Sul Ddl Crosetto-Piantedosi

Fare fronte contro la repressione

Porta la firma dei ministri Crosetto e Piantedosi il disegno di legge sicurezza in questi giorni oggetto di discussione in Parlamento. L’ultima manovra con la quale il governo Meloni tenta di dare una stretta repressiva contro chi, da mesi, si oppone alle sue politiche guerrafondaie e al sostegno dell’Italia alla guerra imperialista della Nato e dei sionisti. Una stretta contro chi si mobilita affinché i milioni di euro che il governo stanzia per la produzione e il traffico di armi vengano dirottati per la copertura dei Ccnl, per la sicurezza sul lavoro e per rimpolpare i servizi pubblici essenziali per le masse popolari come sanità e scuola.

Cosa prevede questo disegno di legge? Innanzitutto vengono inasprite le pene per i reati di oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale nell’ambito delle manifestazioni di piazza, trasformando in reato penale il blocco stradale, per colpire e criminalizzare gli scioperi e i picchetti dei lavoratori e creare un deterrente verso le mobilitazioni delle organizzazioni ambientaliste come Ultima Generazione.

Viene esteso il ricorso al Daspo prevedendo, nei casi di reiterazione delle condotte sanzionate, la possibilità da parte del Questore di disporre il divieto di accesso alle aree di infrastrutture e pertinenze del trasporto pubblico, come le stazioni, anche a soggetti denunciati se pur senza una sentenza definitiva o condannati fino a 5 anni anche senza una sentenza definitiva.

Viene introdotto il delitto di rivolta penitenziaria valido anche per i migranti nei Cpr, oltre che nei Centri di accoglienza per richiedenti asilo. In ultimo è reso possibile il porto abusivo di armi da parte di agenti e funzionari di pubblica sicurezza autorizzandoli a detenere un’arma diversa da quella di ordinanza anche quando non sono in servizio.

Non è la prima volta che un governo di Larghe Intese tenta di nascondere dietro al paravento della sicurezza e del decoro urbano pacchetti di misure volte a stringere ancora di più la morsa contro le masse popolari, privarne la libertà di mobilitarsi e organizzarsi per cercare di garantire ancora alla classe dominante una certa governabilità a fronte della crisi in corso.

Nel 2017 il governo Gentiloni ha varato i decreti Minniti-Orlando, contro i quali nacquero organizzazioni di lavoratori come la Rete degli Operatori e Operatrici sociali contro i decreti Minniti-Orlando, alla cui assemblea costitutiva parteciparono oltre 200 persone provenienti da sedici regioni diverse per confrontarsi e organizzarsi contro la repressione. Anche Salvini nel 2018 ha varato dei decreti sicurezza, contro cui si mobilitarono gruppi operai, sindacati di base e masse popolari mettendo al centro la sicurezza popolare che serviva, un esempio è l’esperienza del Decreto sicurezza popolare a Napoli.

Queste esperienze di organizzazione e lotta fino a quelle delle ultime settimane, come la manifestazione dello scorso 24 giugno promossa da Potere al Popolo e lo sciopero del 25 giugno proclamato dal Si Cobas nella logistica, sono la dimostrazione del fatto che negli ultimi anni, nonostante gli attacchi, e in certi casi in virtù di essi, la ribellione e la mobilitazione delle masse popolari non si è arrestata e che anzi fare fronte contro la repressione è l’unica arma per rivoltare ogni attacco contro il nemico.

Oggi un fronte compatto è necessario per impedire l’approvazione del Ddl sicurezza Crosetto-Piantedosi. Ma lo sarà anche nel caso in cui la mobilitazione non riuscisse a impedire la sua effettiva approvazione. Perché in entrambi i casi un fronte che difende le agibilità democratiche ancora in vigore e si mobilita contro le misure antisociali esistenti o in via di approvazione è necessario per avanzare nella lotta per cacciare definitivamente dal governo del paese i guerrafondai e i nemici delle masse popolari, che tentano a ogni piè sospinto di reprimere e vessare i lavoratori e il resto della popolazione, e per imporre un governo di emergenza che attui le misure loro necessarie.

A questo scopo sono le organizzazioni operaie e popolari, i comitati tematici, i collettivi, le organizzazioni sindacali e politiche che lottano contro le politiche delle Larghe intese, le forze che compongono il movimento comunista cosciente e organizzato che devono convergere in un fronte unito contro la repressione. Un fronte che ha come obiettivo quello di impedire l’approvazione di misure antipopolari come il Ddl sicurezza, che promuova e si metta al servizio dell’organizzazione e della mobilitazione delle masse popolari nella lotta per riaffermare le agibilità politiche e sindacali.

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