[Bergamo] Indicazioni di voto del P.Carc per le amministrative

Il contesto

Bergamo è una città con il tasso di disoccupazione fra i più bassi d’Italia e in cui resiste una particolare coesione sociale, basata sul ruolo svolto dal Vaticano, dall’associazionismo cattolico e dal volontariato su basi solidaristiche e assistenziali, che soprattutto nelle metropoli italiane è andata disgregandosi in modo più evidente.

Tuttavia anche a Bergamo si fanno sentire gli effetti della crisi, della guerra e dell’economia di guerra. Ne sono esempi l’emergenza abitativa, che colpisce duramente alcuni settori della popolazione, e l’accelerazione nel processo speculativo a danno della sanità pubblica. Bergamo, dunque, non è affatto una città “pacificata”.

Sembra pacificata perché autorità e istituzioni fanno le carte false per farla apparire tale. Anche la campagna elettorale per le amministrative ne è stata una dimostrazione: tante chiacchiere su aspetti secondari e su questioni inutili per tenere le masse popolari lontane dalla politica cittadina, mantenerle al ruolo di spettatrici del teatrino della politica borghese.

La campagna elettorale

Bergamo non è una città pacificata perché il nostro paese non è un paese pacificato, perché non esistono “isole felici” nel contesto della terza guerra mondiale che avanza e della guerra di sterminio non dichiarata che la classe dominante conduce contro le masse popolari (le conseguenze sono le morti sul lavoro, per i tagli alla sanità, per l’inquinamento e la devastazione ambientale, per disturbi mentali, droghe e miseria). Tuttavia, per una serie di ragioni, la campagna elettorale per le amministrative ha rappresentato questa realtà di “isola felice” che in verità non esiste e le elezioni amministrative NON sono diventate ambito di irruzione delle masse popolari nel teatrino della politica borghese.

Vediamo le principali di queste ragioni.

1. Non è presente nessuna lista (e nessun candidato a sindaco) anti Larghe Intese: tutte le liste presenti sono espressione – direttamente o indirettamente – dei partiti delle Larghe Intese e del loro sistema politico.

2. Le forze politiche, le associazioni e gli organismi che hanno un ruolo di organizzatori e promotori della mobilitazione delle masse popolari (con poche eccezioni che vediamo di seguito), senza una lista di riferimento da sostenere e appoggiare, si sono comportati come se le elezioni non ci fossero, cioè non hanno usato la campagna elettorale per svolgere il loro ruolo, per rafforzarlo e svilupparlo.

Il PRC ha provato a presentare un proprio candidato a sindaco e in effetti avrebbe potuto essere un’alternativa alle Larghe Intese): prima ha proposto al M5s una coalizione (ma il M5s ha risposto picche) e poi seguendo la via della costruzione di una lista civica che coinvolgesse anche esponenti dei comitati popolari della città, ma alla fine anche questo progetto è naufragato.

Il M5s locale, seguendo probabilmente le indicazioni del nazionale che spingeva per proseguire l’abbraccio mortale con il Pd, nel corso del tempo ha avuto e mantenuto un ruolo debole, di finta opposizione alla giunta Gori ed è arrivato alle amministrative spaccato, indebolito, ammaestrato. Al punto da non poter essere definito alternativo al sistema locale delle Larghe Intese.

La combinazione di questi elementi ha determinato che la campagna elettorale scorresse come una parentesi tranquilla in un contesto generale in cui, invece, tutto è in movimento e il mondo, la società e il paese sono sconvolti dagli effetti della crisi generale.

Il nostro lavoro nei mesi passati

Abbiamo lavorato in vista delle elezioni e della campagna elettorale in modo da favorire la costruzione di un fronte di forze e organismi che fosse effettivamente alternativo e antagonista al sistema delle Larghe Intese e ci siamo concentrati ad alimentare la lotta per la difesa della sanità pubblica, promuovendo e rafforzando comitati popolari di utenti e di lavoratori della sanità.

Abbiamo cercato una interlocuzione in particolare con il Prc, l’unica forza che sembrava avere reale interesse alla presentazione di una lista, e abbiamo anche valutato la possibilità di candidare nostri compagni. Ma in definitiva ci siamo occupati di impostare l’irruzione nella campagna elettorale indipendentemente dal fatto che fosse presente o meno una lista anti Larghe Intese.

Ci siamo dunque dedicati alla costruzione del Comitato d’azione per la sanità pubblica (CASP) utilizzando a questo scopo anche i momenti e gli appigli della campagna elettorale.

Con il CASP abbiamo promosso dei presidi per la città e un’iniziativa a cui ha partecipato anche Medicina Democratica sulla storia del SSN, invitando sempre i candidati alle elezioni a intervenire e sostenere la lotta per la sanità pubblica. Abbiamo poi fatto un’irruzione durante un convegno sulla sanità promosso dal Pd e, per impedire che si limitasse a essere l’ennesima passerella elettorale eludendo le gravi responsabilità del Pd nello smentallamento della sanità pubblica, ci siamo presentati con diversi cartelli che hanno catturato l’attenzione di chi partecipava all’evento. Cartelli che denunciavano lo smantellamento della sanità pubblica e il dirottamento dei fondi verso le armi e le missioni di guerra, le lunghe liste di attesa e la necessità di organizzarsi per rifondare la sanità in Lombardia e a Bergamo.

Il presidio che il CASP ha convocato è stato da esempio per un altro comitato, sorto durante la pandemia, che ha deciso di andare a contestare e incalzare il Pd come noi.

Infine, con il CASP abbiamo avviato lo sportello per sostenere le masse popolari nelle pratiche burocratiche che servono per abbattere le liste di attesa (la lunghezza è spesso dovuta a prassi anticostituzionali e illegali, per favorire così la sanità privata).

Parallelamente, rispetto alla politica da fronte con il PRC, dopo che abbiamo saputo che non si sarebbero candidati, abbiamo provato ad intavolare una discussione finalizzata alla collaborazione per irrompere nella campagna elettorale anche se non avrebbero presentato nessuna lista, ma senza ricevere risposte positive.

Per una ricostruzione più puntuale rimandiamo all’intervista per l’Agenzia Stampa Staffetta Rossa alla segretaria Federale del 30 maggio.

Le forze in campo e le indicazioni di voto

Alle amministrative di Bergamo non è presente nessuna lista anti Large Intese. Le liste sulla scheda elettorale saranno tre: la lista del PD con i suoi satelliti e liste civetta, sostenuta anche da Azione e AVS che candiderà come sindaco Elena Carnevali; una coalizione di centro destra tra Lega, FdI e FI con Andrea Pezzotta; infine la lista del M5S con Vittorio Apicella.

In continuità con l’operato della giunta di Gori, il polo PD e i partiti che sostengono il governo Meloni si contendono la maggioranza dei voti su un programma che però è comune.

Lo è stato in questi anni e lo è stato sia a livello locale che regionale e nazionale. Un programma fatto di speculazione edilizia, accordi per fare opere inutili, complicità nello smantellamento della sanità pubblica, sostegno ai sionisti di Israele e all’invio di armi in Ucraina. Al di là delle chiacchiere buone per il teatrino della politica borghese, il programma è lo stesso.

Stanti le condizioni, le indicazioni del P.Carc per le amministrative di Bergamo sono di astenersi o annullare la scheda. In questa situazione una consistente crescita dell’astensione delegittimerebbe ulteriormente i partiti delle Larghe Intese e contribuirebbe a spezzare tra le masse illusioni e pregiudizi “democratici” (l’idea che, seppur con alcune storture, siamo in un paese democratico, l’idea che si tratta di influenzare, migliorare e “far piegare a sinistra” le istituzioni della classe dominante).

Astenersi, però non vuol dire passività. Facciamo appello a fare dell’8 e 9 giugno giornate di mobilitazione per una sanità pubblica, in solidarietà con la resistenza e il popolo palestinese, contro le guerre della NATO, contro il governo Meloni e tutti i partiti delle Larghe Intese, sottomessi agli USA e all’UE e complici dei sionisti di Israele.

Organizziamo insieme iniziative di propaganda davanti ai seggi come volantinaggi, striscioni, affissioni di manifesti e per chi va a votare, rechiamoci ai seggi con la bandiera della Palestina e la kefiah.

Per quanto riguarda le elezioni europee rimandiamo al comunicato della Direzione Nazionale che trovate a questo link.

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