Basta morti di alternanza scuola-lavoro

Per il tribunale che il 29 ottobre ha emesso la sentenza a carico della Burimec Srl di Lauzacco, in provincia di Udine la vita di Lorenzo Parelli (aveva 18 anni il 29 aprile del 2022 quando è stato assassinato durante l’ultimo giorno di stage -una putrella d’acciaio l’ha colpito alla testa) valeva 23mila euro e un patteggiamento che da 3 anni si trasformerà in un nulla. Anche la titolare della fabbrica dove fu assassinata Luana d’Orazio patteggiò: solo 2 anni e 6 mesi per aver tolto i dispositivi di sicurezza in moda da poter guadagnare di più sulla vita di una giovane operaia. Stessa condanna (ma senza risarcimento) per due operai che affiancavano Lorenzo. In contemporanea si svolgeva a Roma l’assemblea degli Stati generali della Salute e Sicurezza sul lavoro.

Il decreto 1660 vuole mettere in galera chi lotta per la propria dignità, per difendere il proprio posto di lavoro, l’ambiente, la sanità pubblica, il diritto ad una casa ma di fatto assolve gli assassini di operai, dei giovani studenti sfruttati senza retribuzione attraverso l’alternanza scuola lavoro che ora chiamano “Percorsi per le competenze trasversali e l’Orientamento”.

Quale è questo percorso? Quello di sottometterti alle esigenze dei padroni sostenuti da un governo zerbino dei loro interessi. Così come nella strage di Brandizzo, anche a Udine hanno messo sulla scena le responsabilità addossate ai due lavoratori che affiancavano Lorenzo quando è stato assassinato. Stessa condanna e stessa pena per operai c azienda. Chi sfruttava chi?

Dopo la morte a punti (come fosse uguale ai punti tolti dalla patente per un divieto di sosta) ora fanno le assemblee degli Stati generali della Salute e Sicurezza sul lavoro per intossicare i lavoratori, per far vedere che fanno qualche cosa, che si interessano e che hanno superato le frasi delle circostanze fatte di lacrime di coccodrillo, retorica, omelie pretesche, promesse e passerelle. Ma mentre svolgono il loro ruolo da meschini teatranti, gli assassinii aumentano e della sicurezza e della prevenzione, se vuoi parlarne, anzi ascoltare, devi fare il biglietto al loro teatro!

Gli studenti, insieme agli operai di tutto il paese, devono mobilitarsi a partire da ogni scuola, università, azienda e città per i principali appuntamenti delle prossime settimane. Il 15 novembre scenderanno in piazza gli studenti . Il 29 novembre Cgil e Uil hanno indetto lo sciopero generale, cui anche alcuni sindacati di base stanno aderendo. Il 30 novembre a Roma si terrà la mobilitazione nazionale in solidarietà con il popolo palestinese. Queste le tappe più importanti del prossimo periodo!

Dopo lo scorso 28 aprile, in occasione della “Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro”, la CGIL aveva distribuito un dossier informativo per formare delegati e RLS e dopo aver avviato la campagna referendaria “per il lavoro stabile, dignitoso, tutelato e sicuro” niente è cambiato.

Non dobbiamo farci ingannare dai tentativi che la classe dominante usa per farci abituare al fatto che morire sul lavoro è una fatalità o un caso sfortunato, perché vanno di pari passo con la copertura politica, economica e giuridica che i governi delle Larghe Intese danno ai capitalisti. La mano libera ai padroni, in particolare con il governo Meloni, non fa che alimentare sfruttamento, impunità, devastazione ambientale, scarico delle responsabilità sui singoli lavoratori, ricatti e insicurezza.

Alla luce di questi sviluppi cosa è necessario fare? Per affrontare il problema della strage di lavoratori, per dare giustizia a Lorenzo e ai tanti giovani come lui assassinati dallo sfruttamento non possiamo continuare a fare quanto è stato fatto fino a qui, cioè affidarsi al boia – Confindustria e le altre associazioni padronali – o a chi concede al boia la mannaia per colpire i lavoratori, cioè i governi formati dai partiti delle Larghe Intese e tecnici che si sono susseguiti negli ultimi 40 anni. Non possiamo per quello che abbiamo sotto gli occhi: lo stillicidio quotidiano di lavoratori e giovani studenti morti, infortunati e malati.

Dobbiamo e possiamo però organizzare e mobilitare i lavoratori e rafforzare l’azione di RLS, RSU e RSA azienda per azienda affinché attuino direttamente le misure necessarie, per bloccare la produzione quando e dove ci sono criticità, per richiedere controlli dell’Ispettorato sul Lavoro e delle ASL e denunciare quando non avvengono. Dire basta ai “Percorsi per le competenze trasversali e l’Orientamento” ovvero all’alternanza scuola lavoro, ovvero fornire a costo zero manodopera ai padroni! Dobbiamo cominciare ad organizzarci e coordinarci subito, fabbrica per fabbrica, reparto per reparto, nelle scuole superiori!

Le morti sul lavoro e negli “stage” non si ridurranno se ci limitiamo a denunciare i problemi di sicurezza dopo che le stragi, i morti, gli infortuni sono avvenuti. Serve unire le denunce e le segnalazioni di problematiche sui posti di lavoro, i malfunzionamenti al blocco dell’attività lavorativa, qualunque essa sia. Non basta segnalare macchinari, contesti, linee produttive non idonee. Serve fermare il lavoro e rifiutarsi di svolgere la mansione o l’intervento, fino ad imporre la risoluzione del problema e prevenire omicidi e infortuni.

Creare in ogni posto di lavoro organismi di lavoratori che ne impongono il rispetto, l’applicazione e il miglioramento è la linea immediatamente pratica e concreta da seguire, consapevoli che, in termini di soluzione e di prospettiva, l’unica vera sicurezza sul lavoro sarà quella garantita dal controllo operaio e dei lavoratori dentro e fuori i posti di lavoro!

Non c’è un altro modo per rivendicare giustizia per Lorenzo Parelli, Luana D’Orazio, Pierpaolo Bodini (18 anni) morto schiacciato da un macchinario nelle campagne di Lodi, Satnam Singh e per tutti gli uomini, donne e giovani assassinati per ingrassare i padroni e i loro governi.

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