Imperialisti americani ed europei fanno di tutto per aggravare e allargare la terza guerra mondiale in corso. E giorno dopo giorno l’Italia è sempre più implicata e coinvolta direttamente nelle operazione militari. La Von Der Leyen e i suoi soci della Commissione Europea blaterano di preparare le masse popolari dei paesi europei a resistere a potenziali attacchi per 72 ore, quando nelle loro mani le masse popolari muoiono ancora di calamità naturali e non possono resistere a 8 ore di nubifragi. In Spagna come in Emilia Romagna i territori sono spolpati, cementificati, abbandonati dalla loro politica di speculazione. Costi quel che costi per le masse popolari.
Nel paese il governo Meloni continua ad attuare l’agenda Draghi, come tutti i partiti di Larghe intese hanno fatto e sono ancora pronti a fare. Arriverà a breve l’ennesima finanziaria lacrime e sangue, l’ennesimo tentativo di peggiorare le condizioni di vita di lavoratori e del resto delle masse popolari. Proseguono i tagli alla sanità pubblica e non può che essere così con un sottosegretario alla salute che fa affari sulle “lungaggini del pubblico”. Prosegue lo smantellamento dell’apparato produttivo non solo lasciando impunito, ma persino aiutando ogni padrone che vuole scappre per delocalizzare dove i costi di manodopera e sicurezza sono più bassi. Tutto questo mentre il governo Meloni e soci portano avanti teatrini pietosi con il padrone di turno, come con Tavares.
Queste sono le loro soluzioni alla crisi. Quelle che servono alla classe dominante per continuare a governare il paese. E pur di trovarle calpestano e uccidono le masse popolari. Devastano i territori, estendono la guerra fuori dal paese e approfondiscono quella contro le masse popolari dentro il paese. In mano a loro l’umanità va alla guerra e verso la catastrofe.
È completamente fuorviante il giubilo o la preoccupazione di chi oggi assiste alla vittoria di Trump negli Usa. Al di là di chi avrebbe vinto, tra lui e la Harris, il programma comune della borghesia imperialista di cui sono portatori è esattamente lo stesso: portare avanti la guerra interna contro la classe operaia e le masse popolari statunitensi, reprimere in maniera sistematica le avanguardie e gli oppositori del regime, difendere il proprio ruolo di capofila della comunità internazionale dei gruppi imperialisti estendendo la guerra commerciale, economica e militare contro i Brics e tutti i popoli che si oppongono all’imperialismo.
Quello che cambia e su cui si scontrano i gruppi Usa è il modo in cui attuare questo programma. A questo si lega il sostegno popolare raccolto da Trump visto come alternativa alla guerra civile contro le masse statunitensi e alle guerre per procura contro i popoli del Donbass e della Palestina condotte dal Partito Democratico, che si è distinto, al solito, come espressione della parte più guerrafondaia e militarista dei gruppi Usa.
In definitiva i gruppi imperialisti USA sono divisi tra loro e si divideranno sempre di più: è nella loro natura, sono concorrenti per la valorizzazione ognuno del proprio capitale. Il contrasto si acuirà, gli scontri si moltiplicheranno e la crisi politica si approfondirà. Non solo noi e i comunisti degli altri paesi ne trarremo profitto, ma anche i comunisti USA impareranno ad approfittarne per la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato negli USA.
Chi si organizza e lotta perché le parti più progressiste della nostra Costituzione vengano davvero attuate, perché sia applicato l’articolo 11 della Costituzione e fermata la spirale di guerre sono le masse popolari del paese. Sono loro che si mobilitano infrangendo leggi ingiuste e decreti. Sono loro che lavorano per coordinarsi a livello nazionale per liberare i loro territori dalle basi militari che fungono da depositi di armi e da avamposto per gli imperialisti Usa-Nato, Ue e sionisti. Perché non ci sia scuola in cui entri la propaganda della guerra.
In tutte le aziende che rimangono aperte, dove infortuni e morti non sono all’ordine del giorno, dove non si applicano leggi criminali come il Jobs Act e i padroni che fuggono e speculano non rimangono impuniti, ci sono operai che si organizzano e fanno valere le loro leggi, le loro regole. Se le masse popolari non restano abbandonate a loro stesse, che sia in una pandemia o in un’alluvione, è perché sono esse stesse a organizzarsi in brigate per gestire le emergenze. Solo il popolo salva il popolo. Questo è il motto che si alza oggi a Valencia e che è vissuto in Emilia Romagna, a Campi Bisenzio e durante la pandemia da Covid 19.
Le misure che sono in grado di fermare la spirale di guerra e di migliorare la vita delle masse popolari esistono già. Lo dimostrano proprio operai, lavoratori, studenti; tutti quelli che si organizzano contro le guerre, per bonificare e gestire i territori, per convertire la produzione e per salvare la sanità e la scuola. Solo che ancora sono applicate sporadicamente, in alcuni ambiti e in alcune zone del paese.
Sono tutte misure che le masse popolari possono prendere e che in parte prendono già, ma che per essere efficaci devono essere applicate su larga scala, dal governo del paese. Un governo che possa renderle leggi e decreti; un governo di emergenza che le masse popolari devono pensare, ragionare e imporre. Verso la cui costituzione far convergere tutte le iniziative, le mobilitazioni e le attività e diventare una forza capace di esprimere il proprio governo!