[Milano] Da AMSA ad ATM la lotta è una sola, organizzarsi per la salute e la sicurezza sul posto di lavoro!

Martedì 24 Dicembre 2024, Maurizio Mazzeo lavoratore Amsa, è morto schiacciato tra il suo mezzo di servizio e un’auto parcheggiata, mentre era in turno nei pressi del centro di gestione rifiuti di via Zama a Milano.

Nelle stesse ore in cui stiamo scrivendo questo comunicato, un altro “incidente” e avvenuto sempre all’ingresso dello stesso deposito di rifiuti coinvolgendo un altro lavoratore, travolto da una macchina mentre usciva col suo mezzo per svolgere il suo lavoro.

La morte di Maurizio è una conseguenza della privatizzazione e dello spezzatino a cui è stata sottoposta AMSA con l’immissione nel Gruppo A2A di cui il Comune di Milano detiene il 25% delle quote azionarie, dei tagli in corso alla spesa pubblica, dello smantellamento dei servizi voluti dai Governi delle Larghe Intese e dai suoi emissari alla Beppe Sala o alla Letizia Moratti. Sindaci che con il beneplacito della giunta della Regione Lombardia, si prestano a portare avanti misure lacrime e sangue per i lavoratori e le masse popolari, nominando manager che in nome del profitto reputano la salute e la sicurezza un ramo secco da tagliare nonostante i 1500 morti all’anno nei luoghi di lavoro in Italia.

La morte di Maurizio si poteva evitare con l’assunzione di più personale, investimenti tecnologici e una maggiore formazione.

Altro che accordi sul minutaggio per andare al bagno a scapito delle ore di riposo e di ferie dei lavoratori AMSA! Accordi presi in nome dell’aumento dei ritmi di lavoro per una maggior produttività e raggiungimento degli obbiettivi aziendali.

Oggi sulla stessa strada di AMSA si trova un’altra grande azienda partecipata dal Comune di Milano: ATM.

Azienda in cui per accelerare il processo di privatizzazione, l’amministratore delegato Arrigo Giana preferisce svendere il patrimonio immobiliare, investire milioni di euro all’estero per la gestione delle metropolitane come quelle di Salonnico, Parigi, Copenaghen, mantenendo a Milano per i tranvieri salari talmente bassi che sfavoriscono l’assunzione di nuovo personale a fronte del carovita e delle speculazioni immobiliari che alimentano il caro-affitti di cui la stessa giunta comunale è responsabile.

Questo tipo di gestione causa il taglio delle corse, il subappalto di alcune linee e della manutenzione e genera turni massacranti con gravi conseguenze sulla salute e sicurezza dei lavoratori e dell’utenza, costretta a subire i continui disservizi nonostante gli aumenti del biglietto.

La strada da intraprendere è quella di organizzarsi dentro e fuori i luoghi di lavoro, al di là delle tessere sindacali a partire dal far valere la propria salute e sicurezza e fino a far fronte alle privatizzazioni e al taglio dei servizi.

La lotta dei lavoratori AMSA, quella dei lavoratori ATM e di tutte le altre aziende partecipate del Comune di Milano è una sola!

Anche in AMSA bisogna prendere esempio dalle continue mobilitazioni dei lavoratori ATM di Milano che l’8 novembre scorso hanno paralizzato la città non rispettando le fasce di garanzia e che, in più occasioni, si sono legati tramite presidi e assemblee pubbliche ai molteplici comitati degli utenti che negli ultimi mesi sono sorti per far fronte a un servizio sempre più scadente e a una gestione criminale dell’azienda.

Esistono due modi per affrontare il problema della strage quotidiana di lavoratori.

Il primo è quello di esprimere parole di profondo cordoglio, aspettando di vedere come sono sono andati i fatti, chiedendo, attraverso piattaforme, incontri con il Comune, governi e ministri, maggiori tutele per i lavoratori, più controlli e sanzioni penali per le aziende.

Il secondo è quello di mobilitare i lavoratori per imporre l’attuazione dei protocolli sulla sicurezza e le misure necessarie con ogni mezzo.

Facciamo valere la solidarietà di classe!

Gli “incidenti” sul lavoro non sono fatalità, sono degli omicidi e sono una componente della guerra di sterminio non dichiarata che la classe dominante fa nei confronti dei lavoratori e delle masse popolari.

Invitiamo pertanto tutti i lavoratori, in particolare quelli di ATM, i comitati degli utenti e le varie organizzazioni sindacali a mobilitarsi e a prendere posizione attraverso scioperi, presidi, assemblee, dichiarazioni da fare in ogni occasione, affinché siano evidenti le vere responsabilità dell’accaduto per costituire un fronte comune che ponga fine allo smantellamento dei servizi pubblici.

E’ necessario imporre dal basso un governo di emergenza composto dalle persone di fiducia di chi oggi è già in prima linea nella difesa dell’apparato produttivo, dei servizi, della sanità, della scuola e delle conquiste fatte dai lavoratori. Un governo che metta al centro del suo operato il lavoro utile, dignitoso e sicuro per tutti e che assegni ad ogni individuo un lavoro socialmente utile a garantirgli, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie a condurre una vita dignitosa e per una crescente partecipazione alla gestione della società.

Un governo che sostenga quelle amministrazioni locali i cui sindaci fanno valere tutti i loro poteri e tutte le conoscenze a disposizione per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori, la difesa dei posti di lavoro e dei territori, la costituzione di consigli di gestione composti da lavoratori-utenti nelle aziende municipalizzate e che tragga forza da tutta quella rete di organismi operai e popolari in prima linea nella difesa e nell’attuazione diretta di tutti quei valori progressisti inseriti nella Costituzione nata dalla Resistenza partigiana.

Il Partito dei CARC esprime solidarietà e vicinanza ai familiari di Maurizio Mazzeo ed è pronto a sostenere tutti coloro che vogliono intraprendere questa strada.

Cacciamo il governo Meloni e la giunta Sala!

Fare della la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro un problema di ordine pubblico!

Creare in ogni azienda e reparto 10-100-10000 organizzazioni operai e popolari!

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