Il marasma provocato dalla crisi generale sta rapidamente portando il mondo verso uno spartiacque.
In ogni contesto si dispiega la lotta fra la via della guerra mondiale promossa dalla Comunità Internazionale degli imperialisti Usa, sionisti e Ue e la via della rivoluzione socialista. Si dispiega cioè la lotta fra la borghesia imperialista che vuole mantenere il suo dominio sulla società e il movimento comunista cosciente e organizzato che deve soppiantarla.
Per prevalere l’una sull’altra, entrambe le vie necessitano del sostegno e del coinvolgimento attivo delle grandi masse popolari: borghesia imperialista e movimento comunista cosciente e organizzato sono in competizione per mettersi alla testa della resistenza spontanea che le larghe masse oppongono agli effetti della crisi generale e darle uno sbocco.
Per la borghesia imperialista questo è un problema. La classe dominante è pienamente responsabile del corso disastroso delle cose, pertanto fatica a reclutare e intruppare le masse popolari al suo servizio e, anzi, settori crescenti di masse popolari si ribellano alla sua direzione. Non potendo offrire alcuna alternativa alla Terza guerra mondiale e alcuna prospettiva positiva, non può che alimentare la guerra tra poveri, l’intossicazione e la diversione dalla realtà.
Questa è la sostanza della mobilitazione reazionaria nella fase attuale.
Il marasma provocato dalla crisi generale del capitalismo, quindi, favorisce oggettivamente la rinascita del movimento comunista e alimenta la mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari: questa è l’unica strada realistica per fermare il corso disastroso delle cose. Ma il marasma cresce vertiginosamente, “la situazione precipita” e il movimento comunista è ancora troppo debole e frammentato per raccogliere la fiducia degli elementi avanzati della classe operaia e delle masse popolari, per organizzarli e dare uno sbocco rivoluzionario alla loro mobilitazione.
È urgente che il movimento comunista compia un salto per superare i propri limiti e dispiegare coscientemente il suo ruolo.
La Carovana del (n)Pci ha individuato una strada che risponde a questa esigenza: la lotta per imporre un governo di emergenza popolare, quello che chiamiamo Governo di Blocco Popolare.
La lotta per il Governo di Blocco Popolare non è solo lotta per costituire nel nostro paese un governo che ha le caratteristiche e la forza per far fronte agli effetti più gravi della crisi generale, non è solo il modo per dare uno sbocco politico unitario a tutte le mobilitazioni delle masse popolari e soddisfare le loro principali rivendicazioni, ma è anche la strada per affrontare, nel fuoco della lotta di classe, i principali limiti che caratterizzano il movimento comunista del nostro paese, in primo luogo le illusioni dell’elettoralismo e dell’economicismo (piattaforme e lotte rivendicative).
L’influenza dell’elettoralismo e dell’economicismo è la causa principale dell’arretratezza del movimento comunista, antimperialista e rivoluzionario del nostro paese e della sua attuale inadeguatezza; è la causa degli atteggiamenti arretrati e della coazione a ripetere strade sbagliate e includenti: spirito di concorrenza fra organizzazioni e partiti, sostituzione degli interessi generali della lotta di classe con gli interessi particolari di questa o quella organizzazione o area politica, sottomissione alle leggi, agli usi e alle liturgie imposte dalla classe dominante.
A loro volta gli atteggiamenti arretrati e la coazione a ripetere strade sbagliate e includenti sono la principale causa di sfiducia e rassegnazione di tanti elementi delle masse popolari che hanno la falce e il martello nel cuore e che senza un affidabile centro promotore della lotta politica rivoluzionaria salgono sul carro della politica borghese nella vana speranza del “meno peggio”, oppure si perdono nello sconforto, nei mille rivoli della vita privata o dell’abbrutimento.
La debolezza e l’inadeguatezza del movimento comunista, tuttavia, non derivano affatto dalla “forza del nemico”, ma da come ragionano i comunisti, da quello che fanno o non fanno i comunisti.
Per far compiere al movimento comunista, antimperialista e rivoluzionario il salto necessario a far avanzare il movimento rivoluzionario delle masse popolari serve che siano i comunisti stessi a promuovere la lotta contro i propri limiti, contro le concezioni, i metodi e l’uso di strumenti inadeguati a questa fase.
Le due linee nel movimento comunista, antimperialista e rivoluzionario italiano
Esiste una prima linea che, al di là dei proclami pubblici, ha l’obiettivo di “cavalcare” il movimento spontaneo che le masse popolari oppongono agli effetti della crisi nell’ottica di rafforzare gli organismi politici e sindacali che la promuovono (far crescere influenza e prestigio delle rispettive aree politiche) anche a svantaggio dello sviluppo della lotta di classe.
Questa linea poggia sull’illusione che sia possibile fare fronte alla Terza guerra mondiale e al marasma provocato dalla crisi generale con “soluzioni” che erano adeguate ai tempi del capitalismo dal volto umano: la partecipazione alla lotta politica borghese (elezioni) o i rituali della lotta rivendicativa (piattaforme rivendicative, scioperi, lotte combattive, ecc.), ma che oggi sono superati dalla storia e travolti dalla crisi generale. Questa è la linea arretrata.
Esiste una seconda linea che ha l’obiettivo di mobilitare tutti i settori operai e popolari mobilitabili, di coordinare tutti gli organismi politici, sindacali e sociali che sono già attivi, di incanalare ogni mobilitazione nell’obiettivo di cacciare il governo Meloni, dare uno sbocco politico al movimento spontaneo delle masse popolari e alimentare la rivoluzione socialista.
I promotori di questa linea comprendono, almeno a un certo livello, che per difendere le conquiste che padroni e governo stanno eliminando e per estendere diritti e conquiste a tutti i lavoratori e a tutte le masse popolari è necessaria la battaglia sul campo politico, sul campo del governo del paese e non solo su quello rivendicativo.
Questa linea poggia sulla consapevolezza che per fare fronte al marasma in cui siamo immersi bisogna puntare a conquistare risultati mai conquistati prima in un paese imperialista (fare la rivoluzione socialista e instaurare il socialismo) e pertanto bisogna fare cose che non si sono mai fatte prima in un paese imperialista.
Non “cose mai fatte” in assoluto: durante la prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria anche nel nostro paese il movimento comunista ha raggiunto risultati epocali (con la Resistenza del 1943-1945 e con le lotte degli anni Settanta), ma non è riuscito a instaurare il socialismo. Questa è la linea avanzata.
Ognuna di queste due linee – di queste due concezioni della lotta di classe – attraversa tutti i partiti e le organizzazioni del movimento comunista, antimperialista e rivoluzionario del nostro paese, pertanto la lotta ideologica di cui c’è bisogno non si riassume nelle diatribe fra questa e quella organizzazione, fra questa e quell’area politica.
Il contenuto di questa lotta riguarda tutti i partiti e le organizzazioni e il suo contenuto si riassume nel fatto che a dirigere la lotta di classe in corso deve essere la linea avanzata: la linea della lotta anziché quella della “conciliazione” con il nemico (cercare il compromesso e strappare conquiste, per forza di cose provvisorie), la linea della solidarietà di classe anziché quella della distinzione tra buoni e cattivi e della dissociazione dalla lotta di classe, la linea dell’unità delle forze (fronte comune contro governo e borghesia) anziché quella della concorrenza fra partiti e organizzazioni politiche e sindacali, la linea delle mille iniziative di base che rendono ingestibile il paese ai governi della borghesia anziché quella della sottomissione alla legalità borghese, dei permessi in questura e degli accordi col prefetto.
Chi promuove la prima linea ha il conforto di sapere bene – conoscere a menadito – metodi e strumenti (“si è sempre fatto così”), ma l’esito dei suoi sforzi è già scritto nella storia, è la sconfitta. Chi promuove la seconda linea deve necessariamente sperimentare: non otterrà risultati soddisfacenti finché non troverà la strada per dispiegare la sua azione, finché non imparerà sempre meglio a mettere in concatenazione e in sinergia le lotte economiche e rivendicative e le elezioni con l’obiettivo di costituire un governo di emergenza delle masse popolari organizzate, la strada per alimentare la rinascita del movimento comunista.
Gli atteggiamenti arretrati e la coazione a ripetere strade sbagliate e includenti si presentano e ripresentano ogni volta che le esigenze di un salto in avanti della lotta di classe vengono affrontate anteponendo il conforto fornito dal fare quello che si conosce anziché sperimentare la strada per compiere un salto, ogni volta che le esigenze della lotta di classe sono affrontate con la linea arretrata anziché con quella avanzata.
In questo modo anziché il salto possibile si manifestano le arretratezze, le inadeguatezze, l’opportunismo, il settarismo e la sfiducia, la sudditanza alla classe dominante che ostacolano lo sviluppo della lotta di classe.
La lotta per l’unità
Avanguardia della rinascita del movimento comunista e dello sviluppo della mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari è chi promuove la lotta ideologica fra queste due linee e chi vi partecipa attivamente per far prevalere in ogni ambito e situazione la linea avanzata; retroguardia è chi la elude e cerca di squalificarla trincerandosi dietro il settarismo o accampando esigenze di unità che rimangono solo chiacchiere. La lotta fra queste due linee ha come obiettivo l’unità, è lotta per l’unità.
Un’unità superiore fra le forze del movimento comunista, antimperialista e rivoluzionario è possibile solo confrontandosi sulle esigenze della lotta di classe, sul salto che il movimento comunista deve compiere e sulla prospettiva rivoluzionaria. Non può essere – e non sarà – il risultato di accordi al ribasso e dell’unità di facciata, né tanto meno l’esito di una guerra per bande fra partiti e organizzazioni politiche e sindacali.
C’è un modo per affrontare positivamente la questione, la politica da fronte
a. sviluppare senza riserve e senza paura il dibattito franco e aperto sulle questioni ideologiche e politiche che sono all’ordine del giorno a partire dalla natura della crisi generale in corso, dal regime politico vigente nei paesi imperialisti, dal bilancio dei primi paesi socialisti, dalla strategia per la rivoluzione socialista in Italia, dall’origine e dalla natura della guerra in atto e su come fronteggiarla;
b. unità d’azione in tutte le occasioni e gli ambiti in cui è possibile, anche quando ci sono divergenze su aspetti di analisi e linea politica, mettendo al primo posto lo sviluppo della lotta di classe qui e ora e contrastando lo spirito di concorrenza fra organizzazioni politiche e sindacali;
c. promuovere la reciproca solidarietà contro la repressione, far emergere sempre l’esistenza di due campi: da una parte il campo della classe dominante e dall’altra quello delle masse popolari, del movimento comunista, antimperialista e rivoluzionario.
Le due linee di cui parliamo sono presenti in tutti partiti e in tutte le organizzazioni politiche e sindacali che appartengono al campo del movimento comunista, antimperialista e rivoluzionario. È necessario che ognuno – nessuno escluso – si chieda se con la sua azione sta alimentando la linea arretrata o quella avanzata, se sta dando battaglia nella sua organizzazione affinché la linea avanzata si affermi su quella arretrata.
L’avanguardia non cade dal cielo, si forgia nella lotta. La rivoluzione socialista non scoppia, è l’avanguardia che la costruisce attraverso le battaglie e le campagne della guerra popolare rivoluzionaria che libera le masse popolari e i popoli del mondo dalla Terza guerra mondiale che dilaga.