Alla campagna mediatica intimidatoria orchestrata da questura di Roma e ministero dell’Interno, che minacciano “fermezza” nei confronti di chi oserà sfidare il loro divieto di manifestare domani a Roma (con toni che ricordano molto Genova 2001, nonostante le rassicurazioni sui “progressi” del sottosegretario agli spioni Mantovano), si aggiungono le ormai solite manovre sporche dei sionisti.
Le conosciamo bene, per i molteplici tentativi che vediamo da mesi di criminalizzare il P.CARC, la carovana del (nuovo) PCI e altri compagni come Chef Rubio e si inaspriscono tanto più viene smascherato il carattere criminale, assassino e terroristico del genocidio il Palestina e dell’invasione del Libano da parte dello Stato illegittimo di Israele. Cartelloni con foto di agenti sionisti (che si rivendicano come tali) in cui sono riportati discorsi virgolettati che ne riportano letterali e gravi dichiarazioni, per noi sono poco e niente in confronto alle migliaia di morti causate da IDF con i bombardamenti indiscriminati, il voluto dilagare di malattie nella Striscia di Gaza, la distruzione di fogne, strade e ogni infrastruttura in Cisgiordania. Hanno anzi avuto il pregio di mettere in chiaro chi sono e da che parte stanno e non ci sembra siano arrivate smentite di sorta da parte dei soggetti interessati.
Naturalmente i giornalisti di regime o pseudo tali si guardano bene dall’entrare nel merito di questi contenuti, cercano di buttarla in caciara per seminare veleno e divisioni, per intimidire chi da sempre è al fianco della Palestina e della indomita resistenza delle sue masse popolari, vaneggiando di minacce e pericoli usando l’equazione sempre verde che equipara antisionismo e antisemitismo. Il mondo intero è in pericolo per la furia distruttrice sionista, e dei paesi imperialisti, USA in prima fila e gli zerbini UE subito dietro in buon ordine, che li sostengono senza tentennamenti davanti a ogni atrocità e ci fanno affogare sempre più nella Terza Guerra Mondiale. Questo è il problema da cui cercano di distogliere in ogni modo l’attenzione delle masse popolari e della classe operaia.
L’attacco sionista è toccato anche al professor Luciano Vasapollo, membro della Rete dei Comunisti e reo, secondo il ben noto “giornalista” Del Debbio di Rete 4, di aver difeso pubblicamente le ragioni della resistenza palestinese, di aver tirato in ballo le accuse dei giudici della Corte Penale Internazionale che l’entità sionista vede come il fumo negli occhi, al pari delle altre istituzioni internazionali come l’ONU che osano criticarli (non stopparli, criticarli e basta).
L’intimidazione è arrivata (in diretta TV) a pochi giorni dalla manifestazione del 5 ottobre e ci sembra evidente l’obiettivo di tentare di colpire un’organizzazione, la Rete dei Comunisti, che ha detto pubblicamente che scenderà in piazza non solo in solidarietà alla Palestina, ma anche per difendere il diritto di manifestare riconquistato dalla Resistenza partigiana e oggi di nuovo messo in discussione dal governo Meloni, composto dagli emissari della famiglia Berlusconi che di Del Debbio sono i padroni che lautamente lo foraggiano tramite Mediaset per sputacchiare le provocazioni a cui ormai ci ha abituato. Fra le quali quelle di Salvini, poche ore dopo ospite di Del Debbio, che non ha perso occasione per chiedere il licenziamento del professor Vasapollo dall’università. Salvini…
L’intimidazione infatti è rivolta anche al mondo universitario e accademico, in quanto le affermazioni del professore sono state fatte durante un’assemblea promossa dagli studenti di Cambiare Rotta alla Sapienza. Per noi cambia poco se fossero state pronunciate durante una sua lezione perché il loro contenuto è giusto e del tutto legittimo.
Si tratta di un attacco che, oltre a tentare di colpire il singolo, ha l’obiettivo di provare a intimidire anche gli studenti e i professori, di restringere gli spazi di dibattito e agibilità nelle istituzioni scolastiche e nelle università, il tutto nel solco della loro militarizzazione a uso e consumo dell’Esercito e di multinazionali belliche con la Leonardo in testa.
Al professor Vasapollo e alla sua organizzazione, con cui abbiamo diverse divergenze politiche e di metodo, va la nostra solidarietà. Questa è principale rispetto a ciò che ci divide, è principale perché serve a rafforzare il campo delle masse popolari e rispedire al mittente gli attacchi e le perniciose provocazioni degli agenti prezzolati dei sionisti.
Invitiamo le altre forze del movimento comunista a fare altrettanto per consolidare il fronte di coloro che domani scenderanno a Roma e che costituiscono la spina dorsale del fronte anti Larghe Intese che serve qui e ora per cacciare il governo Meloni e il suo schieramento di questurini incalliti e nostalgici del Ventennio, perché sia utile a sviluppare il dibattito fra comunisti ovunque collocati su come portare avanti il compito storico di fare dell’Italia un nuovo paese socialista.
La solidarietà è una questione di classe, la nostra, da contrapporre a chi cerca di dividerci per poter continuare a imporre misure fatte di lacrime e sangue nel modo più indisturbato possibile, a chi cerca di prolungare l’agonia del sistema capitalista che muore nel vano tentativo di sbarrare la strada a quello nuovo che preme per nascere, di cui noi comunisti siamo i levatori.