Pubblichiamo, con le normali precauzioni che non rendono individuabile l’autore, una corrispondenza che ci arriva dalla Sda. È un esempio di quello che intendiamo quando diciamo che sono i lavoratori a doversi organizzare NONOSTANTE i vertici sindacali.
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Il 25 luglio 2025 tutto il personale diretto Sda firmerà il passaggio dal Ccnl merci e logistica a quello di Poste italiane.
Nei mesi scorsi i sindacati confederali hanno chiesto un tavolo all’azienda Sda per essere messi a conoscenza delle principali modifiche, ma non hanno avuto risposte.
Nella chat Filt-Cgil Sda nazionale diversi colleghi hanno tirato fuori in ordine sparso alcune domande e perplessità legate al passaggio, in particolare dubbi circa l’orario lavorativo, la retribuzione, l’assicurazione sanitaria, l’eventuale esclusione da premi in caso di 104, permessi, ecc.
Il 29 gennaio il segretario nazionale della Filt-Cgil, Floriano Zorzella, ha scritto un messaggio per ricordare che l’azienda non risponde da mesi alla richiesta d’incontro e tuttavia non gli sembra che ci siano tante lavoratrici e lavoratori disposti a metterci la faccia per spingere l’azienda a sedersi al tavolo. Secondo lui i lavoratori non sono interessati e questo comporterà che l’incontro verrà accordato solo a pochi giorni dal passaggio, quindi “troppo tardi per contrattare”.
A pochi minuti da questo messaggio una collega, di sua iniziativa, ha creato una chat parallela a quella “ufficiale” e vi ha inserito solo i dipendenti, escludendo i funzionari sindacali territoriali.
Sfruttando il nuovo canale, ci siamo messi fra lavoratori a ragionare su come agire ed è emersa la proposta di stendere una lettera da far firmare a tutti i colleghi, iscritti o meno al sindacato o in possesso di altre tessere sindacali, per pretendere il tavolo. La bozza di lettera è già stata scritta e qualcuno ha proposto di integrarla inserendo una data entro la quale l’azienda dovrà rispondere fissando l’incontro. In caso di rifiuto, si procederà con lo sciopero.
La proposta è piaciuta e abbiamo definito di costruire assemblee in tutte le filiali per spiegare il contenuto della lettera e raccogliere domande e dubbi sul nuovo contratto.
Questa “operazione” di fatto scavalca il nazionale, che finora ha raccolto solo parzialmente le istanze degli iscritti e si è ripulito la coscienza dicendo “la pec con la richiesta di incontro è stata mandata, ma è responsabilità dei lavoratori se l’azienda può permettersi di ignorarla”.
In poche ore l’operazione ha già avuto risconti. Parlando con i colleghi in turno, due hanno detto di volersi iscrivere alla Cgil e vari altri erano d’accordo con la stesura della lettera.
Il giorno dopo ho comunicato nella chat dei lavoratori i primi risultati: ho pensato che collettivizzarli potesse essere di spinta e infondere fiducia anche agli altri colleghi. E così è stato! I riscontri arrivano da varie filiali sparse per l’Italia.
Forti di questa spinta dal basso, l’obiettivo è imporre il tavolo di confronto con l’azienda, alla presenza della Filt, che attualmente ci segue, ma anche della Slc-Cgil che segue invece i lavoratori di Poste. La presenza di Slc l’abbiamo ragionata sulla base di una precedente richiesta avanzata da una collega che però, da sola, non è stata neanche presa in considerazione.
C’è di più. Un collega, delegato Cisl, ha voluto metterci del suo e ha tirato fuori un’ottima idea: studiare i due diversi contratti e prepararsi bene per l’incontro per evitare di essere “presi per il naso” con mille chiacchiere tecniche.
Vi terrò aggiornati.
RV