[Milano] Solidarietà a Pietro Laporta senza SE e senza MA, cacciare gli anti-abortisti dalle università

La federazione Lombardia del Partito dei CARC esprime piena e incondizionata solidarietà al giovane Pietro Laporta, studente dell’università Statale di Milano. Da Giovedì 19 Dicembre Pietro, con tanto di comunicazione ufficiale scritta, è stato temporaneamente sospeso dalle attività didattiche per la sua partecipazione alla contestazione del convegno anti-abortista, organizzato da “Obbiettivo Studenti-lista aperta” (organizzazione universitaria legata a Comunione e Liberazione) tenutosi all’università a cui è iscritto il 26 Novembre. Condividiamo il video-comunicato di Pietro sui fatti del 26 e denunciamo la vergognosa canea mediatica che si è scatenata contro di lui, le organizzazioni studentesche e transfemministe che giustamente hanno portato avanti la contestazione e bloccato il convegno, difendendo nei fatti quello che è un importante diritto delle donne delle masse popolari ottenuto con le dure lotte degli anni ‘70.

Ci uniamo nella giusta denuncia che il giovane studente fa rispetto ai veri violenti in questa vicenda. Violenti sono le associazioni pro-vita, i loro sostenitori (economici e morali) che ricoprono ruoli nelle istituzioni locali e nazionali come i Fontana di turno. Questi soggetti oscurantisti, grazie alla loro influenza negli ospedali di tutta Italia, ostacolano gravemente l’attuazione del diritto alla libertà di scelta in tema di gravidanza e maternità, con conseguenti grandi sofferenze e disagi per le donne che non si possono permettere altri strumenti, che non hanno le disponibilità economiche per andare ad abortire in cliniche private o in altri paesi. Violente sono le Larghe Intese, in particolare il polo legato a FdI-Lega-FI, che con la scusa della difesa della libertà di espressione (dei suoi accoliti), spinge per la maggiore presenza delle forze dell’ordine nelle università e scuole allo scopo, non tanto velato, di reprimere con il manganello chi è veramente la voce del dissenso ovvero il movimento studentesco. Violenta, infine, è l’università Statale, con la sua nuova rettrice Bernini, che danneggia deliberatamente il diritto allo studio di un suo studente che ha solamente osato mettere in pratica un dovere dell’università stessa, ovvero essere un luogo di informazione scientifica in cui i diritti e le conquiste di civiltà e benessere delle masse popolari vengano tutelate.

Come Partito dei CARC lanciamo un appello a tutte le organizzazioni studentesche, comuniste, i collettivi che si battono contro le discriminazioni di genere, NUDM, i sinceri democratici e tutti coloro che hanno a cuore la difesa dei diritti civili, in particolare quelle che giustamente si sono rivendicate la contestazione del 26 Novembre, a esprimere solidarietà a Pietro Laporta, senza SE e senza MA.

Poniamo alla discussione un importante inciso.

Chi nel valutare questa vicenda e nell’esprimere solidarietà a Pietro da qualche peso alle supposte modalità “violente” e poco “democratiche” della contestazione sbaglia. Sbaglia perché presta il fianco al nemico di classe, alle organizzazioni reazionarie giovanili pro-vita, al governo Meloni e ai suoi esponenti nostalgici del fascismo e oscurantisti. Non è infatti un caso che in tutti i discorsi e comunicati di istituzioni e esponenti come Simone Pillon e Attilio Fontana che attaccano la contestazione e il giovane studente si ponga così tanto l’accento sulle supposte modalità violente attuate dal compagno Pietro e altri contestatori. Come se esistesse un modo giusto di contestare e un modo sbagliato. Perchè questa dinamica non riguarda solo la vicenda di Pietro e del 26 Novembre. Sono modalità simili a quelle che il governo Meloni ha provato a usare prima, durante e dopo la manifestazione del 5 Ottobre a Roma in solidarietà alla Palestina: quando la borghesia e i poteri forti non riescono a frenare la mobilitazione, tentano sempre di dividere e indebolire il movimento popolare con la retorica dei manifestanti buoni e cattivi!

Ma se c’è una cosa che ha insegnato la giornata del 5 Ottobre è che tale divisione non esiste, che la via per sviluppare veramente la mobilitazione è l’unità del movimento popolare e di TUTTE le sue pratiche di lotta contro il governo Meloni e i suoi padroni! Perché è legittimo tutto ciò che va negli interessi delle masse popolari, anche se illegale.

Invitiamo le organizzazioni studentesche e transfemministe a non tradire questo importante insegnamento dimostrando incondizionata solidarietà al compagno Pietro Laporta.

Invitiamo tutte le organizzazioni antifasciste, comuniste, studentesche, i collettivi che si battono contro ogni discriminazione di genere a mobilitarsi, a fare pressione sulla rettrice e università perché la sospensione di Pietro venga immediatamente ritirata!

La solidarietà è un arma, usiamola! Ribellarsi è giusto! Con Pietro Laporta e ogni giovane proletario che difende i diritti e le conquiste delle masse popolari!

Partito dei CARC della Lombardia – Settore Lavoro Giovani

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