SEGUIRE L’ESEMPIO DEL CDF GKN E IRROMPERE NELLA CAMPAGNA ELETTORALE, RICONQUISTARE LE PIAZZE, COSTRUIRE IL GOVERNO DI BLOCCO POPOLARE!
La Federazione Toscana del Partito dei CARC aderisce, partecipa e promuove il corteo di sabato 18 maggio di Firenze indetto dal CdF GKN e che partirà da via Mariti, teatro una delle sempre più numerose stragi sui posti di lavoro.
Il collettivo di fabbrica GKN chiama di nuovo, dopo tre anni di lotta, un corteo alla testa del quale saranno presenti i parenti dei lavoratori morti sul lavoro. Una manifestazione che si colloca in una situazione nazionale e internazionale caratterizzata dalla crisi per sovrapproduzione assoluta di capitale che si concretizza nella crisi economica (smantellamento dell’apparato produttivo, precarizzazione del lavoro e sfruttamento…), nella crisi ambientale (cambiamenti climatici, calamità naturali…), nella guerra in Ucraina, Palestina e Yemen che vede sempre più il nostro paese in prima fila.
A fronte di questa situazione si assiste ad una mobilitazione dispiegata dei lavoratori e delle masse popolari, che tocca sempre più ambiti: dagli scioperi (per la sicurezza sul posto di lavoro, contro le precettazioni, per salari dignitosi) ai cortei degli agricoltori, dalle proteste contro grandi opere inutili e la devastazione ambientale fino alle continue manifestazioni studentesche contro il genocidio palestinese…In particolare la lotta contro le guerre in corso è molto sentita dalle masse popolari, sia per una questione umanitaria che economica: negli ultimi anni chiunque si sia avvicendato al governo del Paese, dal PD a Fratelli d’Ialia, al di là dei comizi, al di là dei proclami, ha trovato generosissimi finanziamenti per inviare armi e per incentivare le produzioni belliche (vedi Leonardo) ma non li ha trovati per scuola, salari, pensioni e sanità, per la difesa dell’apparato produttivo e di aziende come la GKN dalle manovre di multinazionali e pescecani nostrani.
E’ sempre più chiaro a chiunque che la natura dei nostri problemi è politica, che le singole lotte devono legarsi a quella più generale, alla lotta per instaurare un nuovo tipo di governo: non è la buona fede del politico di turno né la finta faida tra partiti delle Larghe Intese (polo PD-FdI) che, al di là dei falsi battibecchi di facciata, si trovano d’accordo sulle questioni essenziali (tipo invio delle armi in Ucraina, missione Aspides, boicottaggio fattivo di vertenze proprio come GKN), hanno tutti contribuito allo smantellamento di scuola, sanità e apparato produttivo e ora arrancano per racimolare ancora briciole di consensi tra gli elettori.
Quindi, cosa fare? La risposta ci è stata data in passato dal Biennio Rosso, dalla Resistenza, dall’esperienza dei Consigli di Fabbrica degli anni ‘70 e, oggi, dal CdF GKN.
Gli ex operai Gkn sono ancora in piedi, da quasi tre anni, nonostante una serie sfiancante di attacchi da parte dell’azienda e di chi ne tutela gli interessi: come già successo nel settembre 2021, l’azienda dichiara i licenziamenti a partire dal 1 gennaio 2024 ma la mobilitazione del collettivo e dei solidali costringe il Tribunale del Lavoro a dichiararli illegittimi; fallita la strada dei licenziamenti diretti, l’azienda ci riprova con il mancato pagamento degli stipendi, le buonuscite con cifre da accattoni (regolarmente rifiutate), le minacce e i sabotaggi. La “proprietà” spera in un licenziamento volontario, lento e silenzioso, degli operai costretti alla fame che, però, resistono ancora e ad aprile hanno rilanciato il Festival della Letteratura della Working Class con rinnovato vigore, visto il sabotaggio della centralina elettrica. Il tutto a fronte di un padrone, Francesco Borgomeo, che sembra intoccabile da parte di giudici e tribunali, dai suoi amici di Confindustria, da istituzioni che sempre meno si capisce a cosa servono.
Insomma, in questi anni, nonostante tutti gli attacchi della proprietà gli operai hanno avuto la capacità di resistere e la forza di elaborare un progetto di reindustrializzazione completo e dettagliato a cui ha contribuito anche la rete di solidali con le conoscenze e competenze specifiche, fino ad arrivare a proporre leggi che impediscano le delocalizzazione (deformata nella Todde-Orlando che in pratica le calendarizza senza impedirle), leggi che promuovono consorzi pubblici e soprattutto di pubblica utilità: l’ultima proposta è facilmente “replicabile” per altri settori produttivi di utilità sociale.
La legge proposta dagli operai potrebbe salvare la loro fabbrica e centinaia di altre destinate a morte lenta in Toscana, in ottemperanza alla Costituzione e salvaguardando l’ambiente (il ricatto lavoro-ambiente esiste fintanto a gestire la società non sono i lavoratori!). Se la legge dovesse passare, darebbe una ulteriore spallata al governo Meloni e alle Larghe Intese e sarebbe da esempio per tutti i lavoratori, i cittadini, gli studenti: il CdF GKN ci ha dimostrato ancora una volta che sono le organizzazioni operaie e popolari che devono proporre soluzioni e imporle a istituzioni locali e nazionali. Una occasione di ulteriore irruzione sono le elezioni amministrative e le Europee, incalzando le liste contro le Larghe Intese e quella di Terra Pace e Dignità a prendere fin da ora una posizione, chiedendo alle RSU e ai lavoratori di sottoscrivere la proposta di legge e organizzarne presentazioni pubbliche e discussioni, come hanno già fatto la RSU della Regione Toscana e i sindacati di base della città.
Se vogliamo invertire i rapporti di forza, dobbiamo costruire un governo che sia emanazione degli interessi delle masse popolari, il CdF GKN in questi anni ha aperto una strada e ci ha mostrato come fare: solo i lavoratori, gli studenti, le masse popolari possono trovare soluzioni che difendano la dignità del lavoro nel rispetto dell’ambiente, che tutelino il diritto allo studio e alla salute, che applichino nel concreto le parti progressiste della Costituzione da sempre disattese, ci facciano avanzare verso il socialismo: il modello di società che ci serve con sempre maggiore urgenza per arrestare il declino economico, ambientale, sociale e politico in cui sempre più ci sprofonda la borghesia imperialista.
Riconquistiamo le piazze! Partecipiamo e invitiamo a partecipare al corteo del 18 maggio!
10,100,1000 Cdf GKN! Invertire i rapporti di forza e cacciare il governo Meloni, imporre un governo a misura delle masse popolari: il governo di blocco popolare!
Federazione Toscana del Partito dei Carc