Caro compagno,
la Direzione Nazionale a nome di tutto il Partito dei CARC ti manda un caloroso saluto e un sentito augurio che tu possa affrontare al meglio i problemi di salute.
Come giustamente afferma il Comunicato del CC del (n)PCI n. 4 del 15 febbraio, rappresenti il legame della lotta degli anni Sessanta contro la deriva revisionista del vecchio PCI con la lotta del movimento degli anni Settanta e sei stato il promotore del processo con cui la Carovana si è formata negli anni Ottanta del secolo scorso ed è arrivata a costituire il (n)PCI.
Sono tanti gli insegnamenti che ci hai dato e ci dai anche in questo periodo particolare della tua vita. Ne richiamiamo alcuni, perché sono di particolare importanza non solo per le nuove leve di membri e simpatizzanti della Carovana del (n)PCI, ma anche per molti compagni della base rossa che aspirano al socialismo e partecipano alle “costituenti comuniste” in corso. E perché possiamo dire con orgoglio che chi di noi ha lavorato a stretto gomito con te, dalla nascita del Coordinamento dei Comitati contro la Repressione nel 1980 fino alla formazione dei CARC e alla loro attività fino al 1999, li ha messi a frutto e ha fatto di essi criteri, principi, metodi di lavoro che ora sono a disposizione di tutti i membri della Carovana.
1. Essere comunisti è prima di tutto una scelta di campo (con le masse popolari contro la borghesia imperialista), ma la rivoluzione socialista per avanzare e vincere ha bisogno di comunisti per cui la lotta rivoluzionaria diventa una scelta di vita. È stata una scelta di campo quando, giovane e brillante ingegnere chimico, hai rifiutato la proposta della società per cui lavoravi: fare carriera a patto di rinunciare a progettare impianti con i dispositivi di sicurezza necessari a tutelare i lavoratori che li avrebbero usati (un “costo insostenibile per i capitalisti”, come dichiarerà apertamente nel 2010 Giulio Tremonti, Ministro dell’Economia del governo della banda Berlusconi). È stata una scelta di vita organizzare da rivoluzionario di professione la tua vita pur lavorando ancora in produzione e la gestione delle relazioni familiari e poi nel 1999 entrare in clandestinità.
2. Non demoralizzarsi di fronte alle sconfitte, alle difficoltà, ai colpi del nemico, ma “trasformare le sconfitte in vittorie” e “avere una visione lungimirante”. Quando nel 1985 sei stato arrestato insieme ad altri compagni del Coordinamento dei Comitati contro la Repressione, hai usato l’anno di prigionia nel carcere di Belluno per studiare e mettere a punto il progetto e il primo numero della rivista Rapporti Sociali, che ha svolto il grosso lavoro teorico-pratico grazie al qualeabbiamo alzato con decisione e forza la bandiera rossa della ricostruzione del partito comunista sulla base del marxismo-leninismo-maoismo (e per quanto riguarda il nostro paese anche degli insegnamenti di Gramsci) in una situazione di sbandamento, sfiducia e demoralizzazione imperante tra i comunisti del nostro paese. La copertina di Rapporti Sociali n. 5/6 del 1990, che titolava “È il crollo del revisionismo moderno, altro che crollo del comunismo”, ha segnato una svolta per la rinascita del movimento comunista in Italia e per la raccolta delle forze comuniste e antimperialiste che ha portato alla nascita dei CARC prima (1992) e del (n)PCI clandestino (1999-2004) poi. L’opera messa in moto dalla rivista Rapporti Sociali, di cui sei stato il principale ideatore e animatore, ha applicato praticamente le indicazioni di Marx che “i filosofi hanno solo interpretato il mondo in modi diversi, mentre invece si tratta di trasformarlo” (di contro alla prassi dei tanti “intellettuali comunisti” che analizzano e interpretano il corso delle cose, ma non si occupano di organizzare la lotta per l’instaurazione del socialismo e quindi non verificano nella pratica le loro analisi, linee, ecc.) e di Lenin che “senza teoria rivoluzionaria non c’è movimento rivoluzionario” (di contro alla sottovalutazione della teoria, che significa operare alla cieca, agire a naso).
3. Fare quello che la scienza comunista e il bilancio dell’esperienza passata indicano come necessario per la rinascita del movimento comunista partendo dalle forze in quel momento disponibili. Quindi, non cosa faremmo se fossimo “un grande partito comunista”, che interventi faremmo davanti alle fabbriche, alle scuole, ecc. “se fossimo in tanti”, ma partire con le forze già a disposizione e lavorare a “creare le condizioni” per avanzare dal punto di vista della teoria e della pratica. È così che abbiamo fatto quando i CARC hanno assunto il compito di ricostruire il partito comunista, è quello che stiamo facendo per costituire il Governo di Blocco Popolare. È anche il criterio con cui ogni operaio e lavoratore avanzato prepara la lotta contro il padrone per la sicurezza, per difendere il posto di lavoro, per il salario, ecc.
4. Non temere le contraddizioni, le divergenze e la lotta, neanche all’interno dell’organizzazione comunista. La prima Lotta Ideologica Attiva nei CARC, quella del 1997 contro il localismo e per l’adozione del centralismo democratico (cioè per fare i passi avanti allora necessari per avanzare nella ricostruzione del partito comunista) e di cui sei stato alla testa, ha rotto con la prassi del “quieto vivere” (paura della lotta all’interno del partito) e di “lavare i panni sporchi in famiglia” che il movimento comunista di allora ereditava da quello passato dei paesi imperialisti. Ci ha insegnato praticamente che la combinazione tra contraddizione di classe, contraddizione tra vero e falso, contraddizione tra vecchio e nuovo fa sì che anche in ogni organizzazione comunista esistono sempre una tendenza che spinge avanti (la sinistra) e una che frena (la destra) e che quando queste tendenze diventano antagoniste vanno affrontate con la lotta. È il principio della lotta tra due linee che Lenin e Stalin hanno costantemente praticato e Mao ha poi sintetizzato. Gli effetti nefasti della mancata adozione di esso nel nostro paese lo abbiamo visto nel vecchio PCI, in particolare nel periodo successivo alla vittoria della Resistenza contro il nazifascismo.
La tessera onoraria del P.CARC che ti abbiamo consegnato, quindi, non è solo manifestazione del nostro affetto e stima e della nostra vicinanza in questa fase della tua vita. È anche un ringraziamento e un riconoscimento del ruolo che hai svolto nella nascita e sviluppo della Carovana del (n)PCI: sei stato e sei un esempio di rigore scientifico, di dedizione alla causa, di dirigente comunista che mette al centro della sua vita la causa del comunismo, la lotta per lo sviluppo della scienza comunista come base dell’avanzamento della rivoluzione socialista.
Facciamo nostra l’esortazione che anche in questo frangente della tua vita e della nostra storia ci hai rivolto “a dare il massimo contributo di cui ognuno è capace per l’avanzamento del movimento comunista e della lotta per costituire il Governo di Blocco Popolare (GBP) e per fare dell’Italia un nuovo paese socialista”.
La vittoria sarà nostra e delle masse popolari! La borghesia e il clero non hanno futuro, il capitalismo non ha futuro!
Faremo dell’Italia un nuovo paese socialista e contribuiremo così alla nuova ondata della rivoluzione proletaria che avanza nel mondo!
Forza compagno!
W la Carovana del (n)PCI!
Leggi anche