Assumersi la responsabilità di portare alla vittoria la rivoluzione socialista
Lo scorso dicembre la Direzione Nazionale (DN) ha deciso il commissariamento della Segreteria Federale Campania ed è stato nominato commissario il compagno Marco Coppola, membro della DN e della stessa Segreteria Federale.
Si tratta di una misura straordinaria – che appartiene alla tradizione del movimento comunista da Lenin in poi – necessaria a rafforzare il Partito e a promuovere la mobilitazione politica, morale e intellettuale dei dirigenti e di ogni compagno. Una misura finalizzata a costruire una Segreteria Federale più adeguata ai compiti della fase.
Trattiamo il tema pubblicamente perché siamo convinti che le questioni – anche interne – che riguardano un partito o un’organizzazione comunista, al netto delle particolarità e specificità, riguardino tutti i comunisti del nostro paese. E trattare le difficoltà che i comunisti incontrano, le contraddizioni, i “fallimenti”, ma anche le scoperte, gli insegnamenti e le soluzioni che sperimentano è una specifica materia della rinascita del movimento comunista nel nostro paese.
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L’intervento della Direzione Nazionale del Partito per la costruzione e la formazione del gruppo dirigente in Campania ha origini lontane ed è proseguito nel corso degli anni. Questo perché, da una parte, il movimento comunista in Campania (ma il discorso si può allargare a tutto il Meridione) si sviluppa in particolari e specifiche condizioni e deve superare particolari e specifiche contraddizioni e, dall’altra, è più volte emersa, nel corso del tempo, la necessità di un salto a fronte di condizioni estremamente favorevoli per lo sviluppo della lotta di classe.
Nel corso del tempo il Partito ha ottenuto importanti risultati. Il principale è stato la maggiore integrazione della Segreteria Federale nel sistema di direzione del P.Carc: oggi abbiamo compagni campani che, oltre a essere membri della Direzione Nazionale, ricoprono ruoli in settori di lavoro nazionali.
I passi avanti che ci sono stati sono il frutto della lotta al localismo, che era stato un tratto distintivo del gruppo dirigente della Campania, che aveva la sua prima e particolare manifestazione nella contraddizione fra teoria e pratica: viveva, ad esempio, nella convinzione che “a Milano si fa la teoria e a Napoli la pratica”. Che si trattasse di una tesi completamente sbagliata è ben evidente: la pratica senza teoria, senza pianificazione ed elaborazione dell’esperienza, non è altro che movimentismo; porta all’immobilismo, alla disgregazione delle forze e alla disfatta.
Una seconda manifestazione del localismo stava in una sorta di rivendicazione contro “il Centro che decide, mentre la Segreteria Federale deve eseguire”, una tipica argomentazione di chi concepisce il Partito come un coordinamento e non come un organismo gerarchico e disciplinato, dal Centro alla periferia, che adotta il centralismo democratico e la democrazia proletaria per dispiegare la sua azione e il suo intervento.
I passi avanti compiuti nella costruzione e nella formazione del gruppo dirigente campano hanno posto le condizioni per andare più a fondo nella cura e nella formazione della Segreteria Federale e dei suoi membri.
In particolare dal 2019 – dal V Congresso – l’intervento della Direzione Nazionale si è concentrato sul superamento di concezioni, metodi di lavoro e stile di vita che continuavano a ostacolare lo sviluppo della Segreteria Federale.
Il nodo ideologico da affrontare atteneva, e attiene, alla specifica contraddizione fra dirigere e organizzare gli aspetti della propria vita personale e familiare in funzione della lotta politica rivoluzionaria oppure subordinare la lotta politica rivoluzionaria agli aspetti della propria vita personale e familiare: chi dirige nel Partito deve assumersi la responsabilità di fare delle scelte, essere seriamente disponibile a trasformarsi (attraverso un percorso di riforma intellettuale e morale) per trasformare la realtà.
Anche in questo caso si tratta di una contraddizione che attiene alla relazione fra la teoria e la pratica, fra limitarsi a enunciare la linea da perseguire e il creare le condizioni e darsi i mezzi intellettuali e pratici per elaborare e attuare la linea.
Le misure che la Direzione Nazionale del Partito ha promosso dal 2019 alla fine del 2024 non hanno prodotto risultati significativi, prima di tutto perché nella Segreteria Federale Campania erano presenti resistenze ad assumerle, a tradurle e a darvi seguito. Assecondare queste resistenze senza affrontare di petto le questioni ideologiche avrebbe alimentato nel gruppo dirigente, e in tutta la Federazione, la tendenza al liberalismo e la separazione della teoria dalla pratica.
Non sarebbe di alcuna utilità portare qui esempi particolari e specifici, anzi complicherebbe la comprensione del movimento politico che il Centro del Partito ha cercato di innescare. Ai fini della comprensione del discorso è più utile inquadrarlo in termini generali.
Senza Partito comunista non c’è rivoluzione socialista e senza un gruppo dirigente all’altezza dei compiti non c’è sviluppo del Partito comunista. E oggi lo sviluppo passa dalla rottura con la convinzione che sia sufficiente limitarsi a resistere ai colpi dei nemici, mentre invece bisogna passare all’attacco: individuare il punto e il momento giusti, concentrare le forze, attaccare e conquistare posizioni. Imparare a capire dove, quando e come attaccare per conquistare posizioni, pianificare l’iniziativa e fare il bilancio dell’esperienza è quello che intendiamo con “usare la scienza comunista”.
La ricchezza e la profondità dell’elaborazione della Carovana del (n)Pci, in termini di analisi, strategia, linea, metodi e strumenti, pongono il P.Carc in una condizione particolare rispetto al resto dei partiti e delle organizzazioni che fanno parte del movimento comunista cosciente e organizzato del nostro paese.
Il P.Carc opera secondo una strategia (la Guerra Popolare Rivoluzionaria) e un piano di azione (la lotta per il Governo di Blocco Popolare) che richiedono di concepirsi (concepire il Partito, la sua opera e la sua azione) all’offensiva, all’attacco, anche nella fase di difensiva strategica in cui siamo oggi.
Per essere coerente e conseguente con la strategia e il piano d’azione della Carovana del (n)Pci, il P.Carc deve condurre instancabilmente la lotta interna ed esterna contro le concezioni della sinistra borghese che ancora affliggono una parte consistente del movimento comunista italiano (sfiducia, disfattismo, rassegnazione, “sindrome della sconfitta”, i piagnistei della sinistra borghese) e le tare dell’elettoralismo e dell’economicismo.
Tale lotta deve necessariamente svilupparsi più profondamente all’interno del Partito e, nello specifico, nei gruppi dirigenti.
I dirigenti comunisti sono chiamati per primi ad assumersi la responsabilità verso il Partito, verso i compagni che dirigono e verso le masse popolari, devono adeguare la concezione, lo stile di vita e di lavoro alle esigenze della lotta di classe, ai compiti che si sono assunti e agli obiettivi che perseguono, perché senza un significativo avanzamento intellettuale e morale dei dirigenti comunisti non è possibile alcun avanzamento della rivoluzione socialista.
Questo è il contesto generale in cui la lotta per la costruzione e la formazione del gruppo dirigente della Campania, a fronte delle resistenze e delle reticenze della Segreteria Federale, aveva bisogno di una spinta.
La spinta è il commissariamento, una misura che poggia sui passi avanti compiuti fino a oggi, che permette allo stesso gruppo dirigente di cimentarsi nella lotta per la trasformazione, di verificarsi e verificare il suo operato, e che permette a ogni compagno che compone la Segreteria Federale di imboccare risolutamente la strada per andare più a fondo nel suo percorso di riforma intellettuale e morale.
Che ognuno prenda con forza e dignità il suo posto in questa lotta! La nostra vittoria dipende interamente da noi: sta a ognuno di noi e al nostro partito crescere intellettualmente e moralmente quanto occorre per promuovere la rivoluzione socialista in un paese imperialista come l’Italia!