Rilanciamo di seguito alcuni attestati di solidarietà che abbiamo ricevuto da diverse organizzazioni popolari, sindacali e politiche rispetto alla campagna mediatica messa in campo contro il Partito dei Carc e il (n)PCI per le posizioni espresse sul genocidio in corso in Palestina e la lotta da portare avanti contro la borghesia di casa nostra, di cui i sionisti sono attori determinanti ed esponenti significativi. La solidarietà è un’arma importante che tutte le organizzazioni di classe devono sempre più utilizzare per fare fronte a questo tipo di attacchi, anche al netto di divergenze su diverse questioni che necessariamente esistono. Essa è fondamentale perché nessuno sia lasciato solo davanti agli attacchi del nemico e perché alimenta l’azione unitaria e lo spirito di lotta comune contro il nemico.
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Comunicato Usi Sanità Firenze
Massima e incondizionata solidarietà al partito dei Carc
Come USI sanità Firenze esprimiamo la nostra più sincera e assoluta solidarietà al Partito dei Carc, che in questi giorni, a seguito di varie azioni di denuncia attiva contro il genocidio in atto a Gaza, è sotto attacco da parte della seconda massima carica dello stato. SI, dire la verità è un atto rivoluzionario e lo sarà sempre fin quando ci saranno crimini da denunciare. Si possono dare ed avere opinioni diverse sui metodi ma il boicottaggio, insieme alla solidarietà attiva per quanto ci riguarda restano le uniche vere armi efficaci in mano ai popoli. Da molti anni ormai i vari governi che si sono avvicendati hanno introdotto leggi per limitare il dissenso introducendo nuovi reati e nuove aggravanti di pena.
Firenze 26 agosto 2024
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Comunicato Resistenza Popolare
LA SOLIDARIETÀ È UN’ ARMA
Come Resistenza Popolare esprimiamo la nostra massima solidarietà e vicinanza ai compagni de nPci in queste ore sotto attacco da parte di tutto il circo Mass mediatico e da tutti i partiti presenti in parlamento.
Per il loro sacrosanto diritto ad informare su chi sostiene, in un modo o in un altro, il genocidio in Palestina.
Nel documento in questione non è presente alcuna “lista di ebrei”, è presente invece una lista di aziende, fondazioni, agenzie e singoli individui che sostengono il s1onismo. Alcuni sono ebrei e altri no. Tutti sono sostenitori dell’occupazione della Palestina e del genocidio in corso, anche se alcuni cercano di eludere la questione fra mille se e ma.
Nonostante le differenze politiche e di modalità di azione, tra noi e questa organizzazione pensiamo che la solidarietà di classe sia un’arma contro la guerra che l’ imperialismo applica sul fornte interno con repressioni e intimidazioni.
Continuiamo ad informare e lottare contro l’ imperialismo in tutte le sue forme.
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Comunicato Laboratorio politico Iskra di Napoli
Contro la criminalizzazione di chi denuncia gli interessi d’Israele in Italia.
Solidarietà al P.Carc
In questi giorni i pennivendoli italiani al servizio d’Israele, mentre coprono il genocidio contro il popolo palestinese, si agitano per dare visibilità e diffusione ad “alcuni dossier da giorni all’attenzione delle forze dell’ordine” che sarebbero “sul tavolo dei dirigenti delle Digos e delle questure di buona parte d’Italia, prima ancora che il proclama dell’autoproclamato (nuovo) PCI, con la lunga lista di proscrizione degli amici italiani di Israele venisse messo online” come riporta per esempio Il Giornale del 24 agosto, con tanto di nomi e cognomi di compagni/e militanti che avrebbero commesso in passato reati di ordine pubblico.
Pur avendo posizioni differenti sullo scontro in suolo ucraino tra Nato e Russia e ribadendo la necessaria posizione disfattista contro lo scontro imperialista, crediamo che il clima di guerra interna e di escalation repressiva debba vedere con forza la risposta più compatta di chiunque si ponga sul terreno della lotta contro l’economia di guerra e la propaganda di guerra dell’imperialismo di casa nostra.
Proprio in questi mesi siamo impegnati ad affrontare le misure preventive, restrittive e repressive nei confronti di molti nostri compagni/e, fino al maxiprocesso che inizierà a ottobre per le lotte sociali che conduciamo.
Per questo esprimiamo la nostra solidarietà al Partito dei Carc e rilanciamo l’impegno unitario per mobilitarci contro la guerra imperialista, iniziando dall’opposizione al nemico in casa nostra, potenziando la rete “Liberi di lottare” nata per opporci al DDL 1660 che imporrà un ulteriore stretta repressiva alla libertà di opinione, di sciopero e di manifestazione.
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Comunicato Patria Socialista
Patria Socialista esprime solidarietà rispetto ai fatti avvenuti nei giorni scorsi, relativi all’elenco dei filosionisti presso le istituzioni pubblicato dal sito del Nuovo PCI.
I fatti dimostrano come questa Repubblica viva di diversi pesi e diverse misure.
Non soltanto nel nostro paese chiunque è libero, quotidiani compresi, di stilare liste contro chi sostiene il Donbass, la Palestina, la Siria governativa, la Bielorussa e la Russia, ma si grida al “terrorismo” quando a citare i sostenitori dei carnefici è il comparto politico Socialista.
Pur non condividendo alcune modalità politiche scelte dal sito del Nuovo PCI, non possiamo non analizzare e considerare la reazione del parlamento e dei media, non soltanto esagerata, non soltanto minacciosa, ma soprattutto segnale di malattia della nostra democrazia e sintomo di annichilimento delle libertà di cui il liberismo si fregia di esserne difensore.
La Solidarietà è un atto politico che deve contemplare la strategia per il nostro avvenire.
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Comunicato di Potere al Popolo
Forse annoiate dal caldo agostano, le redazioni dei giornali italiani si sono ridestate all’unisono in seguito alla pubblicazione di una newsletter del nuovo PCI che fa un elenco di persone che in Italia sostengono attivamente il sionismo e quindi sono al fianco dello stato di Israele, elmetto di cartone in testa, nel genocidio del popolo Palestinese. Nessuno scoop, intendiamoci, nè da una parte né dall’altra: la newsletter indica persone, aziende e società apertamente esposte nel sostegno a Israele, che anzi nulla fanno per nasconderlo, dal momento che da questo sostegno ricavano consenso, potere e fama; dall’altra le redazioni nostrane sono nientedimeno riuscite a scoprire una segretissima newsletter, inviata in chiaro sul web da anni a, supponiamo, migliaia di indirizzi. Niente male come capacità investigativa.Dato il carattere pubblico di ogni aspetto della vicenda, dai nomi e i ruoli dei sostenitori nostrani di Israele alla newsletter che li contiene, non c’è alcuna ipotesi di reato di alcun tipo. Una non notizia, insomma, di cui la stampa di destra ha approfittato per fare campagna contro il movimento di solidarietà con la Palestina, includendo nel calderone anche l’opposizione parlamentare, mentre la stampa liberale o “progressista”, Corriere e Repubblica in testa, si è “limitata” a denunciare un generico pericolo di violenza (piuttosto evanescente in verità, come pure sono costretti ad ammettere tra le righe) e a invocare, in piena linea con i quotidiani filogovernativi, una stretta repressiva. La non notizia serve, dunque, ad un duplice scopo: criminalizzare un movimento di massa molto forte e radicale di solidarietà con la resistenza palestinese (che nell’autunno fino alla primavera ha attraversato strade, scuole, università, luoghi di lavoro) additandone la componente o la pratica che possono essere presentate come “estreme”; ridurre ulteriormente gli spazi di agibilità democratica per chi contesta la linea guerrafondaia di Governo e UE, giustificando e pensando così di legittimare agli occhi dell’opinione pubblica le denunce già arrivate nei confronti di centinaia di attivist3, i manganelli, le minacce nei confronti di studentesse e studenti etc. Non c’è bisogno di essere del (n)PCI o dei CARC per subire la repressione: è sufficiente indossare una maglietta con una minuscola bandiera palestinese per sentirsi intimare da una giornalista del servizio pubblico di indossarla al contrario, come è accaduto ad un rappresentante dell’associazione Malatesta di Campobasso.
Queste manifestazioni di forza repressiva del potere – concorde al di là della casacca indossata, di estrema destra, destra presentabile, centro o centrosinistra che sia – sono in realtà una grande manifestazione di debolezza: i politici di ogni schieramento che intervengono e chiedono indagini, controlli, fermezza e repressione per una newsletter contenente nomi e incarichi pubblici compiono, in realtà, un tentativo disperato di indebolire il rifiuto radicale che le masse popolari del nostro paese esprimono nei confronti della guerra in generale e dello sterminio del popolo palestinese in particolare. Temono, i nostri “rappresentanti” senza legittimità, la naturale ripresa della mobilitazione in autunno e provano, prima di tornare ai manganelli, a spingere alla divisione e alla desolidarizzazione con mezzucci buoni per chiacchiere in un salone di barbiere o parrucchiere, non certo per la stampa, almeno per come la intendiamo noi. Ribadiamo quindi la nostra piena e incondizionata solidarietà al partito dei Carc e alle e ai loro esponenti messi alla gogna mediatica in questi giorni, rispediamo al mittente ogni tentativo di divisione e frammentazione, procediamo ancora più forti nel sostegno alla resistenza del popolo palestinese, una lotta che libera tutte e tutti noi.
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Comunicato Massa Insorge
Solidarietà al Partito dei Carc e al (n)PCI!
10-100-1000 liste pubbliche dei colpevoli e dei complici del genocidio di Israele!
FERMIAMO IL GENOCIDIO!
Di seguito pubblichiamo e condividiamo le parole d’ordine a sostegno della resistenza palestinese estratto dal Comunicato CC 21/2024 – 25 agosto 2024 del (n)PCI. “Denunciare e smascherare ogni complice dello Stato sionista d’Israele! Spezzare i segreti con cui la borghesia, la Corte Vaticana, i gruppi imperialisti USA e sionisti, le organizzazioni padronali e tutti gli altri potenti circondano le loro operazioni, le loro attività, le loro relazioni, le loro decisioni!
Viva l’eroica lotta del popolo palestinese! Il sostegno degli ebrei progressisti alla resistenza palestinese e la loro lotta per porre fine allo Stato sionista d’Israele è la premessa migliore per sconfiggere le manovre con cui i sionisti e i loro protettori, alleati e mandanti cercano di identificare il sionismo con i diritti degli ebrei e l’antisionismo con l’antisemitismo fomentando, in questo modo, proprio anche l’antisemitismo!
Solo la creazione in Palestina di un unico Stato democratico, senza discriminazioni razziali, nazionali e religiose porrà fine alla colonizzazione e all’aggressione nel Medio Oriente da parte della Comunità Internazionale e soddisferà le giuste aspirazioni di tutti i suoi abitanti! Trasformare la solidarietà con la resistenza palestinese e l’indignazione per i crimini dello Stato sionista di Israele in ribellione, organizzazione e lotta per cacciare il governo Meloni e costituire un Governo di Blocco Popolare!”
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Comunicato CPA Firenze
CHI HA PAURA DELLA VERITÀ?
Mentre continua il genicidio a Gaza e le azioni di guerra da parte di Israele in Iran, Libano e Siria mettono l’umanità davanti ad un baratro, alle nostre latitudini si muovono cori d’indignazione contro chi denuncia le complicità con il sionismo.
Il (n)PCI e il Partito dei Carc sono stati messi alla gogna per aver messo nero su bianco l’elenco di chi sostiene Israele politicamente e di chi vi fa affari economici e militari.
Il coro di indignazione è alimentato dalla propaganda mediatica che definisce “lista di proscrizione” ciò che in realtà è un’azione di verità e chiarezza politica.Sono tra l’altro le stesse redazioni che se con una mano scrivono questo, con l’altra stilano continuamente le proprie liste contro atleti o artisti russi, attivisti solidali con la Palestina, piuttosto che contro compagni e compagne, per poi ricadere in contraddizione quando si tratta di definire quale sia il nuovo “dittatore di turno” da disarcionare in nome dei valori occidentali, della libertà di espressione e della democrazia…
Noi viviamo in quella parte di mondo, il blocco euro-atlantico, che si erge a “civiltà superiore” e in nome di questa superiorità porta guerra chiamandola pace, applica sanzioni, arresta e censura parlando di giustizia. Dal canto nostro non possiamo che tenere legate operazioni di questo tipo con la fase guerra che è in atto e che sul fronte interno si traduce nella repressione di ogni forma di incompatibilità e dissenso.
Crediamo che operazioni come questa anticipino e servano a legittimare l’introduzione nel codice penale di reati come “il terrorismo della parola”, contenuto nel nuovo decreto sicurezza, il DDL 1660, che il governo vorrebbe approvare entro poche settimane e su cui le cosiddette opposizioni non stanno facendo nemmeno il minimo sindacale in termini di ostruzionismo.
Questo non per dire che riponevamo fiducia in chi ha approvato i precedenti decreti sicurezza con Minniti o stando in maggioranza con Salvini, ma per sottolineare come governo e opposizioni nella sostanza marcino a braccetto quando si parla di guerra e repressione. Per dire che la lotta è l’unica via contro un sistema che ci prospetta un futuro peggiore del presente…Per queste ragioni esprimiamo la nostra solidarietà ai compagni e alle compagne, consapevoli che la solidarietà deve sviluppare mobilitazione.
Per questo abbiamo aderito alla “Rete Liberi\e di lottare – Fermiamo insieme il DDL 1660” e riteniamo che l’opposizione alla guerra e alla repressione debbano crescere di pari passo. Per questo pensiamo che il corteo del 21 settembre a Firenze contro guerra e spese militari convocato dal Comitato NO Comando NATO né a Firenze né altrove sia una tappa importante per alimentare questo processo e invitiamo tutte e tutti a prendere posizione e scendere in piazza
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Comunicato Si Cobas
Solidarietà dal Si Cobas Lavoratori Autorganizzati e dal Coordinamento Palestina LibeRa del ravennate
Il S.I. Cobas esprime piena solidarietà ai compagni e alle compagne del P. CARC, di UDAP (Unione Democratica Arabo Palestinese) e a Chef Rubio, oggetto di una virulenta campagna di intimidazione mediatica per aver denunciato il ruolo di aziende, affaristi e giornalisti nella complicità col genocidio in corso a Gaza. Individuare con chiarezza i complici dell’entità sionista nel nostro paese è il primo, fondamentale passaggio per poter organizzare qualsiasi azione politica in solidarietà alla Palestina, che si tratti di boicottaggi o di libera informazione.
Al fianco della Resistenza Palestinese! Palestina libera dal fiume al mare!
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Comunicato Coordinamento Palestina LibeRa
Le crepe della “fabbrica di consenso” e la lotta solidale per la verità. Negli ultimi giorni ha fatto notizia la pubblicazione di una lista dovesono esposti i nomi di aziende e personaggi pubblici che in Italia sostengono attivamente il sionismo. Una newsletter piena di nomi illustri (politici, giornalisti e imprenditori) pubblicata dal nuovo PCI.
La risposta dei Mass media e della politica di tutti i colori, da destra a sinistra, è stata di invocare uno stato di allerta, che non esiste, per colpire il movimento di solidarietà per la Palestina e richiedere un’ulteriore stretta repressiva ai movimenti, che denota una forte paura dei nostri governanti e dei loro lacchè di perdere consensi e “poltrone”.
Restrizioni che molti compagni hanno subito e subiscono tutt’ora per aver preso una decisione, per aver detto la verità, per essersi schierati al fianco del popolo palestinese. Come una nostra compagna, operante nell’istruzione, che per aver correttamente informato gli alunni ed aver preso una netta posizione contro lo sterminio dei palestinesi, viene oggi ostracizzata sul luogo di lavoro. A lei va la nostra solidarietà.
La nostra solidarietà va a chi in questi mesi è stato manganellato o arrestato o a chi per le sue scelte politiche ha avuto dei problemi nell’ambito lavorativo, agli intellettuali e ai personaggi pubblici, come Luciano Canfora e Chef Rubio, che si sono esposti non piegandosi ai diktat del sistema e per questo hanno pagato, al nuovo PCI e ai CARC, a UDAP (Unione Democratica Araba Palestinese) e alle altre organizzazione che sono state prese di mira dalla stretta repressiva.
Noi continueremo il lavoro che abbiamo svolto fino a adesso facendo di ogni attacco un’occasione per rilanciare la lotta, allargare il fronte della solidarietà e la mobilitazione, costruire il fronte di forze per liberare il nostro paese dalle scorribande dei sionisti, degli imperialisti USA e dei loro amici. Per la solidarietà internazionalista, Palestina libera dal fiume al mare.
Coordinamento Palestina LibeRa
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Comunicato Coordinamento Paradiso di Bologna
Solidarietà con la lotta del popolo palestinese e con chi ha evidenziato tutte le complicità (istituzionali e non) a sostegno del genocidio.
Un giorno la storia e la comunità umana del futuro giudicherà come criminali assassini genocidari, esattamente come fu per i nazisti di Hitler, i capi e gli esecutori dell’entità sionista che a Gaza e in Cisgiordania stanno portando avanti una pulizia etnica di vaste proporzioni contro il Popolo Palestinese.
Esattamente come sotto il nazismo e il fascismo, anche nel nostro paese ci sono elementi infami, aziende, università e uomini di apparato che collaborano a vari livelli con questi criminali. Al di là di ogni speculazione mediatica, questa è la realtà che legittima ogni diffusione dei nomi di questi complici.
Nulla di illegale, già da anni infatti le campagne BDS (Boicottaggio Disinvestimento Sanzioni) pubblicano i nomi di chi collabora con l’entità sionista per informare i cittadini di ogni nazione riguardo il loro orientamento ad acquistare beni o servizi che sono sporchi di sangue del popolo palestinese.
Ma per questi complici che stanno al governo come all’opposizione, questa informazione diviene “lista di proscrizione”: tutta la cagnara di questi giorni da parte di chi ha già fatto (queste sì lo sono) liste di proscrizione contro chi critica la guerra della NATO, le politiche restrittive del periodo COVID e via dicendo, dagli scranni di governo o dai media di regime, prelude a un’ennesima lista di proscrizione e a un giro di vite contro chi rivendica il diritto a protestare ed opporsi alla guerra atlantista e al genocidio sionista.
Il diritto ad informare la popolazione circa i responsabili e gli affaristi delle sporche guerre imperialiste, è un atto di Resistenza indispensabile.
Per questo siamo a fianco del (n)PCI, del Partito dei Carc, dell’UDAP (Unione Democratica Arabo Palestinese) e di Chef Rubio, sottoposti a vere e proprie gogne mediatiche.
Così come siamo solidali a tutte le organizzazioni e attivisti che in queste settimane vengono attaccati da queste iene, subendo atti di criminalizzazione per la loro opera di organizzazione e controinformazione militante, come in questo caso specifico, frutto di un lavoro collettivo di documentazione.
Opporsi al genocidio in Palestina è un atto prima ancora che politico, umano.
Che questa opposizione si intensifichi e diventi risposta popolare di massa contro la guerra imperialista e alternativa politico-sociale ai governi guerrafondai e neoliberisti dell’Occidente collettivo!
Per informazioni Coordinamentoparadiso email:
coordinamentoparadiso@tutanota.com
Canale Telegram: Coordinamento Paradiso
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Comunicato Firenze per la Palestina
In questi giorni stiamo assistendo all’intensificarsi del genocidio sionista in Palestina nell’indifferenza quasi generale degli organi di stampa.
Chi nel nostro paese si permette di denunciare gli interessi e le complicità di agenzie, aziende, fondazioni e singoli individui con l’occupazione della Palestina e il genocidio in corso viene sottoposto a linciaggio politico e mass mediatico.
Ricordiamo, tra i vari episodi, l’attacco a Gabriele Rubini, in arte Chef Rubio, la denuncia da parte di Emanuele Cocollini ai Sanitari per Gaza ed ora il linciaggio mediatico nei confronti del (nuovo)PCI per il contenuto politico dell’Avviso ai Naviganti n° 145 reso pubblico il
22 agosto. https://www.nuovopci.it/dfa/2024/145/avvnav145.html
Appare evidente, da parte di giornalisti e politici fino alle più alte cariche dello Stato, una crescente volontà di manipolare l’opinione pubblica e porre le basi per futuri attacchi repressivi in particolare verso chi denuncia i crimini di Israele e le complicità dell’Occidente.
Non siamo disposti a sottometterci a questo clima di guerra e di restrizione della libertà di opinione. Esprimiamo dunque la nostra solidarietà verso il popolo palestinese che non si arrende ed allo stesso tempo verso tutti coloro che scelgono di stare dalla parte degli occupati e non degli occupanti.
Firenze per la Palestina
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Comunicato Cub Firenze
SOLIDARIETÀ AI CARC E AI SANITARI PER GAZA. BASTA GUERRE!
La Cub di Firenze stigmatizza gli attacchi, mossi da esponenti delle istituzioni, al partito dei Carc, che seguono quelli, altrettanto strumentali, già indirizzati contro alcuni attivisti del movimento Sanitari per Gaza. È ormai evidente che il Governo italiano, come i suoi partner della Nato, si considera stato in guerra, anche se pubblicamente si affretta a dichiarare il contrario. Come in ogni stato di guerra le libertà di espressione, tanto più quelle di mobilitazione, vengono sistematicamente schiacciate. Tali atteggiamenti liberticidi sono evidenti sia in relazione al conflitto in Ucraina che a quello in Palestina.
Nello specifico del massacro del popolo palestinese, sosteniamo ogni voce libera e indipendente capace di denunciare gli orrori e le mattanze che si stanno consumando, con dimensioni assai più cruente e drammatiche della strage terroristica che le ha innescate, ormai presa a pretesto di un genocidio che appare sempre più sistematico. Invece di censurare chi denuncia le aziende internazionali e italiane complici della guerra, le istituzioni italiane devono prostrarsi per le migliaia di vite umane distrutte che hanno sulla coscienza.
Esprimiamo solidarietà ai Sanitari per Gaza e ai Carc e continueremo a sostenere le iniziative atte a contrastare le politiche guerrafondaie della Nato, della UE e del Governo Italiano.
Firenze, 29 Agosto 2024
CUB DI FIRENZE
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Comunicato del Fondo comunista per Firenze
Solidarietà ai compagni del (n)PCI e ai compagni dei CARC da parte del Fondo Comunista di Firenze.
La pubblicazione dell'”Avviso ai naviganti 145″ ci ha dato molta soddisfazione: finalmente una lista “nostra”! Non per nulla, ma i proletari fanno parte delle liste del potere da sempre e sempre come repressi, schedati, incarcerati, sfruttati, inquinati, licenziati, dislocati, baraccati, usati e isolati. E sicuramente ci dimentichiamo qualcosa.
Pubblicare una lista di personaggi e aziende filosioniste è ribaltare il loro monopolio dell’informazione, pardòn, della disinformazione. I loro pennivendoli/censori si scandalizzano! E di che? Del coraggio dei comunisti? Questa gente ha la memoria molto corta e, del resto, l’affossamento e la manipolazione della storia fanno parte della strategia di sopravvivenza di questo sistema marcio e traballante.
La loro reazione scomposta alla pubblicazione del vostro articolo, dimostra chiaramente la loro connivenza con l’entità occupante sionista e quindi con il genocidio contro il popolo palestinese.
A Firenze, fra i’ popolo, si dice “C’hanno i’ culo sudicio”!
Grazie per il vostro lavoro. Saluti comunisti
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Comunicato Besta di Bologna
Come comitato Besta siamo sinceramente basiti dal livello di strumentalità che certa stampa riesce a raggiungere.
Leggiamo su “Il Giornale”, a proposito della polemica dell’elenco di realtà in rapporti con sionisti pubblicato dal (n)PCI. Apprendiamo di una ipotetica e delirante connessione tra il Partito dei CARC, confuso con quest’ultimo, e il PD, in quanto il P.CARC ha partecipato alla lotta in difesa del parco Don Bosco! (Abbiamo pensato che fosse Lercio, ma no: era veramente “Il Giornale”!) Si tratta di un caso estremo, fino al ridicolo appunto, ma alla base vediamo un aspetto molto serio, che conosciamo bene: la criminalizzazione del dissenso e l’imposizione del pensiero unico in qualsiasi ambito.
La polemica ferragostana contro i CARC muove infatti dalla divulgazione (peraltro, ripetiamo, ad opera del nuovo PCI, che è una realtà politica differente) di dati pubblici e assodati. Dunque la loro colpa è di fatto di non uniformarsi al pensiero dominante in questo paese, elemento sufficiente per scatenare loro contro una campagna mediatica violenta.
Vogliamo quindi attestare la nostra solidarietà al P.CARC, che, sì, ha partecipato alla nostra lotta, così come tantissime altre realtà politiche, sociali e intellettuali in città e nel paese (per il semplice motivo che era giusta).
E lo facciamo per due motivi: perché appunto la nostra lotta ha avuto il loro sostegno, e perché abbiamo provato sulla nostra pelle il tentativo di criminalizzarci senza motivo: farci passare per violenti quando siamo stati noi a subire la violenza poliziesca per il solo fatto di sostenere una posizione che contrastava con gli interessi di chi detiene il potere in questa città. La democrazia nel nostro paese sta vivendo una profonda crisi ed è necessario denunciare tutti i tentativi di tacitare le voci dissidenti.
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Comunicato Rete dei collettivi e comitati di lotta Roma e Viterbo e del Soccorso rosso Internazionale Milano, Torino e Roma
Chi osa denunciare genocidi?!
I genocidi, i terroristi di Stato urlano al terrorismo contro chi semplicemente denuncia la complicità attiva di organismi, aziende e dirigenti politici italiani con il genocidio palestinese in corso.
L’attacco farneticante che alte cariche dello Stato e dell’apparato politico-mediatico hanno scatenato contro l’iniziativa di denuncia pubblica, da parte del (n)PCI, di complicità e connessioni con il genocidio perpetrato da Israele, è molto grave. Ormai si bollano come “terrorismo” pensieri, parole e atti politici che osano sostenere la legittima resistenza antimperialista dei popoli e che, magari, svelano alcune delle tante trame segrete che sottostanno alle aggressioni imperialiste, alle loro strategie di dominio mondiale.
Questo attacco sembra presagire ciò che applicheranno con il decreto legge 1660, in via di approvazione parlamentare. Una legge che colpisce pesantemente tutte le manifestazioni di lotta e resistenza sociale, fra cui appunto anche la solidarietà con la resistenza antimperialista dei popoli oppressi. Perciò è importante solidarizzarsi con qualsiasi realtà del movimento di classe che venga
colpita e sviluppare il lavoro per un fronte unito contro la repressione. La solidarietà proletaria e rivoluzionaria prima di tutto, al di là di differenze e divergenze politiche. La solidarietà per costruire una base di forza comune. La solidarietà come nostro campo, dalla parte giusta della barricata!
26 agosto 2024
Rete dei Collettivi e Comitati di Lotta – Roma e Viterbo
Soccorso Rosso Internazionale – Milano, Torino, Roma
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Comunicato del Sindacato Lavoratori in Lotta (SLL)
Una mattina ci si sveglia e si scopre che secondo Ignazio La Russa “la pubblicazione di una lista di sostenitori di Israele è un atto intimidatorio” (fonte: qualunque quotidiano del 23 agosto) e che rappresenta “una deriva da stroncare sul nascere”.
Nel documento in questione non è presente alcuna “lista di ebrei”, è presente invece una lista di aziende, fondazioni, agenzie e singoli individui che sostengono il sionismo. Alcuni sono ebrei e altri no. Tutti sono sostenitori dell’occupazione della Palestina e del genocidio in corso, anche se alcuni cercano di eludere la questione fra mille se e ma.
È sufficiente passare in rassegna le reazioni alla pubblicazione di quel documento per capire che l’obiettivo dell’operazione è stato pienamente raggiunto. È una lista, ma non è di proscrizione. È una lista per la liberazione. Ma per quanto ciò sia sgradito alle varie “autorità” ai loro amici di frazione noi dobbiamo guardare ben in faccia le cose, chiamarle col loro nome, dire ai lavoratori la verità perché noi del SLL veniamo da una lotta storica dove le istituzioni ci hanno arrestasti e criminalizzati mentre con camorristi e fascisti facevano affari, per questi attacchi piena solidarietà al (n)PCI e al P.CARC e invitiamo ad altri organismi di prendere posizioni. Il Giornale del 24 agosto, con tanto di nomi e cognomi di compagni/e militanti che avrebbero commesso in passato reati di ordine pubblico. Massima e incondizionata solidarietà al P.CARC e ai due compagni Fabiola D’Alesio e a Gabriele Panaro denunciati di fatti accaduti nel passato per reati di ordine pubblico, questo è la dimostrazione che questo governo non vuole la verità un governo che finanzia casa pound. Come SLL pensiamo che la solidarietà di classe sia un’arma efficacia contro i nemici di ieri e di oggi contro la guerra che l’imperialismo applica sul fronte interno con repressioni e intimidazioni. Continueremo la lotta per il lavoro, contro la guerra e per una Palestina libera e rossa. Continueremo a lottare contro l’imperialismo e le sue forme.
La solidarietà è un’arma usiamola!
SLL
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Video e articolo di Alessandro Di Battista
Sulla questione è intervenuto Alessandro Di Battista, prima con il video riportato di seguito e poi con l’articolo pubblicato su Il Millimetro dal titolo Sionisti e putiniani, le liste dell’ipocrisia.
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L’editoriale di Marco Travaglio “Libertà vigilata”
Siamo talmente mal messi che ci tocca difendere Povia. Invitato a presiedere la giuria di un talent a Nichelino e a esibirsi in un concerto, s’è visto annullare tutto dal sindaco per “la sua posizione sui diritti civili e la sua contrarietà ai vaccini, diverse dalla mia amministrazione”. Ma, sia chiaro, “non è una questione politica”. E invece è proprio una, anzi “la” questione politica. Tantopiù che quello è il 40° concerto che annullano al cantante. Se fosse per le sue qualità artistiche (secondo noi scarse, malgrado il primo posto a Sanremo 2006), nulla quaestio: se un cantante non ti piace, non lo inviti e morta lì. Ma se lo inviti e poi lo rimandi a casa per ciò che dice o pensa, si chiama censura. Che in una democrazia liberale non ha cittadinanza, altrimenti la democrazia liberale smette di essere tale. Noi siamo vaccinati e vaccinisti (senza obblighi, però) e sosteniamo i diritti civili: ma fra questi c’è la libertà di espressione, di dissenso e pure di scempiaggine, purché non si torca un capello ad alcuno. E un cantante si giudica da come canta, non da ciò che pensa. Ma da quando esportiamo la democrazia, in casa ce ne resta sempre meno.
Tutti fremono di sdegno per un elenco di “agenti sionisti” da boicottare pubblicata sul web da un sedicente “Nuovo Pci”: giusto, non si fanno liste di proscrizione. Il guaio è che molti degli indignati speciali, e persino dei personaggi citati, dal 2022 compilano liste di proscrizione di “agenti putiniani” che non sono né agenti né putiniani, ma hanno il grave torto di non pensarla come loro sulla guerra russo-ucraina. Poi c’è l’arresto, nella patria dei Lumi e della Liberté, del fondatore della app Telegram, Pavel Durov, imprenditore russo con vari passaporti. Può darsi che sia il nuovo Barbablù, ma se l’accusa è che le chat del suo social network sono utilizzate, grazie alla loro particolare segretezza, da organizzazioni criminali, oltreché da milioni di russi, di occidentali e persino da Zelensky, il suo arresto ci ripugna. E ci fanno scompisciare i giornaloni furiosi con “l’internazionale sovranista” dei Musk e dei Salvini che difendono Durov, ovviamente per conto di Putin. Durov fuggì proprio dalla Russia, che nel 2018 voleva bloccargli Telegram. Solo che allora l’Occidente protestò e Amnesty urlò: “Giù le mani dalla libertà di espressione”. Ora invece tutti tacciono quando il commissario macroniano Ue Thierry Breton minaccia di bandire X perché Musk è trumpiano e non fa come Zuckerberg, che mette le censure e le fake news di Facebook, Messenger, Instagram e WhatsApp al servizio dell’altra banda: quella “democratica” dei Biden e delle Harris, i “buoni” che possono fare come o peggio dei “cattivi” in ragione della loro innata bontà. Più combattiamo la Russia e più le somigliamo.