Con questo comunicato, il presidio di Arezzo del Partito dei Carc intende esprimere la propria totale e incondizionata solidarietà ai 33 lavoratori che i padroni della ABB di San Giovanni Valdarno intendono licenziare, e ai loro colleghi che sono altrettanto evidentemente sotto attacco.
I padroni dell’ABB non hanno avuto neanche un briciolo di dignità. Non si sono degnati neanche per un attimo di guardare in faccia quei 33, fra dipendenti e operai, che hanno licenziato con una PEC. Una scelta, è stato detto, che è causata dal rallentamento generale del mercato dell’auto. Eppure non è il primo caso simile! Lo scorso anno venne annunciato che quasi 400 dipendenti correvano il rischio di perdere il posto di lavoro. Quello che è successo il 14 novembre era stato preannunciato già da tempo e, soprattutto, tollerato e avallato anche da quelle istituzioni come la giunta comunale e la sindaca Vadi che oggi piangono lacrime di coccodrillo chiedendo giustizia.
Con quale coraggio la sindaca oggi chiede all’azienda il ritiro dei licenziamenti se quest’estate era accanto al padrone della ABB e agli altri suoi scagnozzi festeggiando l’apertura del nuovo stabilimento? Dov’era quando pochi giorni prima, il 30 ottobre, si è tenuto lo sciopero del personale addetto alla pulizia che nel giro di pochi mesi ha visto continui ritardi nel pagamento degli stipendi? La risposta è semplice: con i padroni!
Con quale decenza, con quale coerenza e con quale faccia Valentina Vadi ed il Partito Democratico oggi chiedono giustizia e diritti per i lavoratori se ieri hanno giocato un ruolo da protagonisti nel togliere diritti a quegli stessi operai oggi licenziati? La risposta è semplice: questa pseudo-solidarietà è un tentavo di mascherare la loro oggettiva complicità con chi sfrutta, affama e, talvolta, uccide gli operai. D’altronde, il modus operandi è molto simile a quello adottato nella vertenza della Bekaert, e abbiamo visto come è andata a finire, affidandosi alle parole e promesse di certi politicanti.
Ciò che è avvenuto all’ABB non è una novità, non è una casualità, né tanto meno non accadrà nuovamente se non sono gli operai stessi per primi ad impedirlo! Non è aspettando le false promesse o i falsi tentativi che i loro complici millantano, che tutto finirà. L’organizzazione degli operai è la via maestra per invertire questa rotta disastrosa e arrestare lo smantellamento delle aziende e dei diritti, al di là di tessere sindacali o altro, come alla GKN di Campi Bisenzio o alla Fimer di Terranuova, anche se di esempi ce ne sono molti altri. Non è impossibile opporsi allo smantellamento né tanto meno far ingoiare ai padroni i licenziamenti ed il loro sfruttamento a discapito di ogni altro lavoratore.
Lo sciopero generale del 29 novembre è una prima occasione per rilanciare la lotta e l’organizzazione dei lavoratori ABB e sospingere il territorio a stringersi non solo ai lavoratori licenziati, ma anche agli altri a cui arriva forte e chiaro il messaggio del padrone: devono ringraziare che non sia toccato a loro.
Invece insieme diciamo no alla guerra tra poveri, organizziamoci in collettivi, comitati, assemblee o nelle forme più opportune per dare il massimo sostegno ai 33 licenziati finchè non torneranno al loro posto: che se ne vadano multinazionali, fondi di investimento e padroni buoni solo ad accaparrarsi soldi pubblici e poi scappare!
SOLIDARIETÀ AI 33 LAVORATORI LICENZIATI!
ORGANIZZARSI PRIMA DELLA PROSSIMA MAIL E DEL PROSSIMO LICENZIAMENTO!
COSTRUIRE ORGANIZZAZIONI OPERAIE IN OGNI FABBRICA DEL VALDARNO E DEL PAESE PER PREVENIRE I COLPI DEI PADRONI, PER GARANTIRE IL LAVORO UTILE E DIGNITOSO!
Partito dei Carc -presidio di Arezzo