Settimana della Nakba nelle università. Cosa sta succedendo?

Da settimane centinaia di studenti stanno occupando le principali università del paese e animando quella che è stata definita l’Intifada delle università. Una campagna di lotta lanciata dai Giovani Palestinesi per i giorni antecedenti e successivi al 15 maggio, giorno in cui si ricorda la Nakba. Giornata che questi giovani non hanno voluto ridurre a una ricorrenza e a un triste ricordo, ma trasformarla in una giornata di lotta e di riscossa degli studenti di tutto il mondo contro i sionisti, gli imperialisti Usa e tutta la corte di paesi e gruppi di interessi, a partire dai paesi Ue, che gli reggono la coda. E così è stato.

Quelle in corso, come preannunciato, sono giornate di lotta e mobilitazione in tutto il paese. Dagli accampamenti negli atenei di Trento, Bologna, Napoli, Palermo, Torino, Pisa, Venezia, Bergamo e di quattro atenei milanesi, Statale, Politecnico, Bicocca, Cosenza, Salerno e Accademia di Brera sono partite decine di piccole e grandi mobilitazioni, cortei e iniziative di lotta.

Tanti gli esempi al nord, al centro e a sud. A Torino è stato occupato Palazzo Nuovo e costretto il rettore a doversi interfacciare con gli studenti che ora pretendono un incontro pubblico. Anche a Brescia tende piantate davanti all’università. L’accampata è partita anche a Genova alla facoltà di Lettere, mentre a Parma gli studenti hanno occupato il chiostro di lettere. Gli studenti di Milano oltre a indire grandi manifestazioni ogni settimana stanno continuano a protestare nelle università dalla Statale, al Politecnico, a Bicocca e Accademia di Brera. Il 18 maggio ci sarà un’altra grande mobilitazione in città.

All’Università di Macerata il Collettivo Depangher ha interrotto l’incontro alla Facoltà di Scienze politiche che aveva come ospiti, tra gli altri, rappresentanti dell’Università israeliana Bar-Ilan, ateneo che quotidianamente dai suoi canali supporta il genocidio che si sta consumando in Palestina e i suoi artefici.

Il Coordinamento dei collettivi de La Sapienza a Roma, invece, dopo un ampio e partecipato corteo del 15 maggio, ha messo in campo una mobilitazione per impedire al presidente della Repubblica Sergio Mattarella di parlare all’Università. Lo hanno fatto dopo avergli inviato una lettera sul genocidio in corso a Gaza e l’invito a confrontarsi con gli studenti. Invito rifiutato. La mobilitazione è stata anche in questo caso ampia e combattiva e oltre ad aver impedito a Mattarella di parlare, ha costretto le forze dell’ordine a lasciare l’ateneo. Cacciati.

A Bari a Palazzo del Prete, Dipartimento di Scienze Politiche, si è tenuta un’assemblea con gli studenti in lotta negli Stati Uniti. A Reggio Calabria dopo un presidio di lotta gli studenti hanno avviato, il 15 maggio, l’accampata e indetto l’assemblea permanente. A Catania è stato convocato lo sciopero delle lezioni. A Potenza gli studenti hanno invece messo in piedi un presidio.

A Napoli va avanti la “Nakba week” con assemblee, lezioni autorganizzate sulla storia della Palestina, iniziative di lotta e manifestazioni. Il 15 maggio l’ampia mobilitazione ha visto anche cariche della polizia sugli studenti. Prossima tappa il corteo regionale ad Aversa (Caserta) del 18 maggio.

Da Milano a Napoli, passando per Roma il movimento di ribellione al genocidio in corso a Gaza prosegue e si estende. Anche le rivendicazioni sono le stesse da sette mesi e rappresentano una spina nel fianco per tutte le autorità costituite. Non solo rettori, ministri e governo ma anche il presidente della Repubblica.

Un movimento che nel bel mezzo della campagna elettorale per le europee sta smascherando il velo di ipocrisia dei partiti delle Larghe intese tutti schierati, al di là delle sceneggiate e delle balle che raccontano davanti alle telecamere, a favore di Israele e del genocidio che i sionisti stanno portando avanti senza sosta da mesi in Palestina.

Un’irruzione nel dibattito e nella lotta politica, quella degli studenti, che deve andare avanti e coordinarsi con il resto delle mobilitazioni in corso nel nostro paese. Che le prossime mobilitazioni del 18 maggio degli studenti siano partecipate da operai, proletari, disoccupati e tutto il resto del movimento di resistenza delle masse popolari! Un esempio? La mobilitazione di Firenze indetta per il 18 maggio a Firenze dal Collettivo di fabbrica (CdF) ex Gkn cui prenderanno parte gli studenti in lotta per la Palestina. Operai e studenti uniti nella lotta!

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