Lettera aperta ai circoli, alle associazioni, alle organizzazioni politiche e sindacali per il sostegno al ricorso in appello contro il licenziamento politico di Simone Casella
Cari compagni e compagne, come in tanti ricorderete nel dicembre del 2021 sono stato licenziato con motivi pretestuosi dalla WORSP, azienda di vigilanza privata dove ho prestato servizio per 2 anni a Pisa presso l’ospedale di Cisanello e di cui ero delegato sindacale con la FILCAMS CGIL.
Il 13 febbraio l’udienza di appello per il ricorso contro il mio licenziamento.
Negli anni in cui ero delegato, io e i miei colleghi abbiamo strappato delle importanti conquiste salariali e contrattuali a partire dalla trasformazione dei contratti in tempo indeterminato, tanto che i lavoratori ne beneficiano tutt’oggi. Abbiamo lottato contro dei contratti illeciti e al ribasso, dove l’azienda e la committenza (l’Azienda Ospedaliera pisana) si spartivano i profitti sulla nostra pelle; abbiamo contrastato la politica delle ritorsioni e della repressione che si esprimeva con gli allontanamenti punitivi da Pisa (colleghi prima mandati a fare servizio in altri ospedali e poi fino a Piombino, Siena, Livorno..) e le minacce ai lavoratori che non piegavano la testa. La sentenza a me sfavorevole dello scorso 7 febbraio è dovuta principalmente al fatto che, a distanza di anni, nonostante l’attacco repressivo nei miei confronti, il gruppo di lavoratori ha continuato ad organizzarsi nel posto di lavoro, vigilando sull’appalto, richiedendo diritti e miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro.
Sentenze e condanne di questo tipo, visto che nel mio caso sono stato condannato perfino a pagare oltre 5.000 euro di spese legali, hanno un obiettivo chiaro: intimidire chi si organizza nei posti di lavoro, evitare che questi portino avanti vertenze e cause toccando il portafoglio dei lavoratori, costringendoli ad essere più ricattabili e attenti a non alzare la testa contro angherie, ritorsioni e soprusi dei padroni. Altrimenti, vengono repressi e perfino licenziati come è successo a me, a Delio Fantasia (delegato CUB e licenziato politico alla Stellantis di Cassino), più recentemente a Valter De Cilis delegato USB di Amazon a Pisa, e a tante altre avanguardie di lotta sindacali!
Tre anni fa ho intrapreso la battaglia (legale e non solo) per il mio reintegro grazie alle decine di solidali che mi hanno sostenuto. Battaglia che continuo a ritenere legittima, con la convinzione che il licenziamento individuale per motivi politico-sindacali è uno degli strumenti più efficaci di cui dispongono i padroni per cercare di stroncare le lotte e per questo vanno rispediti al mittente.
La repressione aziendale è una questione collettiva e non deve essere più ridotta a “disgrazia” e a questione individuale, perché ha ripercussioni su tutto il resto dei lavoratori. Per questo, insieme ad altri delegati, lavoratori ed RLS attaccati dal padrone ci stiamo organizzando per costruire una rete (comitatofarerete@gmail.com) contro i licenziamenti politico-sindacali e mettere in collegamento i lavoratori indipendentemente dalla tessera sindacale che hanno in tasca. Si tratta di una rete che porterà avanti una campagna di denuncia, solidarietà e mobilitazione contro la repressione aziendale in cui metteremo a disposizione le nostre esperienze, gli insegnamenti e gli appigli utili, anche le sentenze in modo che altri ne facciano buon uso.
Non abbandonare nessun lavoratore al proprio destino, farne una questione collettiva e non individuale è la migliore forma di solidarietà di classe di cui i lavoratori che subiscono repressione nel luogo di lavoro hanno bisogno, e il miglior modo per ritorcere contro ogni attacco repressivo rafforzando il campo dei lavoratori che si mobilitano per difendere i diritti di tutti. Le condanne economiche a cui siamo sottoposti se ricorriamo nei tribunali, possono così diventare carta straccia.
Sono a fianco di tutti i lavoratori colpiti da licenziamento politico-sindacale e sono convinto che anche voi sarete con me da qui al mio processo in appello. Fino al 13 febbraio proseguiremo la campagna contro il mio licenziamento, per la quale vi invito a contribuire organizzando iniziative politiche sindacali per estendere la solidarietà di classe, iniziative di raccolta fondi per sostenere la cassa di resistenza per le spese legali o devolvendo sottoscrizioni (PostePay 4023 6010 1657 3453 intestata a Mariangela Nasillo).
Vi ringrazio fin da ora, lottiamo tutti insieme per battere la repressione nelle aziende!
Simone Casella, ex delegato FILCAMS CGIL WORSP Pisa