Una piccola delegazione del nostro partito ha partecipato al “PaP camp”, il campeggio estivo organizzato da Potere al Popolo a Torre di Paestum (SA) e svoltosi dal 28 agosto al 1°settembre.
L’iniziativa, giunta alla sua quinta edizione, è stata caratterizzata dall’ampia partecipazione di militanti e attivisti dell’organizzazione politica (circa 500 i prenotati al campeggio), provenienti da varie parti d’Italia e ha combinato momenti di sana socialità e momenti di riflessione e bilancio sul lavoro dell’organizzazione.
Il quadro dei dibattiti e delle attività politiche è stato molto ricco: dai quattro “workshop militanti” svolti nella prima giornata, su comunicazione e media, referendum istituzionali, antirazzismo e governo del territorio, alla presentazione del libro “Liberal fascismo” di Giorgio Cremaschi, fino alle due assemblee principali, la prima sulla guerra Israele-Palestina e la seconda sull’opposizione al governo Meloni.
Tra i principali temi trattati nel corso dell’iniziativa c’è stato senz’altro quello della lotta contro l’autonomia differenziata. In particolare, è stato sottolineato da molti il carattere di classe di un provvedimento che se attuato andrà ad incidere pesantemente anche sulle condizioni delle masse popolari del centro e del nord del paese, favorendo privatizzazione e svendita dei servizi pubblici fuori dal controllo del governo centrale.
Sull’autonomia e soprattutto sul referendum (per il quale sono già state raccolte 700000 firme), Potere al Popolo ha dichiarato l’intenzione di avviare una campagna atta a coinvolgere tutti i soggetti che hanno partecipato alla costruzione della manifestazione del 1° giugno contro il governo Meloni, di cui questa campagna costituirebbe un’utile linea di sviluppo.
Un altro tema affrontato è stato quello della lotta contro le grandi opere e la devastazione ambientale. Erano presenti, infatti, diversi esponenti attivi all’interno di comitati ambientali, come il Comitato “NO PIP” di Nocera Inferiore o il comitato Besta di Bologna, che hanno portato la loro esperienza al wokshop sul governo del territorio.
Altra questione centrale nel corso dell’iniziativa è stata senz’altro quella della solidarietà alla resistenza del popolo palestinese e di tutti i popoli in lotta contro la Comunità Internazionale dei Gruppi Imperialisti americani, europei e sionisti. Sono intervenuti, infatti, rappresentanti del consolato napoletano della Repubblica Bolivariana del Venezuela e del Partito Comunista Cubano oltre che della comunità palestinese in Italia.
Per ciò che riguarda la questione palestinese, in particolare, oltre a ribadire il NO a qualunque forma di ambiguità (del tipo “due popoli due stati”) e a fare un punto sulle lotte condotte in questi mesi (in particolare da parte degli studenti di CAU e OSA che hanno contribuito sia alle manifestazioni sia alle occupazioni delle università), da alcuni interventi è emersa una consapevolezza di quanto i fatti del 7 ottobre dimostrino che con l’organizzazione delle masse popolari è possibile mettere sotto scacco la Comunità Internazionale degli imperialisti. Su questo filone di discussione Giorgio Cremaschi, in particolare, ha ribadito la solidarietà alla Carovana a seguito degli attacchi ricevuti dopo la pubblicazione della lista di personalità, organismi e aziende che collaborano con Israele, rimarcando la giustezza dell’inchiesta portata avanti dal (n)PCI.
Nel corso dell’ultimo evento, i relatori sono andati più a fondo del bilancio dell’attività svolta nell’ultimo periodo. Dal dibattito è emersa da più parti la consapevolezza della necessità di costruire un fronte comune tra tutte le organizzazioni che si oppongono al governo Meloni e alle Larghe Intese, dando seguito al lavoro avviato con la manifestazione del 1°giugno, il cui bilancio ha caratterizzato tutto il campeggio. L’intervento conclusivo, infine, ha trattato apertamente della possibilità e necessità della rivoluzione socialista quale obiettivo strategico da perseguire nel nostro paese, rompendo con ambiguità e disfattismo e suscitando ampi consensi in un corpo militante desideroso di costruire la rivoluzione.
In conclusione, la quinta edizione del “PaP Camp” ha rappresentato senz’altro un esempio positivo di costruzione e consolidamento di una comunità politica in via di sviluppo. Un evento, peraltro, utile sia a “ricaricare” il corpo militante dell’organizzazione in vista dei nuovi compiti che la lotta di classe impone, sia a compiere dei passi avanti nella costruzione del fronte anti-larghe intese, come testimoniato anche dalla presenza di una nostra delegazione.
Si tratterà, ora, di dare gambe nelle prossime campagne (da quella contro l’autonomia differenziata, a quella contro la guerra e l’economia di guerra, fino a quella contro la repressione e il ddl 1660) a questo fronte, che operi con continuità per:
– diffondere, organizzare e promuovere l’orientamento e la mobilitazione non solo contro la guerra, l’economia di guerra e il governo della guerra, ma anche per lavoro, istruzione, assistenza sanitaria e servizi pubblici per tutti, per un lavoro dignitoso quanto a condizioni di lavoro e salariali, per tenere aperte le aziende che padroni e speculatori vogliono chiudere, per pensioni eque e assistenza a ogni persona anziana, per fermare o convertire le produzioni che alimentano la devastazione ambientale e il riscaldamento climatico e trasformare il sistema produttivo, i consumi e le abitudini di vita in modo conforme alla conservazione e al miglioramento dell’ambiente, ecc.;
– lanciare e condurre campagne comuni, che ogni organizzazione aderente sviluppa in modi e in forme conformi alle proprie caratteristiche, così da sostenere e potenziare quanto già ognuna di esse fa e valorizzare le iniziative di lotta e gli insegnamenti di altri organismi e movimenti, mettendole in connessione, rafforzando in ognuna la coscienza della propria importanza, delle proprie possibilità e della propria forza, dando modo a ogni organizzazione di imparare e insegnare alle altre, di sostenersi a vicenda, di mettere in comune conoscenze, esperienze e strumenti di lotta;
– promuovere la nascita di nuovi organismi di lavoratori, territoriali e tematici e il loro coordinamento;
– organizzare, promuovere e sostenere ogni forma di lotta: proteste sotto i palazzi del potere, scioperi e manifestazioni di piazza, appelli e referendum, irruzione nelle campagne elettorali, ma anche disobbedienza di massa, non pagamento di bollette e tasse, gestione democratica, partecipata e collettiva di parti crescenti della vita associata, appropriazione collettiva dei beni e dei servizi necessari a una vita dignitosa (“spese proletarie”).
Solo costruendo un centro di mobilitazione sufficientemente autorevole e coalizzando attorno ad esso gli elementi più avanzati, sarà possibile far fare un salto di qualità alla combattività e all’organizzazione delle masse popolari, imponendo una nuova governabilità del paese e costruendo passo dopo passo quel nuovo potere popolare che farà dell’Italia un nuovo paese socialista.