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Palestina libera
il governo Meloni è complice del genocidio
I sionisti stanno scavando la fossa a loro stessi e al loro Stato razzista, teocratico, suprematista e coloniale di Israele.
La resistenza del popolo palestinese e dei popoli del Medio Oriente vincerà.
Nonostante le superiorità militare, economica e tecnologica, in un anno di aggressione l’esercito di occupazione israeliano non è riuscito a cancellare le forze della resistenza palestinese. È riuscito soltanto a conquistare il primato di efferatezze e crimini contro la popolazione civile, un genocidio che fa impallidire i “burocrati della morte” di hitleriana memoria.
Le “operazioni militari” delle forze di occupazione sono limitate ai bombardamenti indiscriminati e ai crimini di guerra, compresi i proditori atti di terrorismo di massa spacciati per “raffinate operazioni di intelligence”.
L’esercito di occupazione è allo stremo: il governo sionista sta provando a reclutare i rifugiati africani in cambio della promessa di cittadinanza.
La società israeliana è in pezzi. Esercito contro governo, coloni contro cittadini, istituzioni contro gli ostaggi e le loro famiglie, manifestazioni, scontri, arresti di oppositori, scioperi generali, polizia nelle strade. Persino il capo dello Shin Bet (i servizi segreti israeliani), Ronen Bar, in una lettera aperta a Netanyahu del 31 agosto, ha affermato che il “terrorismo ebraico sta mettendo in pericolo l’esistenza stessa di Israele”.
I sionisti stanno spolpando le masse popolari ebree e i popoli del mondo, come i nazisti hanno spolpato i tedeschi, gli ebrei e gli altri popoli del mondo. Se sono ancora in piedi, i sionisti d’Israele lo devono al sostegno che ricevono dai governi dei paesi imperialisti. Anche dal sostegno e dalla complicità del governo Meloni.
Il governo che è complice del genocidio in Palestina e che sostiene il terrorismo israeliano vuole imbavagliare il movimento di solidarietà con il popolo palestinese, vuole criminalizzare tutte le proteste e vuole impedire ogni tipo di manifestazione.
In parlamento è in via di approvazione il nuovo pacchetto sicurezza (ddl 1660) che, fra le altre cose, introduce il reato di opinione e lo equipara al terrorismo (viene chiamato “terrorismo della parola” e riguarda ogni testo o discorso che incita a cambiare le cose, a organizzarsi e a mobilitarsi) e perseguita le manifestazioni e le mobilitazioni, accanendosi in particolar modo contro quelle pacifiche.
Al ministero dell’interno, Piantedosi minaccia di vietare il corteo nazionale in solidarietà con il popolo palestinese del 5 ottobre perché secondo la potente comunità sionista che opera in Italia “inneggia al terrorismo”.
Viva la resistenza
il 5 ottobre a Roma nonostante minacce e divieti
Rispediamo al mittente le accuse di terrorismo che vengono fatte dai veri terroristi.
Rispediamo al mittente i tentativi di criminalizzare la resistenza palestinese e far passare i macellai sionisti come “vittime”.
Rispediamo al mittente ogni tentativo di vietare la manifestazione del 5 ottobre a Roma. I divieti valgono solo se qualcuno li rispetta, ma i divieti dei complici dei terroristi e dei genocidi non valgono niente e non vanno rispettati.
Il 5 ottobre inondiamo Roma con le bandiere della Palestina. Scrivici a carc@riseup.net per organizzarti con noi.
La più alta forma di solidarietà con il popolo palestinese e i popoli del Medio Oriente, le masse popolari italiane possono darlo cacciando il governo Meloni e sostituendolo con un governo di emergenza popolare. Un governo guidato dall’obiettivo di attuare le parti progressiste della Costituzione del 1948, prima fra tutti l’articolo 11 e di schierare l’Italia al fianco del popolo palestinese.
Oggi come ieri viva la resistenza.