Il 21 settembre a Firenze il P.Carc ha partecipato al corteo organizzato dal Comitato No Comando Nato né a Firenze né altrove. A comporre il corteo di circa duemila persone. Oltre alle organizzazioni popolari e studentesche fiorentine, erano presenti anche i principali comitati e organizzazioni che si oppongono alla militarizzazione dei territori: No Base Nato di Coltano, No Muos, A Foras, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università. Presenti diverse sigle sindacali come Cobas, Cub, Usb; diverse organizzazioni politiche come Potere al Popolo, Cambiare Rotta e Resistenza Popolare; la comunità palestinese e il fronte antimperialista internazionale.
Il corteo ha attraversato le strade del quartiere popolare di Gavinana, prossimo alla caserma che dovrebbe ospitare il comando, per poi finire al Centro Popolare Autogestito. Un percorso che ha permesso di intercettare i residenti, fare controinformazione e spingerli alla mobilitazione, non solo contro l’installazione del singolo comando, ma più in generale contro la Nato e la militarizzazione dei territori.
Nei diversi interventi fatti durante la manifestazione è stata avanzata da più parti la necessità di far convogliare ognuna delle singole mobilitazioni nella più ampia lotta contro la Nato e contro la guerra. Dalla scuola alla sanità fino al lavoro, ogni settore subisce oggi, inevitabilmente, gli effetti del vortice di guerra in cui il governo Meloni sta trascinando il paese.
Di particolare importanza l’intervento del Comitato No Comando Nato che ha spiegato come la giornata del 21 rappresenti solo una tappa (il 4 novembre è già prevista un’altra manifestazione) nel quadro della più ampia mobilitazione contro la Nato e la guerra che i comitati territoriali di tutto il paese stanno preparando. È stata, inoltre, indicata la necessità di costruire un coordinamento nazionale contro la militarizzazione dei territori ed è stata rilanciata l’attività del coordinamento nazionale contro il ddl 1660, la Rete Liberi/e di lottare.
Si deve anche al contributo della Rete se quella che era stata inizialmente concepita come mobilitazione locale ha assunto, invece, un carattere nazionale, entrando in sinergia con la mobilitazione contro censura e repressione.