Bergoglio “pacifinto” e la lotta per la pace

Il 15 e 16 giugno si è tenuta in Svizzera, indetta dal governo transalpino su richiesta di quello ucraino, la Conferenza sulla pace in Ucraina. Vi hanno partecipato 57 capi di Stato e di governo e circa 100 delegazioni, tra cui organismi europei e Nazioni Unite. Alla faccia degli intenti di pace strombazzati, i promotori non hanno invitato la Federazione russa. A fronte di ciò la Repubblica Popolare Cinese e altri paesi cosiddetti Brics, hanno disertato l’incontro. Non a caso il documento finale del consesso internazionale è una pace armata e unilaterale che prevede il proseguimento dell’invio di armi all’Ucraina contro la Federazione russa.

La kermesse non ha solo confermato l’ovvio delle posizioni guerrafondaie dei capi di stato dei paesi imperialisti. È stata anche l’ennesima tappa del disvelamento del ruolo nella gestione del nostro paese e della reale posizione del Vaticano di Bergoglio sulla guerra.

Anziché disertare l’incontro o intervenire contro i contenuti della dichiarazione, il Vaticano ha partecipato da osservatore, nella persona del cardinale Parolin, limitandosi a dire che oggi un problema sono gli interessi dietro il commercio delle armi. Come a dire che la guerra si fa perché si producono le armi e non che le armi vengono prodotte e commerciate dagli imperialisti per fare la guerra…

Non è stato da meno Bergoglio in persona che durante il G7 in Puglia, con tutti i capi guerrafondai dei principali paesi imperialisti del mondo, ha pensato bene di tenere un discorso di 20 minuti sull’intelligenza artificiale. Non una parola contro la guerra, non una sillaba per la pace. Ma soprattutto neanche una misura proposta per sostenere le masse popolari italiane, o di altri paesi, a fronteggiare l’economia di guerra, la fame, l’inflazione e il carovita che le sanzioni alla Federazione russa generano.

Ma perché il Vaticano era presente in questi incontri? La Chiesa di Roma è il gruppo di potere economico e politico più influente nel nostro paese e ne è di fatto il governo occulto e di ultima istanza. La repubblica italiana è una vera e propria Repubblica Pontificia che si poggia sul ruolo che il Vaticano ha assunto nella storia del nostro paese e nello specifico dalla fine della seconda guerra mondiale (vedi Eliminare il Vaticano! Note nell’anniversario dei Patti Lateranensi). Quello che è certo è che tanto più il Vaticano è costretto dalla crescente insofferenza popolare verso la guerra e dalla conseguente crisi politica ad emergere dall’ombra del governo occulto del nostro paese, tanto più finisce per smascherarsi e mostrare il suo vero volto.

Da mesi sono migliaia i fedeli che, attraverso associazioni, reti e comitati, si stanno spendendo (vedi quelli che hanno sostenuto la lista Pace, Terra e Dignità) e mobilitando per la pace ma soprattutto per fare fronte alle conseguenze (guerra interna) che le sanzioni alla Federazione russa comportano alle masse popolari italiane. Lotte e mobilitazioni che sono arrivate a scuotere sin da dentro Città del Vaticano (vedi l’articolo La prima vertenza sindacale nella storia del Vaticano). Questo uno dei motivi che costringe Bergolglio e i suoi a stare su una posizione ambigua dichiarandosi per la pace ma senza far granché per fermare la la guerra.

Questo perché i fedeli non hanno un ruolo marginale in questa battaglia. Al contrario della passività su questo tema che il Vaticano promuove, loro possono e devono far pressione – con le buone o con le meno buone – su ogni uomo della chiesa presente sui loro territori perché risorse e strumenti siano messi a loro disposizione. È solo la loro mobilitazione diretta per prendere in mano queste misure che può dare loro la forza di imporle estorcendo o espropriando ai padroni e ai loro soci con il collarino gli strumenti necessari. Le risorse che il Vaticano potrebbe mettere subito a disposizione delle masse popolari se Bergoglio e i suoi volessero essere conseguenti ai loro proclami.

Per fare solo due esempi:

  • in ogni città le aziende private di erogazione di servizi (accoglienza, sanità, mutualismo, assistenza, ecc.) in mano alla chiesa possono essere messe a disposizione di tutte le masse popolari per dare loro la possibilità di fare fronte all’economia di guerra, all’inflazione e al carovita.
  • in ogni città e paesino gli immobili che la Chiesa possiede – sono circa il 23% degli immobili totali – possono essere concesse gratuitamente o a prezzo calmierato a tutte quelle famiglie, a tutti quei singoli che non possono permettersi più (o non potevano permettersi già prima) di pagare un affitto.

Che anche per i fedeli, quindi, la lotta di classe diventi un’arma per vivere fino in fondo gli aspetti sani e progressisti della propria fede, eliminando i privilegi di chi da secoli la sfrutta per alimentare il proprio ruolo da impostore oscurantista e parassitario. Queste associazioni, reti e comitati in cui la parte migliore dei credenti del nostro paese si organizza contro la guerra per riuscire a conquistare effettivamente la pace deve legarsi al resto delle organizzazioni politiche, sindacali e popolari che si stanno mobilitando per la stessa causa.

Per liberare il paese dalla Nato, dai sionisti e dalla Ue e fermare la guerra serve un nuovo Comitato di liberazione nazionale. Serve che le organizzazioni operaie e popolari, i movimenti, le organizzazioni sindacali, associazioni, reti, coordinamenti, il variegato fronte anti Larghe Intese, i partiti e le organizzazioni del movimento comunista, le tendenze progressiste, democratiche e pacifiste operino in modo coordinato e promuovano l’organizzazione e la mobilitazione del resto delle masse popolari. Questo vuol dire darsi i mezzi per cacciare il governo Meloni, imporre un governo di emergenza popolare e fermare la guerra.

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