[Reggio Emilia] Organizziamo la sicurezza popolare che serve!

Invito all’Assemblea pubblica della Festa della Riscossa Popolare federale ai candidati delle liste REagire, Movimento per Reggio Emilia e Sinistra in Comune!

Al netto delle veline elettorali, la nostra città è in crisi. Dalla precarietà, alle condizioni di lavoro da far west, allo smantellamento della Sanità fino alla cementificazione, il tratto comune è che sono tutte questioni che attengono direttamente alla gestione e al governo del territorio e cioè a che interessi di classe si vuole e si deve rispondere. Serve invertire la rotta: a tal fine, nell’ambito della Festa della Riscossa Popolare federale (25-26.05), sabato 25 maggio ore 17:30 al Parco Matteotti, promuoviamo l’Assemblea pubblica “Organizziamo la sicurezza popolare che serve: sanità, cura del territorio, lavoro. Non abbiamo bisogno di ulteriori chiacchere e promesse, bensì di concretezza d’azione e scambio di esperienza: per questa ragione, interverranno lavoratori del territorio in materia di sicurezza sul lavoro; Lino Anelli, promotore di un coordinamento regionale in costruzione per la creazione degli sportelli contro le liste di attesa in Sanità con l’obiettivo di avviarli anche a Reggio Emilia; Marco Lenzoni, infermiere, delegato USB ed ex candidato sindaco di Massa per la lista Massa Insorge, per ragionare sul come una lista anti Larghe Intese interviene positivamente nella campagna elettorale e nella lotta per la Sanità pubblica. C’è ancora tempo prima della scadenza elettorale e c’è molto da fare e poter fare: pertanto, invitiamo pubblicamente i candidati delle liste REagire, Movimento per Reggio Emilia e Sinistra in Comune! a partecipare e ad intervenire.

Che cosa significa sicurezza popolare? Che fare?

Per comprendere i reali interessi che sottendono al dibattito elettorale, ai veri schieramenti in campo e per individuare le soluzioni che servono, il caso della sicurezza in zona stazione storica è paradigmatico. Innanzitutto, il degrado esiste. Esiste nei quartieri e nelle zone della città dove vivono, spesso nelle periferie, i lavoratori e le masse popolari, non certo i padroni e il loro entourage. Quindi, è principalmente una questione, reale e concreta, di classe e come tale va approcciata e trattata, onde evitare che sia materia, rincorrendoli, dei promotori della mobilitazione reazionaria delle masse. “Essere di sinistra” significa promuovere una sicurezza basata sul controllo popolare dei quartieri, sulla coesione sociale fondata nella realizzazione, imponendoli e facendo tutto ciò che serve perché legittimo anche se illegale, degli interessi di chi in quei quartieri vive e lavora.

Veniamo ai fatti: il degrado economico e sociale della zona di via Turri-piazzale Marconi è, al contempo, una realtà e una condizione cercata e alimentata dal PD. Una realtà perché la quotidianità dell’area è un susseguirsi di abbrutimento (alcool e droghe), disagio abitativo (edifici e appartamenti fatiscenti, senzatetto, sovraffollamento, sporcizia, bivacchi precari) e violenza (piccola delinquenza, risse, omicidi, accoltellamenti e bottigliate). Una condizione di cui è responsabile il PD perché la “riqualificazione” della zona rientra nella sua progettualità criminale di cementificare la città, speculando con palazzinari e fondazioni in combutta con IREN (quanto avvenuto in Liguria con la cricca del governatore Toti non è che una radiografia del sistema di governo delle Larghe Intese) ed espellendo i proletari da determinati quartieri – il vero contenuto della gentrificazione -come il “Progetto 902 / Abitare solidale” di via Paradisi. Stiamo cioè assistendo, con la carta carbone, a quanto avvenuto negli scorsi anni per l’area delle ex Officine Reggiane e, quindi, il degrado in zona stazione è funzionale agli interessi clientelari di cui è espressione il PD. Non possiamo aspettarci soluzioni dall’area del PD, né tanto meno dal resto dei partiti “dell’opposizione”. Prova ne è stata la discussione, morbosa quanto strumentale, della proposta di un presidio dell’Esercito: un mix di pura intossicazione e deriva securitaria e repressiva tipico delle Amministrazioni PD.

La strada da percorrere è la promozione di comitati popolari, come il Comitato Autonomo Mirabello, che organizzano sana aggregazione, protagonismo dal basso e si prendono politicamente, culturalmente e materialmente cura del proprio quartiere. In quest’orizzonte, tanti gli alleati potenziali e da conquistare: i centri sociali della nostra città devono e possono diventare soggetti attivi e promotori (come il circolo ARCI Fenulli e la sua Cucina popolare) della formazione di organismi popolari che lavorano e si adoperano per risolvere i problemi strutturali e contingenti dei propri quartieri.

Non solo, sicurezza significa promuovere l’organizzazione popolare contro lo smantellamento della Sanità, perché sicurezza è anche sapere che se ho bisogno di una visita non dovrò aspettare mesi. Sul tema, la recente occupazione simbolica degli ex Poliambulatori AUSL di Via Monte San Michele da parte di Sinistra in Comune! (SiC!) consente di sviluppare il dibattito politico cittadino. Il proposito e la forma di lotta di SiC! sono state giuste ma, stante l’accordo elettorale fatto col PD, perché l’azione non sia un mero fondotinta di sinistra sul volto marcio del PD (il partito che devasta Sanità e ambiente) è necessario ragionare, dentro e oltre la campagna elettorale, su cosa fare per riaprire in pianta stabile i Poliambulatori e come imporre la misura alla nuova Amministrazione. L’Assemblea pubblica del 25 maggio è un’occasione, pubblica e collettiva, per marciare in questa direzione, mettendo al centro gli interessi delle masse popolari e non quelli di bottega. E ancora, sicurezza significa mettere al centro la battaglia per il lavoro perché solo con esso si rendono i quartieri sicuri e si evita di non dover più perdere, ogni giorno, familiari e colleghi sull’altare del profitto dei padroni (omicidi, infortuni e malattie professionali sul lavoro sono in crescita costante). Solo un lavoro utile, dignitoso e sicuro per tutti può realizzare ciò e per farlo è necessario spingere sull’organizzazione e sul coordinamento dei lavoratori, dentro e fuori le aziende!

Ecco, chi vuole fare una campagna elettorale veramente votata agli interessi delle masse popolari deve, da subito, sostenere tutto quello che in città si muove in questa direzione. E deve farlo in modo unitario, mettendo da parte lo spirito di concorrenza alimentato dalle elezioni. Dopo la nostra decisione di revocare i nostri candidati da questa compagna elettorale, abbiamo continuato a promuovere e sostenere iniziative unitarie in città fra tutte quelle forze che si pongono come nettamente alternative al PD e alle sue politiche, dalla passeggiata antifascista per ripulire la città dalle croci celtiche e da altri simboli nazisti, allo spezzone unitario anti-sionista del 25 aprile. La Festa di Riscossa e le iniziative che ne verranno vogliono essere un ulteriore passo in questa stessa direzione.

Vi aspettiamo!

All’insicurezza di PD e padroni, rispondiamo con l’organizzazione e il coordinamento dal basso!

Serve un governo d’emergenza popolare: avanti nella nuova liberazione nazionale e locale dai complici e promotori della guerra interna contro le masse ed esterna a fianco degli imperialisti USA, dell’UE, della NATO e dei nazi-sionisti!

Rispondi

Iscriviti alla newsletter

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

I più letti

Articoli simili
Correlati

Il 29 novembre è sciopero generale! Partecipiamo compatti e costruiamolo insieme

Scarica il Pdf Dopo che Cgil e UIL hanno proclamato...

Sciopero nazionale del personale sanitario, adesioni all’85%

Verso lo sciopero generale del 29 novembre

Sull’esito delle elezioni in Liguria, Emilia Romagna e Umbria

Il Pd festeggia per la “vittoria” in Emilia Romagna...

4 novembre in piazza: appello del Calp di Genova

Unire le lotte e le mobilitazioni contro la guerra...