[Bologna] Costruire il coordinamento sulla questione del verde 

Sabato 7 dicembre si è svolto al Cinema Perla il convegno promosso dal Comitato Besta, che ha visto interventi di tecnici ed esperti, non solo sulla necessità e opportunità della ristrutturazione della scuola, ma anche, più in generale, sulla gestione del territorio e della città. Il Comune ha subito risposto con un “passo di lato” sostenendo, qualche settimana dopo la notizia dell’intenzione di abbattere la scuola, che, invece, non c’è nulla di deciso e invitando il Comitato al percorso “partecipato” “Bologna Verde” sull’utilizzo di alcune aree della città, tra cui il Parco Don Bosco.

Inoltre, pochi giorni fa è stata convocata la prima riunione della Consulta del Verde dall’elezione del “presidente pro tempore”, riunione in cui, in sostanza, non solo sono state mantenute le truppe cammellate regolarmente assenti dai lavori, ma il PD ha fatto intendere che prima della votazione del prossimo presidente della Consulta (che si terrà a gennaio) faranno entrare chi vogliono, anche organizzazioni che con il verde non hanno nulla a che vedere, per rimpinguare le fila dei fedeli all’Amministrazione. 

Tutto dimostra innanzitutto che il Comune non sa come far fronte alla mobilitazione popolare e tenta in tutti i modi di smorzarla, dimostra che Lepore e soci sono deboli. Per trasformare questa debolezza in un appiglio, però, è necessario sviluppare una mobilitazione unitaria e determinata a fare della questione della gestione del verde un problema di ordine pubblico, mettendo chiaramente nel mirino l’Amministrazione e concependosi come una forza alternativa di governo della città che è in marcia. 

1. Portare la questione del verde sul terreno della mobilitazione concreta

La situazione, in altri termini, implica un salto avanti del movimento popolare e ogni salto implica anche l’accentuarsi della lotta all’interno del movimento stesso tra due tendenze, una arretrata e una avanzata:

  • una tendenza è quella di chi si attesta a fare il “consiglieri del principe”, cioè di chi si limita a denunciare che quello che l’Amministrazione fa è privo di buon senso in quanto non rispecchia gli interessi delle masse popolari, sorprendendosi poi che l’Amministrazione non si “ravveda”. Questa è la tendenza arretrata.
  • l’altra tendenza è di chi vede la necessità di passare dalla difesa all’attacco e si mobilita per creare una situazione di ingovernabilità dal basso irrompendo nelle istituzioni per imporre le misure che il movimento stesso indica, come ci ha insegnato la lotta per la difesa del Parco Don Bosco. Questa è la tendenza avanzata. 

Tanto più in ogni contesto si farà un lavoro per spingere in avanti la tendenza avanzata quanto più tutto il movimento farà un salto in avanti. 

2. Combinare la lotta dentro e fuori le istituzioni

È giusto portare avanti la battaglia all’interno delle istituzioni, come stanno facendo, ad esempio, le associazioni “dissidenti” dentro la Consulta del Verde (con l’obiettivo di conquistarla!) ma, allo stesso tempo, anche i fatti di questi giorni dimostrano chiaramente che il gioco è truccato. La legittimità di un organismo popolare può essere solo imposta con la lotta, ciò che implica concepire fin da subito gli organismi che si mobilitano per la difesa del verde e il loro coordinamento come Consulta del Verde di fatto e agire come tale. Prendere in mano dal basso la gestione del verde e del territorio, elaborando il piano alternativo, avvalendosi anche di quanto di elaborato già esiste (come la delibera di iniziativa popolare presentata da Diritti alla Città) e dei tecnici che già si sono messi al servizio del movimento (come dimostra il convegno del Comitato Besta), coordinando quello che già si muove in modo spontaneo e sconnesso sul territorio e costruendo così la mobilitazione che è necessaria per imporre le misure che servono: questa è la via! 

3. Rompere col settarismo e costruire il Centro della mobilitazione popolare 

Per dare prospettiva alla mobilitazione è necessario unire le tante battaglie che in definitiva hanno la stessa causa e lo stesso obiettivo: un modello di gestione della città e del territorio che vada negli interessi dei lavoratori e delle masse popolari, di contro a un’Amministrazione che garantisce gli interessi di speculatori e cementificatori. 

Non è una questione di comitati di “destra” o “sinistra”, è una questione di interessi concreti. Per quanto ci riguarda se l’amministratore delegato di Unicredit vota PD e un esercente che lotta contro il tram vota a Fratelli d’Italia o viceversa poco importa: siamo con l’esercente. Se si guarda alle politiche di gestione del territorio, sulle grandi opere dannose, il turismo dei grandi gruppi, la chiusura delle aziende, non vi è alcuna differenza tra il PD e Fratelli d’Italia. Costruire il coordinamento significa innanzitutto dare protagonismo ai comitati, mettere al centro del dibattito i temi concreti e gli interessi delle masse popolari e contrastare nel nostro campo le false dicotomie del teatrino della politica borghese. 

È fondamentale rompere i settarismi e le divisioni di principio, promuovere la lotta per l’unità d’azione su obiettivi concreti. Serve un fronte stabile e ampio di organizzazioni e individui che si concepiscano e agiscano da subito come Centro promotore della mobilitazione popolare: servono gli “Stati generali per l’ambiente e per il territorio”. 

Con l’occasione esprimiamo la nostra solidarietà ai compagni di AMO Bologna costretti a pagare più di 30000 euro per essersi opposti al Passante di Mezzo e a tutti i compagni colpiti dalle denunce dopo aver difeso e salvato il Parco Don Bosco. Così come abbiamo rispedito al mittente la repressione nel parco ed i tentativi di sgombero, è possibile respingere anche la repressione giudiziaria. Possiamo farlo prendendo in mano l’iniziativa politica, lavorando per trasformare la repressione in solidarietà, rendendo ogni attacco un’occasione di allargare il fronte e la mobilitazione delle forze che si oppongono a questa Amministrazione. Anche la repressione e la lotta al DDL 1660 devono diventare un ambito di convergenza. Questo è il migliore e in definitiva l’unico modo di difendersi: contrattaccare!

Di questo e altro invitiamo a parlare lunedì 16 dicembre dalle 18:30 a Villa Paradiso in un incontro aperto a esponenti di organismi popolari e agli interessati. 

Avanti nella costruzione degli Stati generali dell’ambiente e del territorio che servono! Verso Amministrazioni locali popolari e democratiche, che rispondano agli interessi delle masse popolari, siano dirette da esponenti di loro fiducia e abbiano la forza di prendere delle misure che contrastano gli interessi di speculatori e guerrafondai. Che le iniziative in programma nelle prossime settimane siano tappe di questo percorso!

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