[Bergamo] Allora non è vero che i soldi non ci sono

Frequenti sono le dichiarazioni di tecnici, esperti, masse popolari sulla necessità di interventi preventivi per manutenzioni del territorio, per sviluppare una ricerca scientifica, per acquistare attrezzature utili, fornire servizi o altro per non trovarci poi in situazioni peggiori. Su queste richieste i governi locali e nazionali spesso ci dicono che non ci sono i soldi o che non ce ne sono a sufficienza per sostenere gli interventi. Esempi ultimi delle conseguenze sono i danni per le varie alluvioni con i ristori ridicoli per i danni subiti (anche a Longuelo), la situazione della Sanità e della Scuola. Abbiamo sentito il ministro Musumeci che in merito ai danni per le alluvioni (ma ne avevano parlato anche in occasione di terremoti) vuole introdurre l’obbligo di polizze assicurative. Per i servizi pubblici, invece sono sempre più a pagamento. Sulla scia di questo andazzo anche la Carnevali a BG istituisce il fondo di Solidarietà per raccogliere denaro da chi vuole darne a questi fini facendo leva sul buon cuore delle masse popolari! E così arrivano somme più o meno consistenti: da subito più di 400.000€ da alcune banche, dalla SACBO, dalla MIA, dalla Caritas e via di questo passo. Dopo che le varie amministrazioni non si sono curate (appunto dicendo che non c’erano soldi) degli allarmi della popolazione per il degrado dell’alveo del Morla, come dell’incuria e delle speculazioni edilizie sul resto del reticolo idrico cittadino, questo mostra che in realtà i soldi ci sono ma che sono nelle mani sbagliate rispetto a chi dovrebbe utilizzarli per far funzionare e tenere efficiente e sicura la cosa pubblica. E così per un funzionamento adeguato della cosa pubblica siamo alla questua istituzionale (ricordiamo anche quella in occasione della pandemia COVID con la raccolta di svariati milioni di euro), che nulla garantisce sulla trasparenza delle sue entrate in modo correlato alla capacità di contribuzione, come previsto dalla Costituzione.

Ma di soldi se ne trovano però sempre per concedere continui svariatissimi favori fiscali e contributivi alle imprese, alle banche e ai ricchi in genere, per opere speculative, inutili e spesso anche dannose e da tempo anche al finanziamento delle guerre in giro per il mondo. Le certe entrate vengono dai prelievi sul lavoro dipendente. E dove non bastano si fanno tagli o si fanno pagare i servizi pubblici!

È questua istituzionale! Viene utilizzata verso il popolo come strumento di unità per coprire in realtà la corruzione morale di una classe dirigente politica ed economica che tutto fa per salvarsi la faccia agli occhi delle masse popolari continuamente vessate e intascarsi lauti sostegni pubblici e profitti in ogni campo.

Fa così particolare impressione e la dice lunga la prostrazione della sindaca Carnevali nei confronti dei benefattori che ovviamente assumono un ruolo preminente nella considerazione sociale, indotto dalle istituzioni cittadine. Ai vertici di tali istituzioni troviamo poi spesso esponenti della classe dominante che derivano da una qualche famiglia o organismo che si è fatto un nome per lo sfruttamento nel tempo dei lavoratori e delle masse popolari. E ci tocca, secondo loro, pure ringraziarli e adularli.

VERGOGNA, sono tutti responsabili di questo scempio! Di questa guerra di sterminio non dichiarata nei confronti delle masse popolari che fa più morti di quelle militari. Che provoca morti per fame, per malattie curabili, per incuria dell’ambiente, per inquinamento, infortuni e omicidi sul lavoro, per il degrado morale e sociale in cui spingono questa società per mantenersi lussi e privilegi alla ex ministro Brunetta, ora presidente del CNEL.

Dobbiamo organizzarci in comitati di lotta per mettere a punto le soluzioni ai problemi che viviamo nello sviluppo della situazione di degrado in cui ci spinge la classe al potere. Soluzioni che nei vari campi già vengono elaborate nel dibattito popolare dei territori. Dobbiamo coordinarci in organismi territoriali per dargli forza di governo e cacciare queste amministrazioni che tutto fanno tranne che amministrare nell’interesse delle masse popolari e dei lavoratori ma che garantiscono la remunerazione dei profitti e delle rendite dei ricchi e delle imprese dei capitalisti.

Costruire amministrazioni locali di emergenza

formate dagli esponenti degli organismi popolari di cui riscuotono la fiducia

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