[Cecina] È ora di alzare la testa! Basta repressione al salumificio Sandri!

Al salumificio Sandri di Montescudaio, oltre alle decine di infortuni che avvengono nel corso dell’anno e che spesso non sono denunciati per il timore di ritorsioni, siamo arrivati al punto che volano coltelli! 

Sappiamo che, quando qualcosa va storto, è di routine per i capireparto tirare materiale vario addosso ai dipendenti; ora sono arrivati a lanciare il coltello usato per porzionare la carne, colpendo una lavoratrice al volto. Poteva andare molto peggio e colpirla all’occhio o ferirla alla gola.

Questo fatto gravissimo non è un caso, ma una conseguenza del clima che si vive nei reparti del salumificio Sandri, un clima di ricatti e paure. La maggior parte dei lavoratori sono donne e molte di loro hanno raggiunto un’età per cui è quasi impossibile trovare un altro posto di lavoro. Si approfittano di questa condizione per ricattarle e trattarle male.

La Nuova Futuro, che gestisce in appalto la produzione (altra piaga per chi lavora), si giustifica dicendo che è stata una casualità, ma non è così. Intanto, immaginiamoci cosa sarebbe successo se un’operaia avesse tirato un coltello verso un caporeparto: minimo sarebbe scattato il licenziamento! L’autore di questo gesto deve essere allontanato immediatamente dall’azienda!

Ci rivolgiamo alle lavoratrici e lavoratori del salumificio Sandri affinchè alzino la testa, uniscano le forze, con il loro sindacato e non solo, per mettere fine una volta per tutte a queste angherie.

Non potete aspettare che un’altra lavoratrice rischi di perdere un occhio! Lasciar correre vuol dire dare a loro la ragione di rifarlo, di sentirsi padroni di gestire la vita di altri. Dovete trovare il coraggio di ribellarvi, di denunciare anche in forma anonima simili aggressioni fisiche o verbali, dovete tirare fuori l’orgoglio della classe operaia. Non è solo la vostra lotta, ma di tutti i lavoratori che subiscono in ogni azienda simili vessazioni, la vostra lotta incoraggerà altri a seguirvi.

Dovete considerare che non siete soli! Oltre ai sindacati (tutti devono prendere posizione su questo fatto gravissimo). le masse popolari sono schifate da questi atteggiamenti fascisti di capetti avallati dal padrone che vuole trasformare le aziende in caserme. Per contrastare questi fenomeni da poco è stato costituito un comitato, “Fare rete” contro la repressione politico-sindacale, che promuove la denuncia, la solidarietà e la lotta contro questi gravi attacchi.

Servirà anche a dare gambe all’esposto fatto dal sindacato USB alla Procura della Repubblica di Livorno, alla guardia di finanza e all’ASL che al momento non sono ancora intervenuti.

La nostra sede, che già avete usato altre volte, è a vostra disposizione per eventuali riunioni e iniziative. Ogni lavoratore che si metterà sulla strada della lotta avrà il nostro appoggio perchè non si tratta di un problema individuale ma collettivo, e come tale va trattato.

Uniti e organizzati, rispediamo la repressione al mittente e poniamo fine a tanta arroganza!

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