in Asia orientale e nel Pacifico, tra cui “Freedom Edge”, “Rimpac” e “Ulchi Freedom Shield” tra giugno e agosto 2024.
Secondo la legge della RdC, solo il capo della ribellione è punibile con la morte, mentre gli altri ribelli sono da condannare a una pena severa. Se Yoon verrà destituito, si terranno elezioni presidenziali anticipate entro 60 giorni e se un governo riformista salirà al potere, un procuratore speciale rivelerà la verità sulla repressione fascista, la corruzione, la ribellione, le manovre eversive e il tradimento di Yoon. A quel punto le forze reazionarie di estrema saranno inevitabilmente da distruggere. Nel frattempo, la guerra civile sarebbe il detonatore della guerra nella RdC, e a sua volta questa guerra sarebbe il segnale per una guerra in Asia orientale e per la Terza Guerra Mondiale, quindi per i guerrafondai imperialisti la guerra civile in RdC e una nuova guerra di Corea non sono un’opzione ma una necessità. In breve, uno scontro civile è l’unica via d’uscita per la cricca reazionaria che è alle corde e un conflitto nella RC è la migliore strategia per i guerrafondai imperialisti che vogliono disperatamente la Terza Guerra Mondiale e la guerra in Asia orientale.
I guerrafondai imperialisti, alle prese con la loro peggiore crisi militare, politica ed economica, stanno cercando una via d’uscita attraverso un sistema di “nuova guerra fredda” da raggiungere tramite la Terza Guerra Mondiale. Mentre il sistema della guerra fredda, col fronteggiarsi del campo socialista col campo imperialista, si formò dopo la Seconda Guerra Mondiale, oggi vengono promosse contemporaneamente sia la Terza Guerra Mondiale che la creazione di una “Nuova Guerra Fredda”. I guerrafondai imperialisti stanno conducendo una guerra lontano dai loro territori ricorrendo a un conflitto ibrido non nucleare, utilizzando forze fasciste filo-statunitensi come l’Ucraina, Israele, il Giappone e la RdC nell’ambito di guerre per procura. D’altro canto, il campo antimperialista, composto principalmente da superpotenze nucleari e missilistiche come la RDPC, la Cina e la Russia, è impegnato nella guerra con gli obiettivi dell’antifascismo, della liberazione nazionale e della riunificazione, dimostrando apertamente la sua capacità di colpire la terraferma statunitense con armi nucleari. La superiorità del campo antimperialista poggia le sue basi sulla causa giusta per cui combatte, sulle sue capacità operative e sul coinvolgimento diretto (non per procura) nello scenario bellico e fa sperare nella fine della Terza Guerra Mondiale.
In essenza la Seconda Guerra Mondiale è stata una guerra mondiale antifascista. La Terza Guerra Mondiale è una guerra mondiale antimperialista. Il fascismo, come la socialdemocrazia, è il dominio sul popolo da parte di forze imperialiste. Il fascismo coloniale, impiantato dall’imperialismo, è un modo di governare i popoli e le nazioni coloniali da parte dell’imperialismo. Attualmente, i neonazisti ucraini, i sionisti israeliani, i militaristi giapponesi e le forze fasciste della RdC sono i mandatari e le “truppe d’assalto” della Terza Guerra Mondiale. Per questo motivo i popoli del mondo devono formare un ampio fronte mondiale e intensificare la lotta comune antimperialista.
La Piattaforma Antimperialista Mondiale (PAM) ha redatto la storica Dichiarazione di Parigi come suo programma, fissando tre obiettivi principali: rafforzare la lotta di massa antimperialista mondiale, condurre una battaglia ideologica contro il revisionismo e l’opportunismo e rafforzare il movimento comunista internazionale. A tal fine, a partire da Parigi nell’ottobre 2022, la PAM ha organizzato conferenze antimperialiste internazionali, dibattiti, presidi, manifestazioni e incontri con operai, contadini, giovani e donne: a Belgrado nel dicembre 2022, a Caracas nel marzo 2023, a Gwangju e Seul nel maggio 2023, ad Atene nel novembre 2023, a Washington nel luglio 2024, a Dakar nell’ottobre 2024. Inoltre, la PAM ha partecipato alla protesta contro la fondazione del quartier generale della NATO a Firenze nel settembre 2024 e alla manifestazione per la liberazione della Palestina a Roma nell’ottobre 2024, impegnandosi fermamente per lo scioglimento della NATO e il rafforzamento del fronte antimperialista. Quest’anno, la PAM sta organizzando una mobilitazione, una conferenza internazionale e un dibattito contro la NATO all’Aia, in occasione del prossimo vertice della NATO dell’Aia del 24 e 25 giugno 2025. Poiché i guerrafondai imperialisti orchestrano provocazioni sempre più frequenti, aggressive e sconsiderate su scala globale, la lotta unitaria sotto la bandiera dell’antimperialismo è oggi il compito più importante e urgente per gli antimperialisti. La PAM, con le sue due più importanti parole d’ordine “Proletari di tutti i Paesi, unitevi!” e “Il popolo, unito, non sarà mai sconfitto!”, continuerà ad avanzare con creatività e impegno per rafforzare il fronte antimperialista, finché non si realizzeranno l’indipendenza globale e una pace vera. Il giorno della vittoria non è lontano.