[Cecina] Indagato per una scritta in solidarietà con la resistenza del popolo palestinese al genocidio sionista

Lettera aperta di Gianluca Marinai, compagno della sezione di Cecina del P.Carc

In questi giorni sono stato convocato al Commissariato di polizia di Cecina per ritirare una notifica. Ebbene, ho scoperto di essere indagato perché avrei imbrattato con vernice spray il muro pubblico in via della Circonvallazione a Cecina. Negli atti non compare il contenuto della scritta con cui, a detta della polizia avrei vergato quel muro, ma su quel muro una scritta c’è, chiama alla solidarietà con la resistenza palestinese e reca la firma del Partito dei Carc, il Partito in cui anche io milito. 

Che dire? La denuncia probabilmente parte dal fatto che il lavoro del mio Partito a sostegno del popolo palestinese non passa inosservato, riscuote ampio consenso da parte delle masse popolari e fa venire la bava alla bocca agli agenti sionisti in Italia e ai loro zerbini nelle istituzioni.  D’altra parte è da mesi che l’area politica di cui faccio parte è per questo motivo oggetto di attacchi da parte di politicanti e giornalisti prezzolati che incitano a “processarci”, a “limitare la nostra agibilità”, e chi ne ha più ne metta.

Detto questo, mi è stato comunicato che essendo indagato devo trovarmi un avvocato e pagarlo a mie spese, come se un pensionato, oltre a vivere con una pensione ridicola dopo 43 anni di lavoro e aver avuto la fortuna di non essere tra i 3-4 operai che tutti i giorni muoiono sul lavoro, può permettersi di pagare avvocati perché ritenuto potenzialmente autore di una scritta su un muro!

Sprofondiamo ogni giorno di più nella Terza guerra mondiale e nell’economia di guerra. Il carovita è alle stelle, ogni settore della società è in crisi, tanto dal punto di vista economico e produttivo (vedasi l’esempio delle automotive), quanto da quello dei servizi pubblici e dei diritti, che sono perennemente sotto attacco (vedi sanità, trasporti, istruzione, ecc.). Le morti nei luoghi lavoro si moltiplicano in maniera esponenziale e la crisi climatica, complici decenni di incuria e abbandono dei territori da parte delle istituzioni, ci presenta sistematicamente il conto con disastri che sono oramai all’ordine del giorno. Nell’ultimo mese anche Cecina si è allagata con tutto ciò che questo comporta in termini di danni e disagi per le masse popolari. Ma le istituzioni e le cosiddette forze dell’ordine che fanno? Vanno in giro a “scovare” scritte sui muri e a denunciarne i presunti autori, anziché impiegare quante più forze possibili a pulire i tombini intasati piuttosto che i letti dei fiumi, a curare il verde pubblico e a svolgere tutti quei lavori utili e necessari alla comunità! Oltretutto, quante scritte si vedono a Cecina che alludono al nazifascismo? Mi risulta che nessuno sia mai stato indagato per queste mentre, paradossalmente, vengono perseguiti gli antifascisti che cancellano le svastiche! La verità è che con un pretesto si vuole colpire chi, come me e il mio Partito, è in prima linea nella difesa dei diritti dei lavoratori e delle masse popolari, nell’organizzazione e il coordinamento di quanti oggi si muovono ancora in ordine sparso contro il disastroso stato di cose presente. organizzandoli anche contro il genocidio del popolo palestinese portato avanti dai sionisti israeliani con la complicità del governo Meloni.

E allora chiudo dicendo che la repressione è un’arma a doppio taglio: può intimidire, ma anche rafforzare; può contribuire a creare il fronte che oggi serve per produrre un drastico, quanto mai necessario, cambio di rotta. Per questo chiamo i partiti e le organizzazioni del movimento comunista, le organizzazioni sindacali combattive, gli esponenti dei movimenti che animano la resistenza popolare, i sinceri democratici e la comunità palestinese a esprimermi solidarietà e a sostenermi, anche economicamente, nelle spese che dovrò affrontare per questa accusa ridicola.

La solidarietà in questa fase storica, con un governo come quello attuale che si appresta a varare un pacchetto sicurezza (il ddl 1660) dai contenuti quelli sì eversivi dell’ordine democratico, è ancora più determinante. Usiamo, quindi, anche la mia “piccola” vicenda repressiva per unire le forze e dire NO alla guerra, all’economia di guerra, alla sottomissione del nostro paese alla Nato, alla Ue e ai sionisti; per dire BASTA alla devastazione ambientale, alle morti sul lavoro, alla precarietà; per dire SI alla costruzione di un governo di emergenza che sia realmente espressione dei nostri interessi. Questa è anche la strada per contribuire al meglio alla lotta del popolo palestinese contro lo Stato sionista e illegittimo di Israele.

Gianluca Marinai

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