“In Venezuela il fascismo e l’imperialismo non passeranno”. Queste le parole di Nicolas Maduro nella conferenza stampa del 1° agosto, convocata per chiarire gli ultimi eventi che si sono verificati in Venezuela, a seguito delle elezioni presidenziali del 28 luglio, vinte dalle forze bolivariane con il 51% dei voti.
Nella conferenza il presidente venezuelano ha ricordato che la rivoluzione “è solida e armata di popolo, milizie e forze militari”. Armi che Maduro dice di non aver paura di scagliare contro gli imperialisti Usa e le loro quinte colonne in Venezuela per sventare ogni attacco e tentativo di destabilizzazione interno del paese. Non ci sarà un nuovo golpista alla Leopoldo López o un nuovo presidente auto-eletto (per conto degli Usa) Juan Guaidó.
A seguito delle elezioni la sceneggiata messa in campo dallo sfidante dell’opposizione Edmundo González – che ha disconosciuto l’esito del voto e denunciato brogli agitando un fantomatico rapporto del Carter center – ha alimentato e promosso la mobilitazione di squadre e squadracce che hanno provato a mettere a soqquadro il paese e minacciare la guerra civile.
Parte della sceneggiata messa in campo dall’opposizione foraggiata dagli Usa ha visto la rivendicazione di voti di persone morte nel 2022.
Dopo ore di scontri che hanno portato anche ad alcuni morti, ogni disordine sembra al momento rientrato, grazie all’intervento e alla mobilitazione delle forze dell’ordine, delle forze militari ma soprattutto degli organismi del potere popolare. Insieme a queste anche centinaia di migliaia di persone che si sono mobilitate a sostegno di Maduro e del suo governo in tutto il paese, le stesse che si erano mobilitate nelle settimane precedenti alle elezioni.
L’esito delle elezioni venezuelane dimostra come il governo bolivariano sia un problema per gli imperialisti Usa che da anni cercano di rovesciare attraverso una guerra economica, una strisciante sobillazione della guerra civile e tentativi di isolamento a livello internazionale. Per questo motivo la permanenza al governo del Venezuela delle forze bolivariane è una buona notizia per le masse popolari e i popoli in lotta contro l’imperialismo di tutto il mondo.
Anche in questo caso i gruppi imperialisti Usa, Ue e sionisti con i loro accoliti hanno messo in campo diverse iniziative di intossicazione dell’informazione e di distorsione della verità. Alcuni siti di navigazione sicura su internet (detti VPN) hanno lanciato la possibilità di abbonarsi per seguire le elezioni venezuelane in tempo reale e da fonti dirette diverse dal governo bolivariano e le autorità venezuelane. Lo schieramento era talmente sfacciato che la parola d’ordine per accedere allo sconto e iscriversi era “guarimbas”, nome delle barricate stradali improvvisate organizzate dalle classi medie e alte contro il governo Maduro, sfruttando la criminalità organizzata o gruppi di manovalanza di poveri.
In questi giorni, nel nostro paese, la notizia della vittoria di Maduro ha suscitato un grosso dibattito tra diverse aree di compagni e organizzazioni comuniste. Le posizioni sono le più disparate. C’è chi si limita a festeggiare la vittoria senza inserirla nella terza guerra mondiale a pezzi e la crescente disfatta dei gruppi imperialisti Usa e le loro quinte colonne in giro per il mondo. C’è chi si ferma a questa analisi slegandola dal compito principale che è necessario porsi nel proprio paese: fare la rivoluzione socialista e spezzare la catena dei gruppi imperialisti a partire da casa nostra.
C’è poi chi non si interessa di tutti questi aspetti e decide di entrare nel merito di dinamiche e scontri interni al Venezuela e al movimento rivoluzionario di quel paese rilanciando le denunce del Partito Comunista del Venezuela (discostandosi da quanto dicono e fanno altre forze comuniste di quel paese) e additando Maduro come dittatore, assassino di sindacalisti e altro. Questa corrente trova i suoi promotori in Italia nel Fronte comunista e ad altre forze trotskiste o bordighiste – ma ha il suo principale promotore nel KKE in Grecia che è arrivato a dire che la rielezione di Maduro è un segnale negativo per le masse popolari di tutto il mondo in qualità di “agente degli imperialismi russo e cinese in America latina”.
Non entriamo qui nel merito di quanto sia sbagliato definire la Federazione russa e la Repubblica Popolare Cinese come paesi imperialisti (per questo rimandiamo ai numeri 76 e 77 de La Voce nel (n)PCI). Ci limitiamo a dire che, al di là di queste notizie (tutte ancora da verificare) noi comunisti italiani dobbiamo guardare il governo Maduro per il ruolo oggettivo che ricopre a livello internazionale, quello cioè di un punto di resistenza all’imperialismo Usa. Un’esperienza che da oltre vent’anni non solo riesce a tenere il punto e restare al governo ma riesce ad alimentare e contribuire a un più generale sommovimento in quel continente. Sommovimento che continua a guastare i piani di Whashington e crea condizioni favorevoli per i popoli oppressi di tutto il mondo. Questo è l’aspetto principale.
Rispetto al governo del Venezuela e agli sviluppi del processo rivoluzionario del proprio paese, poi, saranno le masse popolari venezuelane attraverso i propri organi di potere a decidere. Nostro compito è principalmente quello di trarre dall’esperienza bolivariana insegnamenti e principi utili al principale compito che da comunisti dobbiamo assumere: lottare perché nel nostro paese le masse popolari formino in ogni azienda e in ogni zona del paese organismi operai e popolari che, nei casi in cui è possibile farlo localmente, facciano fronte da subito almeno alle manifestazioni più gravi del corso catastrofico delle cose assumendo il ruolo di pubbliche autorità locali, che si coordinino tra loro fino a costituire un loro governo d’emergenza.
Il Partito dei CARC opera per la creazione di questo governo, e questa opera è passo di un’opera più grande, quella di fare dell’Italia un nuovo paese socialista. Ogni passo avanti in questa opera incrementa la debolezza della Comunità Internazionale degli stati imperialisti, che include gli imperialisti USA, nemico principale della Repubblica Bolivariana, e include la Chiesa di Roma, il cui clero in Venezuela è sempre stato nemico del popolo. Ogni passo avanti nella nostra opera quindi è la migliore forma di sostegno alla Rivoluzione Bolivariana, che resiste a fronte dell’attacco che la Comunità Internazionale degli Stati imperialisti ha dispiegato contro i popoli di tutta l’America Latina e che resistendo dà forza alla lotta delle masse popolari di tutto il mondo ed è esempio di progresso nella storia dell’umanità.