Cagliari – indicazioni di voto del P.CARC amministrative 2024

Liberare il nostro paese dal cappio della UE e dall’asservimento agli imperialisti USA e ai sionisti!

Sviluppare dopo le elezioni i risultati in termini di organizzazione, mobilitazione e coordinamento raggiunti con le irruzioni e le iniziative fatte durante la campagna elettorale!

Il prossimo 8 e 9 giugno, in contemporanea con le elezioni europee, Cagliari andrà al voto per scegliere il proprio sindaco dopo le dimissioni di Paolo Truzzu (FdI) eletto in consiglio regionale con le elezioni dello scorso 25 febbraio [per quanto riguarda le indicazioni di voto per le elezioni europee vedi Elezioni europee dell’8 e 9 giugno. Indicazioni di voto del P.Carc]. Le elezioni amministrative di Cagliari si inseriscono in un contesto sempre più caratterizzato dalla partecipazione dell’Italia alla terza guerra mondiale in corso. La Sardegna è pienamente coinvolta: con la presenza delle basi NATO più grandi d’Europa, è teatro degli addestramenti e test militari necessari ai gruppi imperialisti USA-NATO, sionisti e UE promotori della terza guerra mondiale. In tale contesto, anche una singola amministrazione (o singoli e gruppi di consiglieri) non disposta a dire “sissignore” ai vertici militari e NATO può fare molto per sostenere la lotta che A Foras, Stop RWM e tanti altri comitati e gruppi portano avanti per liberare il paese dalla presenza nefasta delle basi USA-NATO, dall’ingerenza politica dell’industria delle armi, per le bonifiche dei territori inquinati dalle esercitazioni militari e ogni altro problema legato alla sottomissione dell’Italia ai gruppi imperialisti USA-NATO.

Per questi motivi il Partito dei CARC indica ai lavoratori e alle masse popolari di dare il proprio voto a Cagliari Popolare – alternativa di classe con Claudia Ortu sindaco. Cagliari Popolare, nata dall’unione elettorale del Partito Comunista Italiano e Potere al Popolo, è composta da numerose/i compagne/i protagonisti e attivi in comitati, associazioni, gruppi in lotta per la difesa del territorio, della sanità pubblica, dei posti di lavoro, dei diritti delle popolazioni migranti, ecc. Ma l’indicazione di voto e la speranza di ottenere un posto nel consiglio comunale di Cagliari non sono sufficienti. È necessario spingere in avanti la lotta di classe e rafforzare l’azione degli organismi popolari in Sardegna. Il primo passo è quello di mettere insieme e coordinare i partiti e le organizzazioni che si dichiarano anti Larghe Intese. Qualsiasi sarà il risultato elettorale, la lotta per il cambiamento deve proseguire. Il cambiamento, infatti, non è qualcosa da attendere, che scoppierà o che cadrà dal cielo: si costruisce, campagna dopo campagna, battaglia dopo battaglia, e una di queste sarà per dare continuità e rafforzare il fronte delle forze politiche, sindacali, operaie e popolari che sono alla testa delle masse popolari in Sardegna per cacciare i guerrafondai servi della NATO, dei sionisti e dell’UE e imporre dal basso, con la mobilitazione e la lotta, l’amministrazione che serve. Un’amministrazione che si attivi concretamente per difendere i posti di lavoro che faccia di tutto per sabotare le operazioni di guerra in terra sarda, per requisire gli immobili sfitti e garantire il diritto all’abitazione, per tutelare, migliorare e sviluppare i servizi pubblici (scuola, sanità, trasporti), per bloccare l’installazione delle pale eoliche e le altre opere speculative. Insomma: che faccia tutto quello che è negli interessi delle masse popolari.

È necessario unire il fronte di forze anti Larghe Intese a partire da coloro che si sono presentati alle elezioni regionali in alternativa alle liste guidate dai partiti delle Larghe Intese. Allo stesso tempo, bisogna superare gli steccati, i pregiudizi, le invidie e le rivendicazioni che oggi dividono il fronte delle forze che si dichiarano anti Larghe Intese: a guardar bene, in questo campo ogni organizzazione si dichiara contro la presenza dei poligoni militari NATO in Sardegna e per la bonifica dei territori inquinati dalle esercitazioni, contro la speculazione energetica delle multinazionali “green”, per la sanità pubblica, diffusa territorialmente, gratuita e di qualità. Su questi temi è ora di lottare insieme per promuovere un’ampia campagna di lotta a sostegno degli organismi popolari che se ne fanno portavoce, promuovendo anche un sano dibattito franco e aperto sulle divergenze che esistono ma per farne motore di un’azione condivisa. Questa è la base da cui partire per costruire un’amministrazione locale alternativa, di emergenza, capace di operare negli interessi delle masse popolari.

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