Firenze, 3 giugno 2024
I prossimi 8 e 9 giugno Firenze andrà al voto per scegliere il nuovo sindaco e il nuovo consiglio comunale. Per un quadro organico del nostro intervento in queste elezioni comunali rimandiamo a:
- comunicato della Segreteria Federale Toscana del 7 ottobre (qui)
- comunicato della Segreteria Federale Toscana del 12 febbraio (qui)
- comunicati della Segreteria Federale Toscana del 10 e dell’11 maggio (qui e qui)
- intervista alla Segretaria Federale Toscana Silvia Fruzzetti del 29 maggio (qui)
Per approfondire ulteriormente il contesto politico nazionale e internazionale in cui si collocano queste amministrative indichiamo la lettura del comunicato della Direzione Nazionale del Partito dei Carc sulle elezioni europee e relative indicazioni di voto (qui).
Con questo comunicato entriamo nel merito delle indicazioni di voto della Segreteria Federale Toscana per le elezioni comunali di Firenze.
L’obiettivo che ci siamo proposti con questa campagna elettorale era quello di unire ciò che l’elettoralismo divide, cioè costruire alleanze politiche, sociali e sindacali animate dalle realtà che già oggi sono in lotta contro le politiche criminali dei partiti delle Larghe Intese per cacciarle dal governo di Firenze. Non ci siamo riusciti compiutamente dato che le due liste anti Larghe Intese che si sono presentate (Sinistra Progetto Comune e Firenze Rinasce) non si sono unite in un unico fronte elettorale. La campagna elettorale che hanno messo in campo, per quanto a tratti sia stata positiva, non è stata sicuramente all’altezza di affrontare un contesto grave come quello in cui ci troviamo, sia a livello nazionale che locale: l’Italia è in guerra e Firenze che diventerà sede del più grande comando NATO del sud Europa anche, l’Italia sostiene attivamente il genocidio in Palestina e Firenze ha a capo di una delle sue principali istituzioni, la Fondazione Meyer, un sionista come Marco Carrai, l’Italia è martoriata dalla distruzione dell’apparato produttivo e Firenze è una triste fotografia anche in questi termini, basti pensare alla vicenda degli operai della ex-GKN e alle tante vertenze ed “emergenze” lavorative che colpiscono il suo territorio. La lista degli esempi potrebbe andare avanti ma ci fermiamo perchè servono solo a inquadrare il contesto grave in cui ci troviamo e a rimarcare l’esigenza di crescere e avanzare su strade più coerenti con i compiti che oggettivamente siamo chiamati ad affrontare.
Tornando alle elezioni comunali fiorentine, è evidente che la costruzione di un fronte unitario avrebbe dato anche una risposta a quei tanti che probabilmente decideranno di astenersi. Il venir meno di questo obiettivo rende realisticamente difficile il raggiungimento di un esito positivo che avrebbe significato cacciare le Larghe Intese dal governo di Firenze (come del resto è successo in altre occasioni, per esempio a Campi Bisenzio).
Detto questo seppur con le criticità che individuiamo, entrambe le liste si sono messe a loro modo a disposizione della mobilitazione e delle rivendicazioni delle masse popolari. Per quanto riguarda noi e il nostro lavoro, nella pratica, abbiamo portato alcuni dei candidati a schierarsi e mettersi all’opera su alcuni temi decisivi: la lotta contro la guerra, la solidarietà internazionalista contro la russofobia e per la Palestina, il sostegno alla lotta contro lo smantellamento dell’apparato produttivo e per la sicurezza nei luoghi di lavoro. Le operazioni che abbiamo messo in campo con i nostri candidati e le irruzioni che nelle ultime settimane alcune organizzazioni operaie e popolari hanno fatto (i comitati contro la guerra e la NATO, quelli pro-Palestina o i lavoratori della ex GKN) mostrano cosa si intende con: “usare la campagna elettorale per rafforzare la lotta delle masse popolari e la loro organizzazione” e dimostrano che fare una campagna elettorale di azioni (non solo di programmi) di rottura è possibile. Un breve inciso: la “rottura” che intendiamo noi è di tipo politico (non “muscolare”), significa portare e affrontare nella campagna elettorale i temi e gli argomenti coerenti con gli interessi dei lavoratori e del resto delle masse popolari, ma non solo: significa mettere in campo anche azioni che servono a rafforzare quegli interessi, a promuovere il fatto che le masse si mobilitino e si organizzino a difesa di quegli interessi. Da parte dei candidati significa usare prestigio, relazioni e visibilità (che nella campagna elettorale sono massimi) per rafforzare, favorire una certa lotta, rivendicazione o la nascita e crescita di organizzazioni popolari. Sostenere anche facendo forzature rispetto a regole, leggi e regolamenti qualora questo fosse necessario: non farsi legare le mani dal legalitarismo e mettere al centro della propria azione il principio per cui: “è legittimo tutto ciò che va negli interessi delle masse popolari”. Un principio che ovviamente va tradotto nella pratica, a seconda della situazione, della quantità e della qualità delle nostre forze (quindi bando all’avventurismo) ma con l’obiettivo di difendere sempre l’agibilità politica che i nostri partigiani hanno conquistato con la Resistenza antifascista e quindi educarci a lottare contro la sottomissione dei padroni, “abituarci” all’idea che le loro norme, leggi e regolamenti servono solo e soltanto a tutelare il loro ordinamento sociale. Lottare contro il legalitarismo significa anche rifiutarsi di sottostare alle pressioni (spesso informali…) che le Forze dell’Ordine sono solite fare (richieste e quant’altro). Ogni nostro cedimento anche su cose apparentemente innocue, è spazio che lasciamo alla Questura nel dettare il rapporto con noi.
Il tema della lotta al legalitarismo in queste settimane si è posto alle organizzazioni operaie e popolari e il collettivo di fabbrica della ex GKN, con la decisione di occupare i terreni della Regione, ha indubbiamente indicato una via anche rispetto a questo.
Per approfondire questo aspetto invitiamo alla lettura dei comunicati numero 53 e 54 del Comitato di Partito Aurora del (n)PCI.
Concluse queste ulteriori considerazioni che si aggiungono ai primi elementi di bilancio trattati nella suddetta intervista a cui rimandiamo, entriamo nel merito delle indicazioni di voto.
La Segreteria Federale Toscana del Partito dei CARC chiama a votare :
per il Consiglio comunale:
- la lista Sinistra Progetto Comune (candidato sindaco Dimitrij Palagi) con preferenza a Gaia Dondoli
oppure:
- la lista Firenze Ambientalista e Solidale (candidato sindaco Dimitrij Palagi) con preferenza a Sandra Carpi Lapi
oppure:
- la lista Firenze Rinasce (candidato sindaco Alessandro De Giuli) con preferenza a Paolo Babini
Per quanto riguarda i quartieri:
– per tutti i quartieri la lista Sinistra Progetto Comune (con candidato sindaco Dimitrij Palagi), per il Quartiere 5 con preferenza a Tommaso Bolognesi ed Emanuela Bavazzano.
Qualsiasi sarà il risultato elettorale, la lotta per il cambiamento continuerà più forte che mai. Esso, infatti, non è qualcosa da attendere, che scoppierà o che cadrà dal cielo: il cambiamento si costruisce, campagna dopo campagna, battaglia dopo battaglia, e una di queste sarà per dare continuità e rafforzare il fronte delle forze politiche, sindacali, operaie e popolari che sono alla testa delle masse popolari di questa città per cacciare i guerrafondai servi della NATO, dell’UE e del Vaticano e imporre dal basso, con la mobilitazione e la lotta, l’amministrazione che serve. Un’amministrazione che si attivi concretamente per difendere i posti di lavoro – a partire dalla vertenza GKN- che faccia di tutto per impedire l’installazione del Comando della NATO a Rovezzano, che requisisca gli immobili sfitti per garantire il diritto all’abitazione, che tuteli, migliori e sviluppi i servizi pubblici (scuola, sanità, trasporti), Insomma: che faccia tutto quello che è negli interessi delle masse popolari.
Federazione Toscana del P.CARC