Due interventi di compagni dall’Africa

Pubblichiamo due interventi di due dirigenti del movimento comunista africano i cui video trasmetteremo all’iniziativa del 18 gennaio alle 17 in via delle Porte Nuove 33, a Firenze, su Terza Guerra Mondiale, popoli africani alla riscossa, imperialista in ritirata.

INTERVENTO DI BOOKER OMOLE, SEGRETARIO GENERALE DEL PARTITO COMUNISTA MARXISTA DEL KENYA ALL’INIZIATIVA DELLA FEDERAZIONE DEL PARTITO DEI CARC DEL 18 GENNAIO 2025  SU “TERZA GUERRA MONDIALE, POPOLI AFRICANI ALLA RISCOSSA, IMPERIALISTI IN RITIRATA

Viva, compagni, viva! Viva! Viva, compagni, viva! Viva! Mi chiamo Buka Nges Omole. 

Sono il Segretario Generale del Partito Comunista, ora Partito Comunista Marxista. 

Questo intervento che facciamo è importante per far emergere il carattere internazionale e la solidarietà del Partito Comunista Marxista CPM proprio ora che ha appena concluso il suo Secondo Congresso Nazionale. 

Attualmente, la società keniota, in particolare il Kenya come nazione, è ancora prigioniera degli interessi neoliberali. 

I dirigenti dello Stato keniota, come abbiamo giustamente sottolineato nel Secondo Congresso Nazionale, sono agenti imperialisti, quelli che oggi chiamiamo la borghesia compradora, che gestiscono gli interessi dell’imperialismo in Kenya, in particolare per conto dell’imperialismo degli Stati Uniti. Il Kenya è quindi sottoposto un nuovo progetto coloniale sotto il regime di sfruttamento dell’imperialismo globale. 

Il Partito comunista marxista è anche un partito internazionalista e siamo convinti che, dal momento che il capitalismo si manifesta con la globalizzazione neoliberale, dobbiamo contribuire alla costruzione di una sua antitesi, o antisistema, che ha da essere pure essa globale. Per questo ci battiamo per un socialismo internazionale basato sul rispetto reciproco, e non solo, ma anche sul rispetto della sovranità e dell’amicizia dei diversi paesi e dei diversi popoli. 

Il Partito Comunista Marxista vuole dire con chiarezza questo: abbiamo definito con precisione il carattere della nostra lotta in Kenya come rivoluzione nazionale democratica popolare per un Kenya socialista indipendente. Siamo anche andati oltre e abbiamo chiarito che la rivoluzione nazionale democratica non può avere come obiettivo solo una repubblica democratica borghese. Dobbiamo andare oltre la repubblica nazionale democratica borghese e chiamarla per ciò che essa è fondamentalmente, chiamarla con il suo vero significato, ovvero rivoluzione nazionale democratica del popolo, e far emergere il fatto che il Partito Comunista Marxista con tutte le forze democratiche è effettivamente in grado di costruire un’economia nazionale. Non abbiamo bisogno della borghesia per costruire la nostra economia nazionale.

Definito chiaramente il carattere della nostra lotta nazionale, Il Partito Comunista dice anche a ragione che il nostro compito è quello di essere l’avanguardia, l’avanguardia della classe operaia keniota.

Dobbiamo quindi assumerci come massima responsabilità quella di guidare tutti gli aspetti della società keniota nella preparazione di una rivoluzione nazionale democratica del popolo e attualmente stiamo svolgendo ruolo di direzione a diversi livelli. Sul piano dell’alleanza siamo parte della dirigenza con le altre forze antimperialiste e anticapitaliste. Abbiamo anche una politica di coalizione, in cui ci uniamo alle altre forze democratiche contro i poteri forti che collaborano con gli agenti imperialisti quelli cheabbiamo giustamente indicato come il reale nemico principale del popolo keniota. 

Il Kenya non è solo una società semi-feudale. Il Kenya è anche una società neocoloniale semicapitalista. 
Dobbiamo continuare a lottare per analizzare adeguatamente la composizione di classe della società kenyana e far emergere le forze del cambiamento e isolare le forze dello status quo. 

Quella sopra riportata è la  traduzione dell’intervento di Booker Omole, Segretario generale del Partito Comunista Marxista del Kenya all’iniziativa della federazione del Partito dei CARC del 18 gennaio 2025  su “Terza guerra mondiale, popoli africani alla riscossa, imperialisti in ritirata”. Il compagno la mattina dell’11 gennaio ha subito un attacco da parte di una squadra di individui determinati a ucciderlo. La squadra agiva su mandato del governo e includeva ex membri del Partito espulsi dopo la lotta ideologica svoltasi nella prima metà di novembre 2024. Il fatto corrisponde al modo con cui gli imperialisti e i loro servi locali intervengono su chi non accetta il loro dominio e si organizza per garantire ai popoli africani libertà e benessere. Il modo è quello di assassinarlo, spesso usando suoi compagni e amici indotti a tradire, come nel caso di Patrice Lumumba (1925 – 1961), Amilcar Cabral (1924 – 1973) e Thomas Sankara (1949 – 1987), .

Il compagno ha disarmato uno dei sette assalitori e messo in fuga gli altri sei. La polizia è arrivata solo un’ora dopo. Pochi giorni prima, il presidente con altri due compagni del Partito era stato arrestato e liberato subito dopo un giorno, data l’inconsistenza delle accuse. 

Al compagno Booker Omole e alla sua organizzazione abbiamo espresso la nostra solidarietà. Il compagno conta sull’appoggio dei membri del suo Partito, che gli dedicano un inno rap (vedi in https://www.youtube.com/watch?v=xmRM9rW8HMY). Il Partito conta sul riconoscimento e l’appoggio internazionale espresso dai seguenti organismi in occasione del Secondo Congresso del novembre 2024, che esponiamo per dare piccola traccia del movimento comunista internazionale che rinasce, si moltiplica,  intreccia legami:

  • Accademia di giornalismo e comunicazione (Vietnam) 
  • Partito Rivoluzionario di tutti i popoli dell’Africa
  • Organizzazione comunista di Germania
  • Partito Comunista del Benin
  • Partito Comunista del Brasile
  • Partito Comunista di Gran Bretagna
  • Partito comunista di Danimarca/Partito comunista danese 
  • Partito comunista della Repubblica democratica del Congo 
  • Partito comunista di Germania
  • Partito Comunista di Gran Bretagna (Marxista-Leninista)
  • Partito Comunista Iracheno
  • Partito Comunista d’Irlanda
  • Partito Comunista d’Italia
  • Partito Comunista del Perù (PC del P Patria Roja)
  • Partito Comunista delle Filippine
  • Partito Comunista Portoghese
  • Partito Comunista di Svezia
  • Partito Comunista della Svizzera
  • Partito Comunista USA
  • Partito Comunista del Venezuela
  • Partito Comunista dello Zimbabwe
  • Polo per la rinascita comunista in Francia
  • Partito dell’Alleanza Popolare Socialista (Egitto)
  • Amici della Cina socialista
  • Movimento globale panafricano (Nord America) 
  • Jukwaa la Wajamaa Tanzania (JULAWATA)
  • Movimento progressista kuwaitiano
  • Alleanza per la democrazia nazionale e il socialismo (Giamaica) Mwamko
  • Unione Nazionale dei Lavoratori Metalmeccanici del Sudafrica (NUMSA) 
  • Unione nazionale degli studenti dello Swaziland 
  • Partito dei lavoratori del Belgio
  • Partito dei lavoratori della Tunisia 
  • Forum mondiale anti-imperialista 

Invitiamo tutti a volgere ogni attenzione alla lotta in Kenya e negli altri paesi africani, ai partiti e agli individui che la conducono, e a sviluppare legami a garanzia della repressione durissima cui sono sottoposti e per il processo di lotta contro l’imperialismo che ci coinvolge tutti.

Fino alla vittoria

Partito dei CARC – Gruppo di Lavoro Internazionale

INTERVENTO DELLA DYNAMIQUE UNITAIRE PANAFRICAINE ALL’INIZIATIVA DELLA FEDERAZIONE DEL PARTITO CARC DEL 18 GENNAIO 2025  SU “TERZA GUERRA MONDIALE, POPOLI AFRICANI ALLA RISCOSSA, IMPERIALISTI IN RITIRATA

Cari compagni,

la Dynamique Unitaire Panafricaine, una piattaforma di organizzazioni africane e afrodiscendenti, è molto onorata del vostro invito. Rafforza i legami creati durante l’organizzazione della Conferenza internazionale panafricana anti-imperialista a Dakar dal 24 al 28 ottobre 2024. Questo incontro ha riunito quasi quaranta organizzazioni provenienti praticamente da tutti i continenti per analizzare le nostre rispettive situazioni di fronte all’imperialismo, per trovare strategie convergenti di lotta contro di esso, ma anche e soprattutto contro il proposito di provocare una terza guerra mondiale di questo distruttore di vite umane, dell’ambiente e del clima.

Ovunque si accendono fuochi in nome degli interessi dell’imperialismo, “stadio supremo del capitalismo”, che, come in passato, non si fermerà davanti a nulla in Africa, dopo la tratta degli schiavi, la colonizzazione e il neocolonialismo. In Africa, oggi, è guerra nella Repubblica Democratica del Congo, che dura da trent’anni con più di dieci milioni di morti, totalmente finanziata e strumentalizzata dall’imperialismo e dalle sue multinazionali, che finanziano vari gruppi per destabilizzare le regioni più ricche di minerali come coltan, stagno e tantalio e mantenere al potere regimi nemici del popolo.

In Sudan, dopo aver provocato la divisione del Paese in due parti per ottenere il controllo delle numerose materie prime (ferro, rame, argento, mica, manganese, cromo e platino), le forze imperialiste utilizzano vari gruppi armati per ottenere il controllo delle ricchezze del Paese e impedire alle forze progressiste di prendere il potere. Il Sudan è la più grande area di sfollati interni ed esterni del mondo. Sono otto milioni, tra cui quattro milioni di bambini.

Ci sono poi tutti i Paesi totalmente destabilizzati dai gruppi terroristici, proliferati dopo il caos creato dall’assassinio di Gheddafi da parte delle truppe NATO su istigazione di Sarkozy. Mali, Burkina Faso, Niger, Costa d’Avorio, Benin, Togo, Camerun e Mozambico sono attualmente alle prese con questi gruppi ben equipaggiati (armi, veicoli), a volte meglio equipaggiati degli eserciti regolari e i cui legami con alcune agenzie controllate dall’imperialismo sono più che probabili. 

Sebbene l’Africa si trovi al crocevia di tutte le contraddizioni inter-imperialiste, di fronte a regimi dittatoriali spietati, le lotte vengono condotte instancabilmente nelle peggiori condizioni e danno fiducia. L’esperimento sovranista lanciato dai Paesi dell’ESA [Alleanza degli Stai del Sahel, NdT] (Mali, Burkina Faso e Niger) ci dà questa fiducia, anche se è indispensabile che le forze rivoluzionarie e progressiste siano integrate nel processo.

In Senegal, la coalizione di sinistra salita al potere lascia ben sperare, anche se le forze marxiste devono essere integrate in questo processo  per garantirlo e, soprattutto, per amplificarlo. Ovunque in Africa soffia un vento di cambiamento, con gente soprattutto giovane determinata a prendere in mano il proprio destino. Le rivendicazioni principali sono il ritiro delle basi militari straniere, il controllo delle nostre risorse e il loro sfruttamento a beneficio del popolo, politiche sovrane e la libertà di scegliere dirigenti che siano al servizio del popolo.

Il genocidio in corso del popolo palestinese dimostra fino a che punto l’imperialismo è disposto a sostenere lo Stato fascista di Israele (il suo braccio armato nella regione), a partire dal suo capofila, gli Stati Uniti, seguiti dall’Unione Europea. Questo nonostante le richieste di sanzioni da parte di numerosi Stati e, soprattutto, la decisione di 124 Paesi all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 18 settembre 2024 di sanzionare Israele e porre fine all’occupazione illegale dei territori palestinesi.

Oggi la politica guerrafondaia di Israele si estende a Libano, Iran, Yemen e Siria. Niente e nessuno la ferma, con il rischio di incendiare l’intera regione.

In Asia, gli Stati Uniti stanno intensificando le loro manovre per promuovere la secessione di Taiwan e indebolire la Cina, e la Corea del Sud è più che mai la loro base di appoggio, ma la massiccia mobilitazione del popolo coreano per contrastare le manovre del deposto presidente Yoon Suk-Yeol può cambiare il corso della storia in questa regione.

In Sudamerica, anche se gli Stati Uniti continuano a dettare legge imponendo l’embargo a Cuba e al Venezuela e sostenendo le dittature al loro soldo, il popolo continua a lottare valorosamente contro queste potenze nemiche dei popoli. La guerra in Ucraina continua. È la conseguenza della strumentalizzazione dei Paesi dell’ex URSS per portarli all’interno della NATO e accerchiare, o addirittura attaccare in futuro, la Russia che, checché se ne dica, rimane il sassolino nella scarpa dell’imperialismo americano e dei suoi alleati. Nonostante il massiccio sostegno della NATO, queste forze non sono riuscite a imporre la loro volontà in questo conflitto.

L’ascesa dell’estrema destra, e persino il suo arrivo al potere, così come le forze ultra-reazionarie in molti Paesi europei e non solo, sono tutti fattori che ci obbligano a creare sinergie e a riunire le nostre forze per sbarrare la strada e invertire i rapporti di forza.

Le libertà sono sotto attacco ovunque: la libertà di espressione (i media sono controllati dai grandi gruppi capitalistici), la libertà di organizzazione, ecc.

Non posso concludere questo discorso senza citare l’UPC-MANIDEM, il mio partito, l’Union des Populations du Cameroun-Manifeste National pour l’Instauration de la Libération, il movimento di liberazione dell’UPC che è stato costretto a impegnarsi nella lotta armata contro il  colonialismo francese dal 1956 al 1970.

L’accanimento del colonialismo ha portato a milioni di omicidi, a centinaia di villaggi rasi al suolo, anche con il napalm, e all’assassinio sistematico dei dirigenti e fondatori dell’UPC, Um Nyobe il 13 settembre 1958 dopo che i colonialisti lo avevano indotto con l’inganno a lasciare la macchia, Félix Roland Moumié avvelenato dai servizi segreti francesi il 3 novembre 1960, Ernest Ouandie assassinato il 15 gennaio 1970 in una piazza pubblica di Bafoussam il 15 gennaio 1971. Lo Stato francese riuscì a insediare come primo presidente il suo prestanome Amadou Ahidjo (che aveva sempre combattuto contro l’indipendenza), che nel 1982 insediò il suo primo ministro Paul Biya, ancora al potere all’età di 92 anni e dopo 42 anni alla guida del Paese, sostenuto a distanza dall’imperialismo francese, e che sta trascinando il Paese nell’abisso con una repressione sistematica, un’economia totalmente controllata dall’imperialismo, una corruzione diffusa, elezioni totalmente controllate dal partito/Stato fin dalla cosiddetta indipendenza e un popolo in agonia. L’UPC-MANIDEM e le forze progressiste stanno combattendo in condizioni estremamente difficili. L’UPC, il primo partito del Camerun, il crogiolo della liberazione del popolo camerunese, che il potere neocoloniale si rifiuta tuttora di riconoscere come legale, è stato costretto ad aggiungere alla sua sigla il MANIDEM (un movimento creato nel 1974 per ricostruire l’UPC, che stava vivendo il suo momento peggiore dopo l’assassinio del suo ultimo dirigente storico, Ernest Ouandié) per differenziarsi dall’UPC governativo, creato ex novo dal potere per seminare confusione e dare l’impressione di essersi schierato a favore del regime neocoloniale. L’UPC-MANIDEM sta conducendo una lotta senza quartiere per creare un rapporto di forza e imporre una vera alternativa che rompa con il sistema neocoloniale e il capitalismo. 

Il panafricanismo rivoluzionario è la punta di diamante della costruzione degli Stati Uniti d’Africa per costruire il socialismo, l’unico modo per creare le condizioni per soddisfare i bisogni sociali del popolo e per avere un impatto duraturo contro i colossi imperialisti e riprendere il corso della nostra storia.

Colgo l’occasione per promuovere la solidarietà al compagno Booker Ngesa Omole, segretario generale del Partito Comunista Marxista del Kenya, attualmente minacciato di morte dalle autorità neocoloniali keniote.

Compagni,

vi chiediamo di rafforzare i nostri legami di solidarietà e sostegno e di costruire una rete di forze antimperialiste su scala globale.


Per la Dynamique Unitaire Panafricaine

Il coordinatore generale

Augusta Epanya

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