Cari compagni della Redazione,
vi scrivo per riportarvi un’esperienza cui abbiamo preso parte che credo sia molto interessante per lo sviluppo della mobilitazione contro la guerra.
Alla fine di ottobre la locale sezione dell’Anpi ha convocato una riunione a cui ha invitato tutte le realtà di zona per proporre l’organizzazione di un’iniziativa contro la guerra.
Nella riunione si è ragionato in particolare sul ruolo che poteva assumere un’iniziativa del genere, definendo tre obiettivi principali: fare controinformazione e propagandare la nostra posizione; raccogliere contatti; diventare punto di riferimento per chi nella nostra zona vuole attivarsi e mobilitarsi contro i sionisti, la Nato e la partecipazione del nostro paese alle loro guerre.
Era fondamentale dare alla nostra iniziativa una forma che permettesse di conseguire questi obiettivi, in particolare l’ultimo. Si è quindi deciso di organizzare un presidio permanente di sei giorni, allestendo alla fermata della metropolitana un gazebo fisso che potesse diventare un vero e proprio punto di riferimento per gli abitanti della zona.
Ci siamo divisi i compiti, abbiamo elaborato dei volantini, preparato un foglio per raccogliere i contatti, definito dei turni per coprire tutta la settimana e delle piccole iniziative da svolgere al gazebo nelle varie giornate. L’ultimo giorno abbiamo deciso di terminare con un corteo per le strade del quartiere: abbiamo invitato i contatti raccolti nel corso della settimana, mentre striscioni e cartelli sono stati preparati il sabato mattina da bambini della zona.
Pur con tutti i limiti di una prima esperienza, i sei giorni sono andati molto bene. Abbiamo distribuito centinaia di volantini e raccolto decine di contatti. Si è creato un clima molto positivo tra le realtà organizzatrici, tanto che ogni giorno erano presenti sempre più compagni di quelli previsti in turno. A dimostrazione di come il gazebo sia diventato effettivamente un punto di riferimento, tanto per le masse popolari quanto per le varie realtà che lo hanno organizzato.
Credo che questa iniziativa, sebbene piccola, indichi una via rispetto a due questioni che sono all’ordine del giorno.
La prima è come spingere in avanti la mobilitazione contro la guerra, oltre le forme che ha assunto finora: cortei cittadini e convegni, conferenze e altre iniziative di informazione e denuncia. Questa iniziativa rappresenta un’esperienza concreta di come sia possibile rilanciare e articolare questa lotta in ogni quartiere e zona della città, con l’obiettivo di allargarla, raccogliere nuovi contatti, sviluppare una rete sul territorio.
La seconda riguarda lo sviluppo del coordinamento, che è sentito da tutti come una necessità, ma considerato difficile a farsi. Ovviamente il livello di coordinamento che si è espresso in questa iniziativa non nasce dal nulla, ma è frutto di anni di iniziative comuni tra le realtà del territorio. Però mai erano state così articolate, su più giorni e con una divisione dei compiti di questo genere: in questo senso l’iniziativa ha rappresentato un salto di qualità. Ciò è stato possibile per due motivi.
Il primo è che il tema dell’opposizione alla guerra è un tema prettamente politico, che riguarda direttamente il governo del paese, capace per questo di unire tante realtà diverse, solitamente impegnate ognuna in iniziative rivendicative o di mutualismo fine a sé stesse. L’iniziativa quindi dimostra come dare uno sbocco politico al movimento popolare sia anche la via per sviluppare e allargare il coordinamento tra le realtà che lo compongono.
Il secondo è che abbiamo anteposto la volontà di unire le forze attorno all’obiettivo comune di sviluppare la mobilitazione contro la guerra alle differenze di analisi e di linea che pure vanno trattate apertamente, ma non devono essere un freno allo sviluppo del coordinamento.
L’ultimo aspetto importante che voglio riportare è la continuità che sta avendo questa iniziativa. Successivamente ad essa, abbiamo fatto un’assemblea di bilancio e definito delle linee di sviluppo: valorizzare i contatti che abbiamo raccolto invitandoli alle nostre prossime iniziative e incontri, rilanciare l’esperienza del gazebo portandolo in altri punti di passaggio della zona, sviluppare una concatenazione più cosciente tra questi presidi e nuovi cortei e iniziative che intendiamo promuovere, invitare a partecipare altre realtà cittadine. E, aggiungo io, portare questa esperienza in altri quartieri di Milano.
Mattia S.
Segretario della Sezione
di Milano sud del P.Carc