Il 12 settembre, la cooperativa Newcoop Don Milani, storica azienda di Carini (PA) che gestisce la logistica, lo stoccaggio delle merci e la distribuzione per i supermercati, ha licenziato il delegato sindacale e RSA Francesco Loria e ha sospeso altri cinque lavoratori per un giorno, tutti iscritti alla Filt Cgil Palermo. A tutti loro va la nostra solidarietà e chiamiamo i lavoratori e gli organismi politici e sociali del territorio a fare altrettanto: se toccano uno, toccano tutti!
Il motivo di quest’attacco? A detta dei vertici aziendali, per via di “un atteggiamento troppo aggressivo da parte del rappresentante sindacale nei confronti del datore di lavoro”. Analizzando però meglio la faccenda, emerge presto la verità.
Quest’estate gli operai sono stati costretti a lavorare a ritmi estenuanti, 7 giorni su 7 e senza possibilità di recuperare le energie psico-fisiche in un contesto in cui i magazzini diventano dei veri e propri forni, con tassi di umidità che sfioravano il 90%. I lavoratori hanno quindi deciso di sottoporre all’azienda queste gravi problematiche. La risposta dell’azienda? Il licenziamento di Francesco Loria, portavoce delle istanze dei ben 200 lavoratori dello stabilimento, reo di aver denunciato al suo responsabile di impianto condizioni di lavoro insostenibili!
Bene ha fatto: d’altronde, la garanzia di salute e di sicurezza sui posti di lavoro non può certo arrivare dai padroni – che non hanno alcun interesse in tal senso – ma deve quindi essere necessariamente posta e gestita dai lavoratori organizzati!
Allo stesso tempo, sappiamo quanto la repressione rappresenti una ghigliottina sulla testa dei lavoratori: spesso non si denuncia e si accetta di lavorare in condizioni non idonee per via dei ricatti, delle pressioni e delle ritorsioni padronali (e non solo). A fronte di ciò, anche qui, è necessario organizzarsi e coordinarsi per far sì che la repressione possa e debba essere rispedita al mittente, costruendo fronti uniti dentro e fuori i posti di lavoro, imparando anche a incontrarsi segretamente, lontano dagli occhi del padrone per poter discutere insieme cosa fare e quali alleati trovare.
In quest’ottica, giusta la risposta della Cgil che ha chiamato un’assemblea molto partecipata e lanciando 24 ore di sciopero, di cui le prime 8 si sono svolte lunedì 16 settembre sotto forma di un presidio solidale ai cancelli della Newcoop. La risposta deve essere ampia e collettiva: questo licenziamento infatti è politico e ha come fine non solo quello di cacciare via un lavoratore scomodo, ma anche mettere in guardia tutti gli altri operai dell’azienda che tentano di alzare la testa per migliori condizioni lavorative.
Come Partito dei CARC, sosteniamo la battaglia per il reintegro di Francesco Loria e farlo vuol dire alimentare la lotta di tutti i lavoratori e delegati sindacali che si mobilitano contro il corso catastrofico delle cose, contro la devastazione e la miseria che la classe dominante causa fra le masse popolari. Infatti, il caso di Francesco Loria non è isolato: i licenziamenti politici si susseguono da un capo all’altro del paese. Tocca ai lavoratori far valere tutta la propria forza e rispedire al mittente questi attacchi, attraverso la solidarietà di classe a prescindere dalle appartenenze sindacali e politiche. Ciò significa promuovere organismi operai e popolari (OO e OP), mobilitando e la valorizzando tecnici, esperti, eletti, sinceri democratici, sindacalisti, ecc. a loro sostegno. A conferma, proprio in Newcoop anni fa nacque il collettivo di fabbrica “100 passi nella logistica” con il fine di fare rispettare le condizioni dei lavoratori della logistica in generale. Che si creino altri 10, 100, 1000 collettivi di fabbrica e che essi si organizzino in una rete nazionale!
In quest’orizzonte, la costruzione di un coordinamento nazionale dei delegati-lavoratori contro i licenziamenti politici è un primo passo per mettere in collegamento e in rete i tanti lavoratori e lavoratrici attaccati (come i casi di Simone Casella alla WORSP di Pisa o di Delio Fantasia alla Stellantis di Cassino, solo per citarne alcuni), per formare e difendere quelli che si vogliono attivare, per invertire i rapporti di forza nelle aziende e nella società e arrivare a cacciare il governo Meloni, che è responsabile politico della strage quotidiana e dei licenziamenti (in continuità con chi l’ha preceduto e ha fatto poco e niente) e che con il DDL 1660 vuole dare un ulteriore stretta. Come Partito dei CARC siamo a completa disposizione per ulteriori informazioni sul percorso d’avvio del coordinamento nazionale e invitiamo a mettersi in contatto con noi per dare forza e contenuto a questo progetto!
La mano libera ai padroni, in particolare con il governo Meloni, non fa che alimentare sfruttamento, impunità, devastazione ambientale, scarico delle responsabilità sui singoli lavoratori, ricatti e insicurezza. Un motivo in più per cacciarlo e sostituirlo con un governo che sia espressione delle necessità delle masse popolari, un Governo di Blocco Popolare, come per l’appunto salute e sicurezza.
Per tutti questi motivi, vi invitiamo a seguire e a partecipare al dibattito “Basta stragi sul lavoro! La vita dei lavoratori conta” che si terrà il prossimo 27 settembre alle 17:30 a GTA – Gratosoglio Autogestita a Milano (via Lelio Basso, 7) all’interno della Festa nazionale di Riscossa Popolare.
Con Francesco e tutti i lavoratori colpiti dalla repressione padronale: la solidarietà di classe è un’arma poderosa che dobbiamo costruire e usare per passare dalla difesa all’attacco!
Partito dei CARC – Palermo