La breve vita del governo Meloni è costellata di bugie e falsità. Il governo mente sapendo di mentire. E così fa anche la sua finta opposizione, sulle barricate nel dibattito pubblico e comodamente a fianco del governo nel votare qualsiasi misura in parlamento. Ingannano, nascondono, intossicano per provare a far passare impunite misure inaccettabili per le masse popolari. Le masse invece rendono la vita sempre più difficile al sistema delle larghe intese, contestandole e riducendo la loro agibilità, e iniziano a elaborare proprie misure.
Negli ultimi mesi si sono susseguiti incessanti teatrini fatti di dichiarazioni roboanti da parte di ministri del governo e di plateali smentite. “Niente missili all’Ucraina” “L’Italia invierà all’Ucraina solo armi difensive” giurava e spergiurava il ministro della guerra Crosetto a gennaio. Nemmeno il tempo di finire la sceneggiata che al ministro britannico per la difesa sfugge una frase sugli aiuti militari italiani a Kiev. Per l’appunto aiuti fatti di missili Storm Shadow, definiti dalla Difesa “armi strategiche in grado di modificare le sorti di un conflitto con attacchi di profondità”.
Non è da meno Tajani, il compare di Crosetto, che sempre a gennaio dichiarava: “Il governo italiano ha sospeso finanziamenti all’Unrwa dopo l’atroce attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre”. Peccato che un’inchiesta di Altreconomia abbia messo in luce che i fondi alle Nazioni Unite per il soccorso dei profughi palestinesi erano già tagliati ben prima del presunto “scandalo” dei 12 membri del suo staff coinvolti negli attacchi di Hamas del 7 ottobre. Un attacco alla popolazione palestinese da parte della Meloni in tempi non sospetti,
Non solo sul fronte di guerra il governo si spertica in falsità e intossicazione. A ben studiare i decreti legge che il governo emana si scoprono sempre nuovi attacchi alle masse popolari. Stavolta è il DL Agricoltura a contenere tagli per 150 milioni di euro al fondo bonifiche Ilva. Soldi che verranno impiegati per sostenere i padroni dell’Ilva e la loro gestione criminale dell’azienda. Anche la Meloni il 1° maggio ha dato il meglio di sé dichiarando soddisfatta che i suoi “decreti 1° maggio” avrebbero portato soldi nelle tasche dei lavoratori. 100 euro una tantum, da gennaio 2025, sempre se “trovano” i fondi. Ennesimi decreti quindi che sotto paraventi infilano lauti finanziamenti nelle tasche dei padroni.
Queste sono solo le ultime menzogne tra le tante che hanno costellato la vita del governo fino ad oggi. Chi non ha bisogno di nascondere il proprio operato sono invece le masse popolari che si stanno organizzando in maniera crescente per iniziare a dettare legge dal basso, con le proprie azioni.
Il Collettivo di Fabbrica Gkn, che aveva già steso una legge nazionale contro le delocalizzazioni, oggi promuove una legge regionale per la difesa del lavoro e chiama il paese ad approvarla a partire dai posti di lavoro e dalle piazze. I collettivi studenteschi insieme ai giovani palestinesi da mesi si mobilitano per fermare il sostegno delle università italiane al genocidio promosso dallo Stato d’Israele. Hanno già conseguito vittorie nelle università di Bari, Torino e Pisa e altre ne vogliono conseguire. I sindacati di base, come Usb, stanno promuovono iniziative e una legge popolare per istituire l’omicidio sul lavoro. Perfino la Cgil, incalzata dalla sua base, oggi promuove un referendum per abolire il Jobs act. Non una di meno ha già da anni steso un piano per costruire l’emancipazione della donna dal lavoro alla sanità.
Sono tantissime poi a livello locale le iniziative che dal basso costruiscono le soluzioni urgenti. Per fare solo alcuni esempi i comitati contro il ponte sullo stretto hanno presentato un contro dossier per l’impatto ambientale del ponte. Sono tanti gli sportelli sanitari che stanno nascendo per imporre soluzioni alle lunghe liste d’attesa. Alcuni cittadini di Venezia hanno creato un sito chiamato “Venezia città aperta” in cui mettono a disposizione codici per l’accesso gratuito alla città, per annullare la decisione del pagamento del biglietto per l’ingresso.
I vertici della Repubblica Pontificia e il governo Meloni sono seduti su un barile di polvere da sparo. Le politiche di cui sono promotori non faranno altro che trascinare il paese alla rovina. Le masse popolari hanno una sola strada, prendere il governo del paese e cambiare quelle politiche. Le leggi, i progetti, le riforme necessarie esistono già e laddove non ci sono si troveranno. Per farlo serve rompere con la sfiducia e il disfattismo.
Serve costruire l’unità e il coordinamento di tutti quelli che già si organizzano e mobilitano per cambiare il corso delle cose. C’è bisogno di cacciare Meloni, Schlein e tutti i guerrafondai vendipatria dei partiti delle larghe intese. Questo è ciò che è necessario fare, è possibile fare e dobbiamo fare. La campagna elettorale è l’ambito in cui irrompere e dettare l’agenda in base agli interessi delle masse popolari e sabotare ogni passerella, sceneggiata e comizio che questi politicanti stanno mettendo in campo. Cacciamoli!