Un’altra strage sul territorio bolognese. Sei mesi dopo la strage di Suviana e due settimane dopo la morte a San Giorgio di Piano di un operaio che lavorava sulla linea ferroviaria, alla Toyota Material Handling di Borgo Panigale è accertata la morte di due operai e ci sono almeno 11 di feriti, di cui alcuni gravi, a seguito di un’esplosione nello stabilimento avvenuta ieri. Da più parti e gran voce si leva una parola sola: BASTA! Ma cosa può fare ogni lavoratore, cosa può fare il sindacato per fermare questa strage?
Chi la mattina si alza per andare a lavorare lo sa bene: morti, infortuni sul lavoro e malattie professionali non sono una fatalità né sono dovuti “all’errore umano” di questo o quel lavoratore. Sono un “effetto collaterale” dell’aumento dei ritmi di lavoro, del lavoro precario e in nero, del sistema degli appalti e dei subappalti, del ricorso alla censura, agli obblighi di fedeltà aziendale e di altre forme di repressione, del mancato rispetto delle procedure di sicurezza e dell’eliminazione dei diritti sindacali.
Sono, cioè, omicidi: un frutto avvelenato della crisi generale del capitalismo, dello smantellamento dell’apparato produttivo e dell’economia di guerra.
Le leggi ci sono. Su altri provvedimenti si lotta per l’approvazione: dalla Legge di Iniziativa Popolare promossa da USB per l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro, al referendum promosso dalla CGIL e altri sull’abrogazione delle norme che impediscono, in caso di infortunio sul lavoro negli appalti, di estendere la responsabilità all’impresa appaltante.
Ma non ci limitiamo a rivendicare ai vertici di governi e istituzioni compiacenti con Confindustria, Legacoop e soci, l’approvazione e l’applicazione di leggi contrarie ai loro interessi, leggi che al più applicano con il solo intento di scaricare la responsabilità e i costi della sicurezza sui lavoratori. È doveroso partecipare in massa agli scioperi e alle mobilitazioni dei prossimi giorni (scioperare e far scioperare a prescindere dalla tessera) promosse, per ora, da SGB, USB e FIOM. Ma non possiamo più limitarci solo a promuovere le pur sacrosante manifestazioni di protesta il giorno DOPO l’ennesimo omicidio!
La cosa determinante per la tutela della salute e della sicurezza sui posti di lavoro sono il protagonismo, l’organizzazione e il coordinamento dei lavoratori dentro e fuori i posti di lavoro. Serve una denuncia generalizzata PRIMA della prossima strage: ogni lavoratore o gruppo autoconvocato di lavoratori, ogni RLS, ogni sindacato deve identificare, denunciare le criticità e mobilitarsi di conseguenza. Se l’RLS o il sindacato nicchia o peggio è compiacente con l’azienda, va sostituito. Subito!
Un tassello necessario è la mobilitazione e la valorizzazione di tecnici che si fanno carico di denunce anonime, incontrano i lavoratori in assemblea dentro e fuori l’azienda, identificano con loro le misure da prendere e sulle quali bisogna dare battaglia. Oltre a segnalare macchinari, procedure, contesti non idonei, bisogna infatti costruire il gruppo, anche piccolo, di lavoratori disposti a dare battaglia, a fermare se necessario il lavoro e rifiutarsi di svolgere la mansione o l’intervento, fino ad imporre la risoluzione della questione così da prevenire omicidi e infortuni. Per non piangere i nostri morti, dobbiamo applicare la prevenzione facendo valere la forza dell’organizzazione!
Di questo parleremo domenica 3 novembre alle 16:30 presso il Centro Sociale Culturale Villa Paradiso Bologna con Delio Fantasia, ex operaio Stellantis e licenziato politico, che ha scritto e presenta a Bologna “Il Segreto di Lorenzo” edito Edizioni Rapporti Sociali con l’Associazione Resistenza, racconto di un omicidio sul lavoro dedicato a Umberto Musilli e Venanzio Feliziani, due compagni operai che hanno perso la vita. Insieme a Fantasia, in collegamento, parliamo delle esperienze concrete fatte da tecnici, sindacalisti e lavoratori aderenti a sindacati, partiti e senza tessera del nostro territorio.
Contattaci per partecipare!