La comprensione della divisione della nostra società in classi e dei rapporti tra di esse è indispensabile per guidare fino alla vittoria la lotta della classe operaia per conquistare il potere e instaurare il socialismo. Fare l’analisi di classe è un aspetto essenziale del nostro compito per far prevalere la direzione della classe operaia nella resistenza che, anche spontaneamente e senza essere ancora organizzativamente unite (cioè senza direzione del partito), le masse popolari oppongono al procedere della crisi generale del capitalismo. L’analisi di classe della società italiana illustrata nel cap. 2.2 del Manifesto Programma pubblicato nel 2008 (pagg. 166-171), abbiamo dichiarato apertamente che è “approssimativa non solo nelle cifre, ma anche nelle categorie”.
Protagonisti principali della trasformazione della società, attori delle lotte che ne determinano la trasformazione, sono le classi in cui gli uomini sono divisi. La divisione in classi non deriva dal contenuto del lavoro svolto (dall’attività economica – il mestiere – che svolgono, da quali beni e servizi producono: lavoro agricolo, lavoro industriale, ecc.), ma dai rapporti di produzione nell’ambito dei quali il lavoro viene compiuto, quindi dalla collocazione rispetto alla proprietà dei mezzi e delle condizioni della produzione, dal ruolo svolto nel processo lavorativo (lavoro manuale e lavoro intellettuale, lavoro esecutivo e lavoro di direzione, ecc.), dalla partecipazione alla distribuzione (ripartizione) del prodotto.
Sull’analisi di classe che abbiamo tracciato si è basato anche il nostro piano d’azione, la linea del Governo di Blocco Popolare (GBP) che abbiamo adottato dal 2008 quando la seconda delle crisi generali del capitalismo generate dalla sovrapproduzione assoluta di capitale è entrata nella sua fase acuta e terminale e le linee specifiche in cui l’abbiamo via via articolata.
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