Le forze politiche anti Larghe Intese che si presentano alle elezioni, siano esse a livello nazionale o locale, devono unirsi contro il PD, i partiti della destra al governo, i renziani e il M5S ridotto a far loro da stampella. Il Partito dei CARC in Toscana si è impegnato dallo scorso settembre a oggi per l’unità di queste liste alle amministrative che si terranno a Firenze a giugno, ha messo a disposizione compagni come candidati per la lista Sinistra Progetto Comune e per la lista Firenze Rinasce, ha mobilitato e mobilita questi compagni per iniziative comuni contro il PD e le altre forze delle Larghe Intese che governano la città a spese delle masse popolari.
Abbiamo sperimentato, durante i volantinaggi per la campagna elettorale, come l’unità delle forze che si oppongono ai partiti delle Larghe Intese è esigenza preminente tra le masse popolari: a noi e a tutti quelli che elencano misure di un governo alternativo al PD, ai suoi amici e ai suoi falsi nemici chiedono perché non ci uniamo, visto che abbiamo lo stesso obiettivo. Abbiamo quindi programmato una serie di iniziative comuni dei tre candidati operativi nella lista Sinistra Progetto Comune e nella lista Firenze Rinasce, la prima delle quali in piazza Leopoldo, contro la russofobia, per la fratellanza tra i popoli e contro l’economia di guerra e per misure economiche a favore delle masse popolari, di cui il partito ha pubblicato nota in https://www.carc.it/2024/05/11/firenze-una-campagna-elettorale-allinsegna-della-solidarieta-internazionale/.
L’iniziativa ha cominciato a prendere corpo in una serata al Fondo Comunista del quartiere di Rovezzano alla periferia Sud-est della città, dove la NATO prevede di installare la Multinational Division South (Mnd-S), il Comando più grande di tutto il sud Europa. Proiettavamo il film Il testimone, che mostra i crimini dei nazisti ucraini e che Nardella ha proibito di proiettare nel territorio in cui da cinque anni imperversa come sindaco di Firenze, facendo sì, in particolare, che il divieto fosse praticato nei circoli ARCI, dei quali in provincia ce ne sono più di duecento e più che in ogni parte d’Italia, minacciando che, se non lo avessero fatto, avrebbe tagliato loro i fondi. In questa occasione abbiamo pensato dove e come installare una targa simbolica in memoria dei Martiri di Odessa, i quarantadue uccisi dalle squadre naziste ucraine foraggiate dalla NATO, brave come i fascisti sanno essere nel massacrare civili inermi e disarmati e come hanno fatto appunto a Odessa il due maggio del 2014, alla Casa dei Sindacati. Ne abbiamo parlato con Olga Ignatieva, sopravvissuta alla strage e abbiamo organizzato l’iniziativa con la sua partecipazione, apponendo la scritta MARTIRI DI ODESSA alla fermata della tranvia intitolata LEOPOLDO STIBBERT. È una piccola scintilla per la prateria cui intendiamo dare fuoco, un nome nuovo per una città futura diretta su dettato delle organizzazioni operaie e popolari, mirata a realizzare ciò che alle masse popolari è dovuto e che esse esigono e che, tra le altre cose, provvederà anche a dare alle vie e alle piazze i nomi di chi in Italia e nel mondo ha lottato e lotta per la liberazione dei popoli e per la rivoluzione socialista e a togliere nomi di fascisti come il prete Reginaldo Giuliani dalla lunga via che dalla piazza Dalmazia, dove un fascista ha ucciso due senegalesi nel dicembre del 2011, arriva ai confini di Sesto Fiorentino.
Cominciamo ora a farlo, in occasione di queste amministrative e continuando dopo, contro gli imperialisti USA, europei e sionisti che portano avanti una guerra di sterminio ormai aperta e dichiarata, in Ucraina dove hanno iniziato la guerra civile nel 2014, in Palestina dove pretendono di cancellare la popolazione palestinese come hanno fatto gli USA con gli indiani d’America. La lotta contro gli imperialisti USA, europei e sionisti in lotta è centro della azione politica per le liste che si presentano a Firenze come alternative a PD, soci e oppositori finti. Questo va detto contro quei meschini che vorrebbero ridotto il programma politico a “problemi fiorentini” quali buche in strada e spazzatura fuori dei cassonetti, come se Firenze non fosse città del mondo e come se gli imperialisti, che sono disperatamente alla ricerca del miglior modo di continuare a opprimere e sfruttare il mondo, non lo facessero anche contro le masse popolari fiorentine, come si vede nei punti a seguire.
- A Firenze la NATO vuole costruire un comando NATO per tutto il Sud Europa, con tutto ciò che significa per il quartiere di Rovezzano e per l’intera città.
- A Firenze si moltiplicano le residenze di lusso per turisti, gli appartamenti sono affittati sempre più come B&B e i residenti e i lavoratori vengono cacciati oltre le periferie, mentre cresce in modo incontrollabile il degrado sociale.
- A Firenze l’apparato produttivo è venduto ai capitalisti dei paesi imperialisti, che hanno la proprietà della sua fabbrica più grande, la ex Nuovo Pignone, prima grande fabbrica della città a partire da metà dell’Ottocento insieme alla Galileo, questa oggi impegnata a produrre per la guerra, i capitalisti dei paesi imperialisti che quando non comprano per sfruttare la classe operaia italiano comprano per chiudere, con operazioni speculative quali quella che vuole azzerare la GKN, ultimo caposaldo di quella che è stata la FIAT.
- A Firenze le masse popolari ogni giorno sperimentano l’ingresso nell’economia di guerra con l’incremento dei prezzi per ogni genere di bene, dagli alimentari all’energia, subiscono gli effetti dei tagli alla sanità pubblica e sono sospinti verso quella privata, a spendere per le cure somministrate dalle aziende del clero o da quelle dove stanno mettendo mano gli imperialisti stranieri, subiscono gli effetti del degrado nei trasporti e in tutti i servizi pubblici.
Questi sono i problemi da risolvere, e soluzioni, qui a Firenze come altrove, sono la moltiplicazione delle organizzazioni operaie e popolari e il loro coordinamento. Prima di tutto la soluzione è però nella testa, ed è farci consapevoli che siamo noi, la classe operaia, le masse popolari che facciamo la storia e prima di tutto la soluzione è nella pratica, è il cominciare subito, qui e ora, a farla. Basta, quindi, lamentarci di quanto siamo oppressi dagli sciacalli che ci governano e pretendere da loro che siano “meno sciacalli”, basta, quindi, con l’elenco dei “problemi” e cominciamo con l’individuare insieme e insieme praticare SOLUZIONI.
Abbiamo cominciato, con l’occupazione della GKN che resiste da tre anni, con le lotte dei lavoratori contro lo sfruttamento, in particolare quelle che dirige il SiCobas, contro i licenziamenti, contro gli omicidi sul lavoro e con le marce che partono dal cantiere dei cinque uccisi tre mesi fa in via Mariti, con la mobilitazione a sostegno della popolazione palestinese, con la lotta a sostegno di chi è colpito dai disastri ambientali, come gli alluvionati di Campi Bisenzio, Pistoia, Prato, con la lotta contro l’espansione dell’aeroporto voluta da chi pretende di incrementare il flusso dei turisti in città e con le mille altre lotte che sono altrettanti mattoni con cui intraprendiamo la costruzione della città nuova.
L’iniziativa dell’11 maggio è uno di questi mattoni, ma è più esatto dire che è una di queste battaglie, perché ciò che stiamo costruendo più che un edificio è una guerra, o meglio stiamo costruendo la rivoluzione socialista come si costruisce una guerra. Alla guerra di sterminio della borghesia imperialista contro le masse popolari e i popoli, in Ucraina, in Palestina e ovunque, opponiamo la guerra del costruire la rivoluzione socialista. La rivoluzione socialista non è cosa da aspettare come i credenti aspettano che appaia la Madonna, ma è il frutto del nostro lavoro qui e ora. Lo possiamo sperimentare in iniziative come questa per i Martiri di Odessa, come quella che abbiamo fatto il 16 maggio contro il nemico del popolo Marco Carrai, che ha mano nelle acciaierie di Piombino, negli aeroporti toscani, nell’ospedale Meyer di Firenze, Carrai console “onorario” di Israele, Carrai che mai ha preso le distanze dal nonno, uno della banda diretta da Mario Carità che a Firenze, a Villa Triste, torturava e uccideva partigiani e antifascisti. Lo sperimenteremo nelle iniziative che faremo nei primi giorni di giugno contro il comando NATO e contro questa repubblica asservita agli imperialisti.
A una settimana dall’operazione, la fermata della tranvia mantiene il suo nuovo nome. Se Nardella capita da quelle parti magari sarà preso dalla furia e si avventerà per toglierlo, come fece con il compagno di Ultima Generazione per impedirgli di usare lo spray a Palazzo Vecchio. Non importa. L’importante è che abbiamo imparato come si fa.
Paolo Babini