[Firenze] Partecipiamo al corteo del No Comando Nato del 21 settembre

La Federazione Toscana del P.CARC partecipa e invita tutti a partecipare al corteo organizzato dal comitato “No al Comando NATO – né a Firenze, né altrove” che si svolgerà sabato 21 settembre a Firenze, con partenza alle ore 16:00 da piazza Gino Bartali nel quartiere di Gavinana.

Il comitato – di cui facciamo parte fin dalla sua fondazione – ha organizzato il corteo nel quartiere popolare di Gavinana per dire “no” alla guerra e alla Nato e “no” all’invio di armi e alle spese militari che alimentano i conflitti di matrice imperialista dall’Ucraina alla Palestina. La manifestazione ha l’obiettivo di coinvolgere le masse popolari della zona che si trova a 2 km da dove vorrebbero installare il nuovo Comando e quindi è un potenziale bersaglio in caso di attacchi, e sviluppare il coordinamento con le tante altre realtà che si oppongono alla guerra e alla presenza di basi militari Nato e Usa sul nostro suolo, e che parteciperanno al corteo. Infatti la manifestazione, che era inizialmente nata su un piano cittadino, ha poi raccolto attenzione e sostegno di tanti altri organismi nel corso dell’estate, grazie alla partecipazione del comitato ai tavoli e dibattiti nei campeggi di lotta (No MUOS, A Foras) e nelle iniziative politiche in varie parti d’Italia (Festa nazionale della Riscossa Popolare a Pontedera, Fest8lina a Pisa, Festa Rossa a Lari) e si è quindi trasformata in un appuntamento nazionale.

A più di un anno dalla scoperta da parte di un gruppo di cittadini del progetto di installazione del Comando Nato nella caserma Predieri a Rovezzano e a più di un anno dalla nascita del comitato No Comando Nato, ancora né l’amministrazione comunale, né la Regione, né tanto meno il Ministero della Difesa hanno dato ai cittadini di Firenze la benché minima informazione sul progetto. Niente di niente, nonostante le mobilitazioni, le tante assemblee, le iniziative, le interrogazioni comunali, i volantinaggi, le richieste formali e informali alle istituzioni locali. Silenzio assoluto pure durante la campagna elettorale per le scorse elezioni amministrative, quando i membri del comitato hanno fatto sentire la loro voce agli appuntamenti istituzionali e non in più di un’occasione, ma sono stati ignorati, sia dalla ormai sindaca Sara Funaro del PD (ma anche da tutti gli altri candidati dei partiti delle Larghe Intese), sia dai media di regime che hanno da sempre scientificamente fatto in modo che né la notizia dell’installazione del Comando Nato, né l’esistenza del comitato e delle sue attività emergessero in qualsivoglia forma su TV, giornali e radio. Una censura pressoché totale, che accomuna tutti gli organismi che nel nostro paese si oppongono alla presenza di basi militari USA e Nato e alla militarizzazione della società in tutte le sue sfaccettature, che è pratica corrente del governo Meloni come delle istituzioni locali che hanno il controllo dei vari media di regime.

E quando questo non basta si ricorre alla repressione e alle intimidazioni, come quelle avvenute prima dell’assemblea cittadina organizzata dal comitato il 5 settembre al circolo “Luciano Piani” (davanti caserma Predieri). La Questura ha infatti pensato bene di piazzare un cellulare della polizia a poche centinaia di metri dal circolo, con Digos e pattuglie che sono ripetutamente passate davanti all’ingresso per vedere chi partecipava e spaventare i tanti “volti nuovi” che sono venuti a sentire le ragioni del comitato. Un tentativo arrogante che abbiamo denunciato in assemblea e che è stato rispedito al mittente, perché quello che intimorisce le masse popolari, semmai, è il pericolo di un allargamento del conflitto e impedire che venga piazzato un comando NATO a due passi dal centro storico di Firenze è un passo importante per arrestare l’escalation militare!

Infatti dall’ultima grande manifestazione del comitato – 4 novembre 2023 – la situazione di guerra a livello mondiale e il coinvolgimento attivo in essa del nostro paese hanno fatto decisi passi in avanti, tanto da parlare ormai di Terza guerra mondiale. La guerra della classe dominante, la guerra dei padroni, sconvolge le vite delle masse popolari di tutto il mondo, che non hanno niente da guadagnare dalla partecipazione del nostro paese al conflitto in Ucraina, al genocidio del popolo palestinese da parte dello stato sionista di Israele, o a qualsiasi altra guerra promossa dalla Nato e dagli imperialisti.

La borghesia cerca di reprimere chi si mobilita contro la guerra e i suoi media attaccano chi “scopre gli altarini” della classe dominante, come è successo di recente con l’Avviso ai Naviganti n.145 pubblicato dal (nuovo)PCI che ha stilato una lista di organismi e agenti sionisti operanti in Italia e che ha scatenato la reazione scomposta della classe dominante (e una reazione così scomposta e rabbiosa mostra che il nostro partito fratello ha colto evidentemente nel segno!) e una canea mediatica contro il (n)PCI e contro il P.CARC. In merito, consigliamo la lettura dell’Editoriale di Resistenza 09(24).

L’attacco alla Carovana del (n)PCI contribuisce a creare un clima teso e un terreno volto a legittimare l’approvazione del  Ddl 1660 “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, di tutela del personale in servizio, nonché di vittime dell’usura e di ordinamento penitenziario”, un nuovo e corposo pacchetto sicurezza che include una serie di misure repressive contro varie tipologie di mobilitazione: picchetti fuori dalle aziende, occupazioni di immobili, proteste nelle carceri, mobilitazioni contro le grandi opere inutili e dannose e, non ultimo, introduce il reato di “terrorismo della parola”. È una dichiarazione di guerra del governo Meloni contro le masse popolari, uno strumento per reprimere ogni forma di dissenso contro lo smantellamento dei diritti, contro la rincorsa alla Terza guerra mondiale e le gravi conseguenze che essa ha sulle masse popolari (prima tra tutte l’economia di guerra). Contro la sua approvazione è nata la Rete Liberi/e di lottare – Fermiamo insieme il Ddl 1660 a cui abbiamo aderito.

Queste operazioni, però, stanno suscitando anche un’ampia mobilitazione e solidarietà di classe, contribuendo a rafforzare il movimento di resistenza delle masse popolari del nostro paese. Perché solo un movimento di massa contro la guerra e la Nato può spingere l’Italia fuori dal vortice della Terza guerra mondiale. Non è sufficiente un movimento di “opposizione alla guerra”, “pacifista” e antimilitarista: serve un movimento che non si limiti a contestare le decisioni dei vertici della Repubblica Pontificia, ma che contenda loro il governo del paese, ovvero che punti ad avere uno sbocco politico per imporre la volontà e gli interessi della grande maggioranza della popolazione sugli interessi della Nato, degli imperialisti Usa, Ue e dei sionisti. Serve imporre un governo di emergenza, costituito da persone che godono della fiducia delle masse popolari e delle loro organizzazioni che prenda immediate misure concrete come lo stop all’invio delle armi in Ucraina, la fine del sostegno militare, economico e politico allo stato di Israele, l’uscita dalla Nato è la via più veloce e indolore per fermare la guerra.

Nella pratica e nell’immediato, questo vuol dire innanzitutto coordinarsi con le altre realtà che lottano contro la guerra e le basi militari, valorizzando anche la parte avanzata di quegli organismi che possono sembrarci più “lontani” dalla nostra pratica, ma che hanno oggettivamente bisogno di porre un freno alla Terza guerra mondiale.

Sempre il 21 settembre a Firenze – in occasione della Giornata internazionale della pace – varie associazioni pacifiste, sindacali e per i diritti civili hanno organizzato in Via del Bronzino una cena con microfono aperto dal titolo La via per la pace per dire “Stop alle guerre ed al genocidio a Gaza! Rifiutiamo guerra e produzione di armi! Riconoscimento dello lo Stato di Palestina! Sostegno a obiettori, renitenti, disertori da guerre infami!” alla quale parteciperemo.

Contro la guerra della classe dominante, l’antidoto è l’organizzazione dal basso, non per chiedere lo stop alla militarizzazione dei territori e della società ma per imporlo con un governo che prenda tutte le misure di emergenza necessarie!

Facciamo del 21 settembre una tappa della lotta per ribaltare gli attacchi contro il nemico e far crescere il fronte di resistenza delle masse popolari!

No al Comando Nato a Firenze! No alle guerre degli imperialisti! Fuori la Nato e i sionisti dall’Italia!

P.CARC, Federazione Toscana

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