Il 18 gennaio a diversi compagni e compagne del Laboratorio Politico Iskra, del Si Cobas e della Mensa Occupata di Napoli sono state consegnate delle notifiche da parte della questura di Napoli per un’azione svolta durante il corteo di solidarietà al movimento dei disoccupati 7 novembre e Cantiere 167 in occasione della prima udienza del maxi-processo nell’aula bunker di Poggioreale del 28 ottobre.
Una giornata di lotta e di solidarietà che vide migliaia di lavoratori, studenti e disoccupati scendere in piazza contro il vile attacco repressivo ai danni di un movimento che da anni porta avanti la lotta per il lavoro utile e dignitoso a Napoli. Una giornata dove in migliaia sono scesi in piazza per la lotta contro i tentativi di stretta repressiva del Governo Meloni. Azioni e misure necessarie a fronteggiare il malcontento e l’insubordinazione montante delle masse popolari contro l’attuazione dell’agenda Draghi di cui questo governo è prosecutore e attuatore.
Il nemico ha paura che migliaia di compagni abbiano espresso solidarietà di classe al movimento dei disoccupati, coordinandosi con altri settori sociali e dando vita alla Rete Liberi di Lottare, per “opporsi all’escalation repressiva”. Le notifiche non sono altro che un ulteriore tentativo di intimidire e spezzare questa rete di solidarietà, di fare arretrare compagni e compagne. Il nemico ha paura della solidarietà, perché è un arma!
La resistenza delle masse popolari avanza e si fa sempre più pressante la necessità di non limitarsi a difenderci ma di passare all’attacco. A fronte degli attacchi repressivi passare all’attacco vuol dire innanzitutto alimentare più coscientemente la costruzione di un ampio fronte che raccoglie tutte le forze, gli organismi e i singoli che hanno motivo di e interesse a contrastare tutti i tentativi di restringimento degli spazi di iniziativa politica, che coincidono con i tentativi di smantellare, un passo alla volta, i diritti democratici conquistati nel nostro paese grazie alla vittoria della Resistenza sul nazifascismo.
Passare all’attacco vuol dire che a fronte degli ulteriori attacchi che verranno le masse popolari devono rispondere organizzandosi e coordinandosi di più e meglio per violarli, renderli inattuabili e rendere la vita impossibile al governo. Se mettono le zone rosse bisogna violarle. Se vietano i cortei bisogna manifestare lo stesso come fatto lo scorso 5 ottobre a Roma. Se censurano l’informazione bisogna portare ovunque e con ogni mezzo la verità. Che tutto il vento della repressione seminato da questo governo si trasformi nella tempesta che lo travolgerà.
Passare all’attacco, infine, significa dare alle mobilitazioni, alle proteste e alle rivendicazioni uno sbocco politico unitario. Con la lotta e le mobilitazioni occorre rendere ingestibile il paese al governo Meloni fino a cacciarlo. Con la lotta e le mobilitazioni occorre impedire che al suo posto si installi un altro governo delle Larghe Intese, diverso dal precedente solo all’apparenza (ad esempio un governo del Pd e dei suoi cespugli), e imporre un governo di emergenza popolare formato da persone che godono della fiducia dei lavoratori e delle masse popolari, che agisce su mandato delle organizzazioni operaie e popolari e che dà forza di legge alle loro principali rivendicazioni.
Per questo è importante che tutte le organizzazioni del movimento di resistenza delle masse popolari – a partire dagli altri organismi e coordinamenti contro il ddl1660 come la Rete A Pieno Regime – esprimano la propria solidarietà e schieramento di classe al fianco di tutti i compagni colpiti dalla repressione.
Il 28 ottobre in piazza c’eravamo anche noi!
Il 27 gennaio tutti in piazza per l’udienza contro i disoccupati organizzati!
Non un passo indietro!