Il 4 agosto, durante la Festa nazionale della Riscossa Popolare a Pontedera, abbiamo promosso un tavolo di confronto tra organismi e attivisti impegnati nella lotta contro la Nato e gli svariati effetti della sua occupazione sul nostro territorio. Abbiamo pensato questa iniziativa in continuità con il percorso di mobilitazione avviato con la settimana di proteste in occasione del 75° anniversario del Patto atlantico (4 aprile) e il week-end di manifestazioni per la festa della Repubblica (2 giugno) che hanno registrato la promozione di circa cinquanta iniziative organizzate da decine di comitati, reti e movimenti del paese.
Da un lato, questi sviluppi hanno fatto emergere in mille modi la volontà di organizzarsi contro la sottomissione del nostro paese agli imperialisti Usa-Nato e, dall’altro, hanno dimostrato la necessità di formare un coordinamento che a livello nazionale favorisca la risonanza delle iniziative, alimenti la solidarietà reciproca fra chi promuove la mobilitazione, la collaborazione e lo scambio delle esperienze. Pertanto, l’obiettivo con cui abbiamo promosso il tavolo era gettare le basi per la costruzione di un coordinamento nazionale contro la Nato e l’oggetto principale della discussione è stato la forma e le prospettive di questa convergenza.
In premessa, questo tavolo tematico è stato un successo sul piano della partecipazione perché è andato ben oltre le nostre aspettative. Hanno aderito decine di organismi, sono arrivate delegazioni dal Lazio, dall’Emilia-Romagna, dalla Toscana, mentre tanti altri che non hanno potuto partecipare in presenza hanno chiesto di essere informati sugli sviluppi. La partecipazione testimonia l’esistenza di una vasta schiera di realtà di ogni tipo che sono intenzionate a sviluppare la lotta contro la Nato.
Gli organismi presenti erano ben disposti a continuare sulla via del coordinamento, salvo specificità territoriali e posto il necessario lavoro da fare per capire come ognuno può contribuire al meglio delle sue possibilità. Sono emerse tante proposte, su alcune abbiamo ragionato più ampiamente, mentre altre, per questioni di tempo, sono da riprendere.
Una linea di sviluppo emersa, ad esempio, è quella di formare un gruppo di lavoro che si occupi di realizzare una mappatura delle basi Nato presenti sul territorio nazionale: esistono già diverse liste che forniscono dei numeri (ad esempio, quella contenuta nell’articolo “I numeri della sottomissione”, ne La Voce del (n)Pci n. 71), si tratta di incrociarle per raggiungere una sintesi collettiva. Qualcuno ha anche proposto di integrare la lista con le aziende belliche che sono in una certa misura collegate alle basi militari presenti sui vari territori.
Un’altra proposta è quella di coordinare le forze per promuovere iniziative capillari attorno a specifiche ricorrenze. Sono emerse tre date attorno a cui è possibile sviluppare una mobilitazione diffusa: la prima è il 21 settembre. Per quel giorno, a Firenze, il Comitato No Comando Nato ha promosso una manifestazione contro il progetto della base militare a Rovezzano. Le altre date segnalate sono il 7 ottobre, primo anniversario dall’operazione Al-Aqsa della resistenza palestinese, e il 4 novembre, festa delle Forze Armate. Queste date si prestano bene per denunciare la disinformazione dei media di regime, per promuovere il coordinamento dei media indipendenti e la lotta contro le occupazioni militari, i poligoni di tiro, l’economia di guerra, la militarizzazione delle scuole, ecc.
Le iniziative che verranno organizzate non sono in alcun modo in contrapposizione con quelle promosse da organismi e movimenti che per il momento non hanno partecipato al percorso di convergenza, hanno anzi l’intento di unire tutte le mobilitazioni e le proteste contro la partecipazione del nostro paese alla Terza guerra mondiale in corso.
Diversi interventi si sono soffermati sulla proposta di definire una maggiore strutturazione organizzativa del coordinamento, di dotarlo di un nome e di elementi di riconoscibilità collettiva come canali mediatici, oppure sulla necessità di organizzare momenti seminariali di discussione rispetto alla lotta contro la repressione o, infine, di promuovere irruzioni nelle sedi di giornali e media della classe dominante per denunciare la schiavitù del nostro paese agli imperialisti Usa-Nato e alle sue varie articolazioni. In definitiva, il lavoro che dobbiamo fare è unirci contro il nemico comune, mobilitarci per combatterlo.
Se pensiamo che dietro la costruzione del tavolo c’è stato un lavoro di tessitura che ha coinvolto più di cento organismi territoriali impegnati in vari modi nella lotta contro la Nato, appare evidente che gli organismi attivi su questo filone sono molti di più di quelli che hanno partecipato. Il lavoro da fare è quindi solo agli inizi e il terreno è molto fertile. Dunque, come ha detto una compagna durante la discussione: “Tutto dipende da noi!”.
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Su Resistenza n.2/2024abbiamo pubblicato l’articolo “Iniziativa legale contro la presenza di armi atomiche in Italia”. In quell’intervista a Beppe Corioni di Uomini e Donne Contro la Guerra è spiegato tutto il percorso che ha portato alla denuncia depositata da lui e altri 21 attivisti presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Roma il 2 ottobre 2023.
Abbiamo ricevuto notizia che recentemente, durante un controllo sullo stato di alcuni procedimenti, gli avvocati che seguono il caso si sono accorti che solamente otto giorni dopo la denuncia, il pm incaricato, Dr.ssa Dito, aveva già presentato al Gip la richiesta di archiviazione. Questo nonostante la mole di allegati al testo richiedesse un tempo ben maggiore anche solo per una lettura superficiale.
Le motivazioni della richiesta di archiviazione non sono ancora note e inoltre, nonostante fosse stata inoltrata esplicita domanda di avvisare gli avvocati in caso di richiesta di archiviazione, questi lo hanno scoperto casualmente facendo dei controlli periodici. Il motivo del mancato avviso? I denuncianti non sono considerati parte lesa in questo procedimento… Evidentemente il rischio legato alla presenza di armi atomiche Usa in barba a tutti i trattati e alla nostra Costituzione non riguarda i cittadini che nei territori ci vivono!
Per chi ancora nutrisse dubbi, questo è il livello di democrazia e giustizia nel nostro paese.
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21 settembre a Firenze Manifestazione nazionale
Alla Caserma Predieri, nel quartiere di Rovezzano a Firenze, è prevista l’installazione di un Comando Nato. Da quel poco che è trapelato dalle dichiarazioni ufficiali delle istituzioni locali e del ministero della difesa, questa caserma diventerà uno snodo amministrativo strategico per tutta l’Europa meridionale. Un’operazione che il consiglio comunale, a trazione Pd, promuove come “opportunità economica” e di “scambio culturale”, mentre di fatto si tratta di un’infrastruttura bellica, un potenziale obiettivo militare che, per le convezioni internazionali, prevederebbe un’area di sicurezza che prende metà della città.
Sulla base di queste poche informazioni e sulla spinta della preoccupazione degli abitanti del quartiere e delle organizzazioni che militano contro la guerra a giugno 2023 si è costituito il Comitato No Comando Nato a Firenze. Dopo mesi di cortei, presidi, volantinaggi e contestazioni durante la campagna elettorale la mobilitazione non si è fermata ed è stata anzi convocata una manifestazione nazionale a Firenze per il 21 settembre (concentramento in Piazza G. Bartali in Gavinana alle h 16). È una mobilitazione nata sul piano cittadino che poi, nel periodo estivo, tra tavoli e dibattiti fatti nei campeggi di lotta e nelle iniziative politiche, ha raccolto attenzione e sostegno al punto da trasformarsi in una mobilitazione nazionale.