Solidarietà a Luciano Pasetti e a tutti i fermati di Piazza Duomo e non solo!

Lunedì 17 giugno p.v alle 14.00 presso il Tribunale di Milano, si terrà l’ultima udienza in relazione ai fatti del 4 dicembre 2021 in Piazza Duomo, contro il nostro compagno e sindacalista della CUB Luciano Pasetti, denunciato per resistenza a pubblico ufficiale. Informazioni più dettagliate si trovano al seguente link.

Nella scorsa udienza, tenutasi il 20 maggio, durante le arringhe finali, a seguito di una serie di motivazioni (che per brevità non elenchiamo qui) il nostro avvocato ha chiesto “l’assoluzione perché il fatto non sussiste” e con una certa sorpresa il PM ha chiesto…..“l’ assoluzione per insufficienza di prove”: una situazione quasi tragicomica.

Ma se andiamo a scavare sotto le particolari (!) richieste del PM possiamo comprendere le reali ragioni di questa inconsueta richiesta: com’è possibile che proprio colei che ha imbastito il procedimento, sostenuto un singolare teorema accusatorio, oggi si dichiari per l’assoluzione?

In primo luogo, si tratta della “ritirata strategica” che il PM pone in essere, al fine di tutelare i testimoni delle forze di polizia che hanno fornito informazioni che sono state smentite palesemente dalle testimonianze e prove durante il processo: facendo questo si cerca di togliere le “basi d’appoggio” per una nostra eventuale denuncia per falsa testimonianza nei confronti dell’unico testimone dell’accusa che si è presentato.

In secondo luogo, proprio qualche giorno prima dell’udienza, viene recapitata a Luciano una lettera della polizia municipale che lo convoca per “essere sentito” in merito….ai fatti del 4 dicembre 2021 di Piazza Duomo, per l’illecito amministrativo (ossia la multa) che veniva comminata in violazione del provvedimento restrittivo partorito dal Comitato di Pubblica Sicurezza di Milano. Quando si dice la casualità! Una casualità che ricorda i “provvedimenti ad orologeria” già sperimentati da diversi compagni e compagne in passato e non solo a Milano.

Alcune volte 2+2 fa 4. A giudicare dai due punti qui sopra sembra che il Comitato di Pubblica Sicurezza, non contento dell’andamento del procedimento giudiziario, tenti di perseguire per altre vie un compagno, un sindacalista che giustamente quel giorno si è mobilitato assieme a centinaia di altri lavoratori contro il governo Draghi.

Se lor signori pensano di fiaccare la nostra resistenza con i loro procedimenti, misure e multe, si sbagliano di grosso!

La campagna di solidarietà che abbiamo costruito attorno a questo procedimento ci ha permesso di raccogliere sostegno da organizzazioni e singoli, allargare il giro di solidali, rafforzato e costruito nuovi legami: tutto l’opposto della loro volontà di isolarci e annichilirci! Continueremo su questa strada e invitiamo le altre organizzazioni, i collettivi ed i singoli a percorrerla con noi!

Nell’udienza di lunedì 17 giugno verranno lette la sentenza e le motivazioni. Cosa deciderà la giudice?

Non si tratta esclusivamente del reato contestato a Luciano o delle “circostanze contingenti”, si tratta di una questione politica: in questo procedimento la giudice è chiamata a decidere se è ancora valido l’articolo 21 della Costituzione (libertà di manifestare) oppure se sono le misure liberticide imposte dal Comitato di Pubblica Sicurezza di Milano a valere sopra la legge!

Invitiamo tutte le organizzazioni, i collettivi ed i singoli a partecipare al presidio che si terrà fuori dal Tribunale di Milano, lunedì 17 giugno alle 14.00!

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