[Milano] Solidarietà agli imputati per la scritta “Fontana Assassino”!

Organizzarsi contro il DDL 1660!

Solidarietà agli imputati per la scritta “Fontana Assassino”!

Il DDL 1660 ha messo nero su bianco la linea repressiva che il governo Meloni porta avanti dandole forza di legge. Oltre a formalizzare una condotta e delle pratiche già in corso (l’impunità delle forze dell’ordine che commettono abusi), il “decreto sicurezza” introduce diversi reati e inasprisce le pene con l’unico fine di reprimere e criminalizzare ogni forma di lotta, resistenza e dissenso contro la classe dominante. Sono già molti i casi di perquisizioni a seguito della pubblicazione di “banali” post su facebook in solidarietà alla Palestina.

In ordine di gravità il DDL 1660 è solo l’ultima delle misure repressive introdotte dai governi delle Larghe Intese, di cui fa parte anche il PD (dal decreto Minniti a quello Salvini). La tendenza a perseguitare chi denuncia e/o chi esprime dissenso rispetto alle politiche di lacrime e sangue per le masse popolari non è cosa nuova. I DPCM prodotti durante la gestione criminale della pandemia per Covid-19 ne sono stati una sperimentazione su ampia scala.

Il processo aperto per la scritta “Fontana Assassino”, comparsa nella primavera del 2022 su un muro lungo il naviglio della Martesana di Milano, rientra in questa tendenza.

È bastata una dichiarazione pubblica dei nostri compagni Claudia Marcolini e Pablo Bonuccelli che rivendicavano la verità di quella scritta, perché essa esprimeva il sentimento di migliaia di uomini e donne delle masse popolari contro la giunta Fontana per la gestione criminale dell’emergenza pandemica, mentre si facevano affari con mascherine, camici e vaccini, morivano 130 mila proletari.

È bastato riconoscere la giustezza di quella scritta, senza esserne gli autori, per accusare i due nostri compagni di “terrorismo”, poco importa se non c’era uno straccio di prova a loro carico.

La verità è che non è possibile esprimere il proprio dissenso, la propria posizione, in merito alle misure di lacrime e sangue sulla sanità perpetuate dalla giunta Fontana, a maggior ragione se il contenuto della scritta è espressione del sentire comune delle masse popolari.

Dopo aver scomodato perfino il capo del pool antiterrorismo, il processo ai due compagni si è aperto per “concorso morale in imbrattamento”. Una derubricazione di reato non casuale: lor signori hanno fatto di tutto pur di evitare il coinvolgimento di Attilio Fontana in un procedimento che l’avrebbe inchiodato alle sue responsabilità.

“Concorso morale in imbrattamento” è un reato minore dal punto di vista legale ma, oltre a tradire quei diritti della Costituzione del 1948 nata dalla Resistenza partigiana, politicamente mantiene la sua gravità e significato: “chi oggi in qualche maniera si schiera, anche solo a parole, contro le misure del governo verrà messo alla sbarra”.

Il 22 gennaio alle 15 si terrà presso il Tribunale di Milano l’udienza per i compagni Claudia e Pablo.

Questo procedimento non è un caso isolato.

Le migliaia di procedimenti a carico di lavoratori, ambientalisti, studenti si inquadrano in una deriva repressiva di cui la lotta contro il DDL 1660, ora 1236, è parte integrante.

Per rispondere a questa situazione e sbarrare la strada al “decreto sicurezza” e alle altre misure reazionarie del governo Meloni occorre organizzarsi.

Costruire in ogni quartiere, scuola e azienda comitati popolari che lottino contro l’approvazione del DDL 1660:

organizzando iniziative e assemblee informative sul decreto e le sue ricadute concrete, volantinaggi e banchetti che diventino un punto di riferimento per chi vuole opporsi al DDL1660, partecipando alle manifestazioni, ai cortei e alle iniziative nella propria città,

– dove le forze lo consentono violare in maniera organizzata le misure restrittive che non sono negli interessi delle masse popolari, contro l’istituzione delle “zone rosse” a Milano e in altre città,

pretendere una presa di posizione pubblica di eletti nelle istituzioni e che si attivino perché sia materia di discussione nel proprio Municipio o Comune,

promuovere con l’aiuto di avvocati, esposti e ricorsi sulla costituzionalità del decreto sicurezza.

Solidarietà agli imputati del processo per la scritta “Fontana Assassino”! Sbarriamo la strada al DDL 1660 e al terrorismo della parola!

La solidarietà è un arma, usiamola!

Invitiamo gli attivisti e comitati per la sanità pubblica, compagne e compagni attivi nella lotta contro il DDL 1660, sinceri democratici, i consiglieri regionali e comunali di AVS e del M5s a schierarsi con prese di posizione e portare la loro solidarietà al presidio che terremo il 22 gennaio fuori dal Tribunale di Milano.

Fai una sottoscrizione economica per sostenere la lotta alla repressione con un versamento su:

  • Conto Corrente Bancario – IBAN: IT79 M030 6909 5511 0000 0003 018 intestato a Gemmi Renzo.
  • Postepay n. 5333 1711 4473 9212 intestata a Gemmi Renzo – CF: GMMRNZ71T12H223K

Per informazioni contattaci:

Partito dei CARC – Federazione Lombardia

Tel. 3393418325 – pcarc.lombardia@gmail.comwww.carc.it

Fb: Partito dei CARC – Federazione Lombardia

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