Dopo cinque anni di carcere e un calvario giudiziario che va avanti da quattordici, Julian Assange è stato rilasciato ed è diretto verso un’isola dell’oceano Pacifico dove davanti a un tribunale statunitense si dichiarerà colpevole prima di ottenere la libertà. Questo per il momento raccontano i media, per cui non entriamo nel merito degli sviluppi giudiziari e né delle posizioni assunte da Assange e dai suoi persecutori statunitensi in quello che ne sembra l’epilogo.
Quello che è certo è che la liberazione del fondatore di Wikileaks è il frutto principalmente della mobilitazione e dell’organizzazione contro la censura e per la libertà di stampa animata da alcune decine di milioni di persone in tutto il pianeta da 14 anni a questa parte. Un pugno in faccia agli imperialisti USA e ai loro accoliti in giro per il mondo.
Tra mille contraddizioni, ora si apre una prateria (rispetto ad appigli da valorizzare, insegnamenti, nuovi strumenti informativi adottati, ecc.) davanti a Julian Assange e a tutti quei volontari che ci hanno permesso di leggere e visionare le prove di crimini di guerra e contro l’umanità dei guerrafondai USA-NATO, sionisti, europei e loro complici e clienti.
Questa vittoria è ancora più significativa se inquadrata nel contesto internazionale attuale. In tutto il mondo i popoli si ribellano all’imperialismo, che reagisce moltiplicando i conflitti, le aggressioni multiformi (misure coercitive unilaterali, attentati terroristici, guerra informativa e psicologica, ecc.), mentre ci trascina verso una nuova guerra mondiale. Per tenere buone le masse popolari, per distogliere l’attenzione dai suoi crimini e alimentare la confusione, per pacificare il “fronte interno”, la borghesia ricorre alla manipolazione delle menti e dei cuori delle masse popolari. In questo senso, la difesa della libertà di stampa (e dei validi giornalisti che la praticano) diviene ambito particolare della mobilitazione contro la guerra.
Infine, la vittoria di Julian ha tratto giovamento anche dalla grande mobilitazione contro la guerra e contro il genocidio sionista del popolo palestinese di questi mesi.
Al di là dei particolari e degli esiti della vicenda giudiziaria e della persecuzione subita da Julian Assange, dunque, si rafforza la battaglia per la libertà di espressione, di stampa e di organizzazione delle masse popolari in ogni angolo del mondo. Che le centinaia di comitati free Assange diffusi in tutto il mondo proseguano la lotta per le difesa della libertà di stampa, di informazione e di espressione, si mobilitino contro la sporca guerra promossa dagli imperialisti Usa, Ue e sionisti in tutto il mondo, contribuiscano a rovesciare i governi della guerra!
A seguire rilanciamo il comunicato che sta girando tra i vari comitati e nodi territoriali Free Assange.
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JULIAN ASSANGE È LIBERO
Julian Assange è libero. Ha lasciato il carcere di massima sicurezza di Belmarsh la mattina del 24 giugno, dopo aver trascorso 1901 giorni lì. Gli è stata concessa la cauzione dalla High Court di Londra ed è stato rilasciato all’aeroporto di Stansted nel pomeriggio, dove è salito su un aereo e ha lasciato il Regno Unito.
Questo è il risultato di una campagna globale che ha attraversato organizzatori di base, attivisti per la libertà di stampa, legislatori e leader di tutto lo spettro politico, fino alle Nazioni Unite. Questo ha creato lo spazio per un lungo periodo di negoziati con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, portando a un accordo che non è ancora stato formalmente concluso. Forniremo maggiori informazioni al più presto.
Dopo più di cinque anni in una cella 2×3 metri isolata 23 ore al giorno, presto si riunirà con la moglie Stella Assange, e i loro figli, che hanno conosciuto il padre solo da dietro le sbarre.
WikiLeaks ha pubblicato storie rivoluzionarie di corruzione del governo e violazioni dei diritti umani, ritenendo i potenti responsabili delle loro azioni. Come caporedattore, Julian ha pagato severamente per questi principi e per il diritto del popolo di sapere.
Al suo ritorno in Australia, ringraziamo tutti coloro che ci sono stati accanto, hanno lottato per noi e sono rimasti completamente impegnati nella lotta per la sua libertà.
La libertà di Julian è la nostra libertà.