Il 23 e 24 giugno a Colle Val d’Elsa si terrà il ballottaggio per la carica di sindaco di Colle Val d’Elsa fra il candidato del PD Riccardo Vannetti e il candidato civico Piero Pii: premesse diverse, ma, di fatto, stesso il programma. I due candidati sindaco differiscono, come già succede nella politica nazionale, esclusivamente per i centri di potere che rappresentano. In questi mesi abbiamo potuto leggere e ascoltare i programmi dei due candidati:
– Riccardo Vannetti, con il suo background da manager internazionale, parla ai giovani prospettando non un lavoro sicuro e stabile, non sanità pubblica di qualità, ma progetti da metropoli statunitense (cohousing, coworking, spazi culturali per ricchi…) e investimenti stranieri di multinazionali che dovrebbero sopprimere la piccola e media impresa. Vannetti cerca di riproporsi come “il nuovo”, nel tentativo disperato di ridare una verginità al Partito Democratico che, come sanno bene i cittadini di Colle, è il principale responsabile del degrado nel quale versa la nostra città. Eppure alle spalle ha la solita dirigenza PD (Daniele Boschi, quello che diceva sui giornali che il Tubone bisogna farlo per evitare perdite di posti di lavoro alla RCR!) e a Colle, per la sua campagna elettorale, ha portato il peggio del PD toscano e nazionale (Elly Schlein, Nicola Zingaretti, Eugenio Giani… ci rimane sempre il rimpianto della mancata presenza dell’ex ministro Speranza, che Colle Insorge e alcuni gruppi di cittadini si erano organizzati per andare a contestare, ma l’endorsement lo consideriamo valido lo stesso).
– Piero Pii, già in trattativa per essere il candidato dei partiti di destra e in piena linea con la sua storia da burocrate anni ’70, propone progetti e investimenti che renderebbero Colle “la capitale della Val d’Elsa”, consegnandola, di fatto, ad affaristi e immobiliaristi, senza alcun vantaggio per le masse popolari. Anche Pii tenta di presentarsi come “il nuovo”, ma in realtà è un perfetto esempio di un abile politicante, che negli anni è stato campione di trasformismo, passando per incarichi in Regione, Consigli di Amministrazione di note banche e consulenze per Confindustria. Fra le liste che lo sostengono troviamo nomi ben noti della politica colligiana, dalla lista “Su per Colle” (che ha amministrato la città dal 2014 al 2019) a vari soggetti afferenti a Italia Viva, al partito di Matteo Renzi, l’attuatore di misure di guerra nei confronti della classe operaia, prima fra tutte il Jobs Act.
Insomma, si tratta di una finta contrapposizione fra partiti e coalizioni che sono espressione, diretta o indiretta, delle Larghe Intese che concorrono per la spartizione di posti di rilievo negli enti locali e per l’attuazione del programma comune della classe dominante. Fra i due contendenti non esiste un peggio e un meno peggio.
Il Partito dei CARC è stato promotore, insieme ad altre realtà organizzate e collettivi, della lista COLLE INSORGE. La lista COLLE INSORGE ha portato alla cittadinanza un programma elettorale che metteva al centro i diritti sociali delle masse popolari, consapevole che non è possibile governare un comune senza tenere conto delle politiche regionali e nazionali, che, ad oggi, non sono altro che applicazioni delle direttive della NATO e della UE. Le parole d’ordine e i principi di quel programma sono validi anche al di fuori della campagna elettorale e devono essere la guida per le colligiane e i colligiani per irrompere nella vita pubblica cittadina, per organizzarsi per imporre dal basso il programma che serve.
COLLE INSORGE è stata l’unica organizzazione a parlare di lavoro stabile e sicuro, di sanità pubblica, di diritto alla casa e all’istruzione. La lista COLLE INSORGE ha deciso di lasciare libertà di scelta al prossimo appuntamento elettorale, dichiarando chiaramente di non schierarsi in alcun modo né a favore del candidato Vannetti né a favore del candidato Pii.
I compagni del Partito dei CARC che fanno parte anche di Colle Insorge hanno portato dentro la lista la proposta di dare l’indicazione di astenersi dal voto, ma la linea che ha avuto la meglio è stata quella della libertà di scelta. A nostro avviso questa posizione è sbagliata; crediamo che sia importante, da comunisti, assumerci la responsabilità di indicare alle cittadine e ai cittadini colligiani di non andare a votare chi lavora contro i loro interessi: dove il meno peggio non esiste, boicottare le urne è la cosa migliore che si possa fare, è un gesto carico di significato politico, perché contribuisce, in una certa misura, a ledere e delegittimare chiunque sarà il nuovo sindaco di Colle Val d’Elsa.
Pertanto il P.CARC invita all’astensione, a non votare né Pii né Vannetti, a boicottare il ballottaggio. Un basso numero di votanti non invaliderà le elezioni, ma renderà meno forte il futuro sindaco, meno legittimato dal consenso delle masse popolari. L’indicazione ad astenersi non è un invito alla passività, anzi, è il primo passo che deve tradursi in organizzazione e mobilitazione a partire dal giorno dopo l’elezione del sindaco!
Rivolgiamo il nostro appello ai comunisti, a chi porta la falce e martello nel cuore, ai sinceri democratici, ai militanti dei partiti e delle organizzazioni popolari, alle numerose associazioni di Colle e a tutti i cittadini che sono stanchi e delusi dal teatrino della politica borghese: nessun voto per i partiti delle Larghe Intese e per chi vi si nasconde dietro! Invitiamo a partecipare e diventare protagonisti del progetto di Colle Insorge, a partire dall’assemblea pubblica che si terrà domenica 30 giugno presso il Circolo di Rifondazione in Via Garibaldi n.44 alle 17:30!
Il futuro dipende dalla mobilitazione delle masse popolari, non dall’esito delle elezioni! Il Partito dei CARC è e sarà in prima fila per sostenere le organizzazioni operaie e popolari che vorranno incalzare e costringere la futura amministrazione a prendere le misure di emergenza necessarie in materia di lavoro, salute e ambiente.
Sezione Siena – Val d’Elsa del Partito dei CARC