Il P.Carc al Forum internazionale antifascista di Mosca

Dal 21 al 25 aprile, a Mosca, si svolge il Forum Internazionale Antifascista organizzato dal Partito Comunista della Federazione Russa a cui parteciperà una delegazione del P.Carc.
La nostra partecipazione al Forum è legata a più obiettivi. In primo luogo è un’occasione per conoscere e stringere relazioni con il Partito Comunista della Federazione Russa e ampliare la conoscenza del movimento comunista internazionale. In secondo luogo è un’occasione per confrontarsi su temi importanti sia rispetto all’analisi della situazione che sulle condizioni della rinascita comunista nella fase terminale e catastrofica della seconda crisi generale del capitalismo. Ma c’è anche altro.
È la prima volta che una delegazione del P.Carc visita ufficialmente la Federazione Russa. Solo pochi anni fa, a fine 2023, avevamo avuto l’occasione di visitare la Bielorussia e di toccare con mano alcuni aspetti del lascito del passato di quel paese nell’Unione Sovietica che, pur fra mille contraddizioni, erano ben evidenti.
Oggi la Federazione Russa è un paese in guerra, attanagliata da una parte dall’aggressione della Nato e dall’altra da un sistema di potere che si è consolidato attraverso reiterati tentativi di “restaurare a ogni costo il capitalismo” dopo il crollo dell’Urss, ma che non ha potuto cancellare tutto e fino in fondo il patrimonio di conquiste dell’epoca socialista, benché già intaccato dalla direzione dei revisionisti moderni dopo la morte di Stalin.
L’Urss è stata la base rossa della rivoluzione proletaria mondiale e ha schiuso all’umanità la strada per il futuro; l’Armata Rossa ha liberato l’Europa dal nazismo e il popolo sovietico ha pagato il prezzo più alto di quella liberazione. Nonostante i mille tentativi della borghesia imperialista di riscrivere la storia, la storia non può essere cambiata e ogni tentativo di stravolgerla è più di tutto una manifestazione della debolezza della classe dominante.
Partecipiamo al Forum internazionale antifascista di Mosca, quindi, anche per rendere omaggio alla storia che non è affatto “finita”, come hanno sostenuto per decenni i ciarlatani borghesi dopo il crollo dell’Urss, ma pretende un nuovo assalto al cielo per liberare l’umanità dal giogo della borghesia imperialista.

Queste settimane, in cui cade l’80° anniversario della vittoria della Resistenza, l’Italia è in fermento. Il movimento popolare cerca la strada per fare fronte efficacemente agli effetti della crisi, all’economia di guerra, alla spirale della Terza guerra mondiale in cui le Larghe Intese stanno trascinando il paese.
Sono settimane di ampie mobilitazioni, in un clima di crescente repressione imposto dai nostalgici del Ventennio e dagli estimatori dei fucilatori di partigiani che sono al governo e ben tollerato dal Pd e dai suoi cespugli che stanno all’opposizione del governo Meloni.
Sono settimane di mobilitazioni operaie per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, di grandi manifestazioni in solidarietà al popolo palestinese, di mille iniziative di base contro il traffico di armi.
Ebbene, partecipiamo al Forum internazionale antifascista di Mosca anche per squarciare la narrazione che indica i lavoratori e le masse popolari italiane come passive e rassegnate, “resilienti” e opportuniste. Perché questa è la descrizione che inevitabilmente ne fa, tanto in Italia quanto sul piano internazionale, chi si limita a denunciare i crimini e i misfatti della classe dominante, ma non ha – non si è dato – un piano per portare i lavoratori e le masse popolari al contrattacco, in una situazione in cui la forza del nemico è ancora preponderante.
Anche il regime fascista, la dittatura aperta e terroristica della borghesia, era preponderante. Eppure la Resistenza è stata il punto più alto raggiunto dalla classe operaia italiana nella sua lotta per il potere e la sua vittoria ha aperto la strada alle conquiste di civiltà e benessere che le masse popolari italiane hanno ottenute con le lotte dei decenni successivi.
La nostra partecipazione al Forum Internazionale Antifascista di Mosca è quindi anche un modo per celebrare la vittoria della Resistenza a cui hanno contribuito 5 mila partigiani sovietici che combatterono in Italia.

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