Da molti mesi, in particolare dopo la controffensiva della resistenza palestinese del 7 ottobre 2023, nel nostro paese è in corso un’ampia mobilitazione contro la Terza guerra mondiale promossa dagli imperialisti Usa, Ue e dai sionisti. È una mobilitazione che poggia per intero sull’attivismo di una rete di organismi popolari, organismi operai e movimenti, una rete che va via via allargandosi.
Quando parliamo di ampia mobilitazione non intendiamo che si sviluppa attraverso grandi manifestazioni (come fu nel 2003 contro l’aggressione all’Iraq), intendiamo che le manifestazioni di piazza, per lo più territoriali, si combinano con assemblee, iniziative di lotta, presidi, blocchi che coinvolgono diversi settori delle masse popolari, ma soprattutto sono capillari e continuative.
Alcune di esse hanno ottenuto piccole, ma molto significative vittorie: ad esempio le mobilitazioni degli universitari per sospendere la cooperazione accademica fra atenei italiani e università israeliane o quella dei facchini del Si Cobas a Bologna che hanno imposto il blocco della movimentazione delle merci da e per Israele nei magazzini in cui lavorano.
“I lavoratori della Dachser-Fercam SpA dell’Interporto di Bologna, organizzati con il Si Cobas, a seguito di uno sciopero di diversi giorni concluso con un riconoscimento economico e sulle condizioni lavorative, dopo avere portato solidarietà agli studenti accampati nell’Università di Bologna a sostegno della causa palestinese, a partire da ieri sera hanno interrotto la movimentazione dei colli da e verso Israele, in una azione di concreta solidarietà internazionale e boicottaggio dello Stato sionista.
Tale decisione è stata riportata nell’accordo sottoscritto con la Dachser-Fercam e con Lhs Società Consortile, che gestisce l’appalto. L’iniziativa decisa dai lavoratori Fercam è l’ultima di una serie di iniziative del sindacato Si Cobas contro il genocidio in corso a Gaza e a sostegno della causa palestinese” – da un comunicato del Si Cobas del 23 maggio.
La miriade di iniziative e di mobilitazioni, ovviamente, non è sufficiente a fermare le manovre della Comunità Internazionale degli imperialisti. Per fermarle è necessario che almeno in uno dei paesi della catena imperialista si installi un governo deciso a far valere gli interessi e la volontà delle masse popolari, deciso a spezzare quella catena.
Ma la miriade di iniziative e di mobilitazioni ha accresciuto il ruolo degli organismi e dei movimenti che le promuovono poiché sono loro gli unici ad affermare gli interessi e la volontà delle masse popolari.
Dopo mesi di attivismo crescente sono proprio i promotori della mobilitazione contro la guerra, la Nato, i sionisti e i loro servi in Italia a porre la questione (e dare l’opportunità!) di fare un bilancio, verificare i passi fatti, discutere delle difficoltà incontrate, allargare la mobilitazione e renderla più efficace.
Questa esigenza emerge chiaramente anche dal fatto che i mesi estivi saranno caratterizzati da molti appuntamenti che perseguono questi obiettivi: sono i campeggi di lotta già definiti, e quelli in invia di definizione.
Il primo appuntamento è in Puglia, in occasione del G7. Anzi, contro il G7. Il programma è particolarmente ricco.
Dal 12 al 16 giugno a Frassanito (LE) si terrà l’International People’s Camp No G7, organizzato dalla rete Salento per la Palestina, da The Union of Palestinian Communities and organizzation in Europe e l’Unione Democratica Arabo Palestinese. Di seguito pubblichiamo le dichiarazioni inviateci dagli organizzatori.
Dal 13 al 15 esponenti dei Cobas e di Usb hanno organizzato un programma dal nome No G7 Italia 2024. Mentre il coordinamento Gsim, nato da una rete di organizzazioni giovanili e in difesa dell’ambiente, sta organizzando per le giornate dal 12 al 16 un campeggio con iniziative in definizione.
In ultimo, il 14 giugno si terrà a Fasano il Contro forum G7 – voi 7 noi 8 miliardi. Tra i promotori Cgil, Anpi, Arci, forum del terzo settore, Legambiente e molti altri comitati e associazioni.
Altri appuntamenti, come dicevamo, sono già fissati: dal 2 al 4 agosto il campeggio promosso dal Movimento No Muos in Sicilia, in date ancora da definire quelli del Movimento No Base né a Coltano né altrove e di A Foras in Sardegna. Dal 26 al 26 luglio, inoltre, si svolge il Festival Alta Felicità in Val Susa e sono in definizione altre date promosse dal Movimento No Tav, tradizionali momenti di confronto, di analisi e di lotta.
Il P.Carc sostiene il lavoro di tutti gli organismi promotori e indica il loro attivismo come esempio di serietà e di assunzione di responsabilità. Faremo il possibile per essere presenti fisicamente, ma non è detto che ci riusciremo, quindi riassumiamo qui il messaggio che intendiamo portare ai promotori e ai partecipanti di questi importanti momenti di lotta. Schematicamente.
– Anche l’esito delle ultime elezioni europee dimostra lo scollamento delle masse popolari dal sistema politico della classe dominante. In Italia, più del 50% degli aventi diritto al voto si è astenuto e a ciò va aggiunto il numero delle schede bianche e annullate. I servi della Nato, dei sionisti e della Ue hanno preso una sonora legnata. Tuttavia, ciò non è sufficiente a fermarli. Per fermarli non c’è altra strada che rovesciare i loro governi, nel caso di specie il governo Meloni. Rovesciare il governo Meloni e sostituirlo con un governo di emergenza popolare.
– La mobilitazione delle masse è un aspetto essenziale: il governo Meloni va cacciato con la mobilitazione, rendendo il paese ingovernabile fino al suo rovesciamento. Solo in questo modo è possibile sbarrare la strada ai tentativi della classe dominante di sostituirlo con un altro governo di guerrafondai. La mobilitazione è un aspetto essenziale, tuttavia è ancora più importante promuovere l’organizzazione delle masse popolari. Sono le organizzazioni operaie e popolari che, coordinandosi azienda per azienda e scuola per scuola, territorio per territorio, su scala comunale, provinciale, regionale e nazionale possono e devono assumere il ruolo di nuove autorità pubbliche che sostituiscono le vecchie autorità della classe dominante nell’attuazione delle misure straordinarie necessarie a fare fronte alla situazione.
Si tratta di fare in modo che ogni lotta specifica faccia sorgere un’organizzazione operaia o popolare e rafforzi quelle esistenti. Non parliamo necessariamente di grandi numeri, è sufficiente che sia formata anche da due o tre persone, ma è determinante che operi con continuità e continui a esistere e a operare anche quando la specifica lotta o la protesta è finita.
– Nelle condizioni in cui versa il nostro paese, con il genocidio in corso il Palestina e con la catastrofe della Terza guerra mondiale che incombe è necessario unire TUTTE le forze per dare alla mobilitazione uno sbocco politico: il governo del paese. Serve che le organizzazioni operaie e popolari, i movimenti, le organizzazioni sindacali, il variegato fronte anti Larghe Intese, i partiti e le organizzazioni del movimento comunista, le tendenze progressiste, democratiche e pacifiste operino in modo coordinato e promuovano l’organizzazione e la mobilitazione del resto delle masse popolari.
Per liberare il paese dalla Nato, dai sionisti e dalla Ue serve un nuovo comitato di liberazione nazionale. Le sue radici non sono piantate nelle sedi dei partiti borghesi o in quelle dei vertici dei sindacati di regime, le loro radici sono piantate nei campeggi di lotta, nelle proteste, nelle mobilitazioni, nelle aziende, negli ospedali, nelle università… ovunque si alza una protesta, dobbiamo farne il baluardo della resistenza e la spinta per la riscossa.