Il Partito dei CARC aderisce e parteciperà alla seconda Assemblea Nazionale “Rete Liberi e Libere di Lottare – Fermiamo il ddl 1660” del 27 ottobre che si svolge a Napoli (Villa Medusa – Casa del Popolo, via di Pozzuoli 110) e invita quante più realtà politiche, sociali e sindacali a sostenerla e a parteciparvi.
La mobilitazione contro il ddl 1660 è a tutti gli effetti uno dei fronti della resistenza popolare che si aggiunge e combina con gli altri fronti di lotta già aperti nel nostro paese: contro la guerra, contro lo smantellamento dell’apparato produttivo, contro la devastazione ambientale, contro la distruzione del sistema sanitario, del sistema pensionistico, dell’istruzione pubblica e degli altri servizi pubblici, contro il carovita e l’aumento della precarietà.
La giornata del 5 ottobre indica la strada che dobbiamo seguire per fermare l’approvazione oppure sabotare l’attuazione delle misure contenute nel disegno di legge qualora venisse approvato. Infatti, il governo Meloni ha usato la manifestazione del 5 ottobre come una sorta di “prova generale”: vietandolo per motivi di ordine pubblico ha tentato di applicare alcune parti del nuovo “pacchetto sicurezza” già prima che entrasse in vigore ma gli è andata male dato che, oltre le proteste è cresciuta anche la spinta a violare il divieto di manifestare! Questo a riprova di che cosa? Del fatto che la repressione può diventare un boomerang per chi ce la scaglia addosso: la repressione – e la lotta alla repressione – suscita solidarietà e spesso introduce alla lotta politica e, nel caso di specie, la presenza di oltre 10mila persone a un corteo che sulla carta era stato vietato è una prima vittoria che getta basi più solide alla lotta contro il ddl 1660. Il valore di quella giornata è comprovato anche dal fatto che, dopo il terrorismo poliziesco e mediatico condotto dal governo e i roboanti titoli di giornale del giorno dopo la manifestazione, della giornata del 5 ottobre non parla più nessuno. Come se non ci fosse stata. Il suo insabbiamento è il secondo passo dopo la sfrenata criminalizzazione che l’ha preceduta, è il tentativo di scongiurare che il suo valore sia riconosciuto e che i suoi insegnamenti siano usati. Non dobbiamo permetterlo! Anzi, dobbiamo trattare, discutere e fissare cosa quella giornata ci insegna: che le leggi valgono fin tanto che qualcuno le rispetta, e vanno a ramengo se la disobbedienza è allargata e determinata. Ebbene, estendiamo questo esempio contro le precettazioni degli scioperi, contro il caro-bollette, contro le sanzioni pecuniarie, contro lo smantellamento dell’apparato produttivo, i tagli alla sanità, ecc.
In questa lotta i lavoratori devono assumere un ruolo da protagonisti. D’altro canto è evidente e conclamato che l’obiettivo di questo provvedimento è quello di colpire la classe operaia e il resto dei lavoratori. Il ddl 1660 va a colpire, infatti, (come già avevano fatto i pacchetti sicurezza firmati da Salvini) il patrimonio storico di strumenti di lotta proprio dei lavoratori come i picchetti, i blocchi stradali, i presidi davanti e dentro le aziende per impedire il saccheggio di magazzini e impianti (come fanno da tre anni i lavoratori della ex GKN). Per la classe dominante, questi sono strumenti sempre più incompatibili con il restringimento dei diritti a cui essa stessa è costretta sempre più a ricorrere nel vano e disperato tentativo di far fronte alla crisi del sistema capitalista.
Repressione ma anche censura. E’ interesse dei padroni provare a silenziare le voci dei lavoratori e delle loro avanguardie come è successo al compagno Lino Parra, compagno del P.CARC ed ex lavoratore delle Ferrovie dello Stato e che andrà a processo il 29 novembre, accusato di aver offeso l’onore di alcuni carabinieri, “prontamente intervenuti” a verificare che cosa stesse facendo il compagno davanti alla Sevel di Atessa…un volantinaggio che denunciava le morti dei lavoratori! Lino è accusato di aver pronunciato parole offensive contro gli agenti, ma il punto è che è sotto processo perché in questo sistema i capitalisti e le forze dell’ordine che ne tutelano gli interessi vogliono intimorire chi alza la voce.
Alla luce di questa situazione ben vengano tutte le iniziative contro questo ennesimo provvedimento liberticida, iniziative come quelle promosse anche dai sindacati che si sono tenute in tutta Italia il 18 e 19 ottobre.
Proseguiamo su questa strada partecipando in massa alla mobilitazione chiamata per lunedì 28 ottobre, h 8:30, a Piazza Nazionale per andare tutti insieme al Tribunale di Napoli e accompagnare i 43 imputati del Maxiprocesso contro i Disoccupati 7 Novembre e Cantiere167 Scampia, militanti del SI Cobas e del Laboratorio Politico Iskra. Partecipiamo per ribadire che a essere “socialmente pericolosi” non sono i compagni che oggi si sono trovati vittima di questo atto repressivo e a cui deve andare incondizionatamente la nostra solidarietà, il vero criminale e nemico delle masse popolari è questo governo che mira a fermare anni di lotta per il lavoro!
Ebbene, le tante iniziative messe in campo (afferenti alla Rete ma non solo) dimostrano concretamente le possibilità e le potenzialità dell’unità d’azione per proseguire con superiore determinazione la lotta contro questo disegno di legge e più in generale la lotta per cacciare il Governo Meloni e sostituirlo con un governo che sia espressione degli interessi e dei bisogni dei lavoratori e del resto delle masse popolari: l’unico governo che abbia effettivamente interesse a vietare la vendita delle aziende a multinazionali straniere, a nazionalizzare le aziende lasciate andare in malora dai capitalisti, a riconvertire l’attività di quelle esistenti per fare il lavoro necessario a rimettere in sesto il paese, a tradurre in misure concrete quanto le leggi già oggi prescrivono a tutela della sicurezza dei lavoratori, ad arrestare i processi di militarizzazione dei nostri territori e a porre fine, immediatamente, alla partecipazione dell’Italia alla guerra della NATO contro la Federazione Russa e al sostegno all’occupazione della Palestina da parte dei sionisti. Solo un governo di questo tipo può impedire che misure come il ddl 1660 diventino legge!
L’Autunno che viene si preannuncia incandescente, bisogna dare uno sbocco politico a questa situazione: puntare a governare, facendosi forza sulla sempre più capillare rete di organizzazioni operaie e popolari, comitati, sindacati, associazioni, partiti, collettivi, singoli compagni, lavoratori e operai che intendono invertire l’attuale catastrofico corso delle cose.
Organizziamoci e coordiniamoci per cacciare il governo della guerra e della repressione!