Centinaia di studenti in tutta Italia stanno occupando con tende da campeggio e sacchi a pelo le principali università del paese. Da Bologna a Napoli, passando per Roma il movimento di ribellione al genocidio in corso a Gaza prosegue e si estende. Anche le rivendicazioni sono le stesse da sette mesi: il supporto alla Resistenza palestinese, la risoluzione immediata di TUTTI gli accordi universitari con atenei e aziende sioniste e il boicottaggio totale del sistema accademico israeliano, la risoluzione dell’Accordo bilaterale di Cooperazione nel campo della Ricerca e dello Sviluppo Industriale, Scientifico e Tecnologico del 2000 tra Italia e Israele.
A lanciare quella che è stata definita “l’intifada degli studenti” sono stati i Giovani Palestinesi dai loro canali social in avvicinamento al 15 maggio, giorno in cui si ricorda la Nakba. Giornata che questi giovani non vogliono ridurre a una ricorrenza e a un triste ricordo, ma vogliono trasformare in una giornata di lotta e di riscossa degli studenti di tutto il mondo contro i sionisti, gli imperialisti Usa e tutta la corte di paesi e gruppi di interessi, a partire dai paesi Ue, che gli reggono la coda.
Le mobilitazioni indette in Italia non sono casi isolati, ma parte di un sommovimento in corso in tutto il mondo. La scintilla è scoccata nelle università Usa, dove proteste e occupazioni si sono sviluppate in oltre 60 campus. Oltre duemila sono stati gli arresti che non hanno minimamente placato questa lotta. Era dai tempi delle mobilitazioni contro la guerra in Vietnam che non si vedeva un movimento così ampio, combattivo e radicato.
Il 30 aprile la polizia ha posto fine all’occupazione e all’accampamento alla Columbia, con un blitz nella Hamilton Hall e 109 arresti. Altri 173 al City College di New York, 15 alla Fordham University, 200 all’Università della California a Los Angeles, 12 a Portland. Una sessantina di studenti sono stati arrestati nei campus di Greenwich Village di due università newyorchesi, 43 persone alla New School mentre altre 13 sono finite in manette alla New York University.
Altri atenei, come Brown University a Rhode Island, Northwestern University in Illinois e l’Università del Minnesota hanno invece strappato accordi di trasparenza sugli investimenti e la possibilità di argomentare con il consiglio di amministrazione per un disinvestimento da Israele.
Gli accampamenti, le proteste e le occupazioni contro la guerra negli Usa sono diventati un problema di ordine pubblico e quindi una questione politica che sta facendo breccia nell’opinione pubblica americana fino a far tremare i palazzi del potere. Importanti settori della società civile (vedi la lettera degli avvocati alla Casa bianca) sono sempre più spinti a fare pressioni sul governo Biden e le istituzioni Usa per dare ascolto alle rivendicazioni degli studenti e sospendere il sostegno che il proprio paese dà a Netanyahu e il governo terrorista dei sionisti in Israele.
In questi giorni la mobilitazione degli studenti sta dilagando: dagli Usa a molti paesi europei, dai paesi arabi a Cuba e al Venezuela.
Tutti gli studenti del nostro paese devono rispondere all’appello dei Giovani palestinesi a mobilitarsi in vista del 15 maggio. Le manifestazioni, le accampate e le occupazioni delle università devono moltiplicarsi e rendere il paese ingovernabile al governo Meloni fino a cacciarlo. Un obiettivo che unendosi alla classe operaie e al resto del movimento di resistenza del nostro paese – come fatto in occasione del 25 aprile e del 1° maggio – oltre che necessario diventerà possibile. Cacciare il governo Meloni e imporre un governo espressione delle masse popolari organizzate, che cambi radicalmente le politiche internazionali e la gestione delle relazioni diplomatiche del nostro paese rompendo la catena dei gruppi imperialisti Usa, Ue e sionisti, è la più alta forma di solidarietà e il più grande contributo che dall’Italia possiamo dare al popolo palestinese e a tutti gli altri popoli in lotta con l’imperialismo. Facciamolo!
L’intifada degli studenti è solo cominciata!
Avanti uniti, fino alla vittoria!
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Appello dei Giovani Palestinesi
L’INTIFADA DEGLI STUDENTI
DAGLI STATI UNITI ARRIVA IN ITALIA
QUEST’ANNO LA NAKBA NON SARÀ SOLO TRISTE RICORDO, MA GIORNATA DI LOTTA
Da novembre in Italia lə studentə stanno ininterrottamente manifestando nelle università per la Palestina. Assistiamo a una mobilitazione senza precedenti per la causa palestinese in Italia, con occupazioni e proteste che esigono con fermezza la cessazione degli accordi tra le università italiane e quelle israeliane, la fuoriuscita delle aziende belliche, in particolare la Leonardo, dagli atenei e dei militari dagli spazi accademici. Inoltre chiediamo la rottura di ogni collaborazione con ENI che, nel mezzo del genocidio palestinese, sigla accordi con Israele per l’esplorazione di giacimenti di gas nelle acque antistanti Gaza.
Negli ultimi mesi, la società italiana nel suo complesso, e lə studentə in particolare, si sono nettamente schieratə al fianco della resistenza palestinese e contro l’occupazione coloniale sionista. Nonostante ciò, i rettori e i senati accademici delle università, i ministeri e il governo stesso continuano ad opporsi alle nostre rivendicazioni, palesando una chiara presa di posizione ideologica e politica di complicità con Israele e le sue politiche coloniali e genocide in Palestina.
Nonostante ciò nelle ultime settimane abbiamo assistito a una vera e propria “intifada studentesca”, che si sta diffondendo globalmente, soprattutto negli Stati uniti, dove il livello del conflitto ha raggiunto una fase critica di rottura totale con l’establishment politico: questo è il momento perfetto per ottenere delle vittorie storiche che facciano avanzare la causa del popolo palestinese.
È giunto il momento di globalizzare la lotta studentesca per la Palestina e renderla un fenomeno di massa che coinvolga tutte le istituzioni accademiche dell’Occidente complici del genocidio. Unire gli sforzi è ora fondamentale per tutte le realtà solidali con la causa palestinese. Quello che viviamo è un momento critico storico per rinvigorire le nostre lotte comuni e per creare un fronte unito contro imperialismo e colonialismo. Lə nostrə compagnə negli Stati uniti, nonostante le violentissime repressioni, stanno continuando a resistere a testa alta. Noi non possiamo, e non dobbiamo essere da meno!
Il 15 maggio sarà il 76esimo anniversario della Nakba, ma quest’anno Israele non avrà motivo di festeggiare, poiché la fine del sistema coloniale è dietro l’angolo: dobbiamo infliggere il colpo finale al sionismo e ai paesi occidentali che lo sostengono e lo mantengono in vita! La mobilitazione studentesca deve fare un altro salto di qualità, contro il divieto di governi e rettori, contro ogni repressione, sull’esempio dellə nostrə compagnə negli Stati uniti. È ora il momento di scendere in campo e unire gli sforzi per portare un cambiamento che sia davvero reale e profondo nella nostra società.
Chiediamo a tutta la comunità accademica, a studentə, a professorə, a lavoratorə e a chiunque sostenga la nostra lotta di Liberazione, di convergere nelle università e accamparsi nei cortili finchè gli atenei non accetteranno una revoca totale di tutti gli accordi con le università israeliane, parte integrante del progetto coloniale sionista e risorsa fondametnale del sistema israeliano per l’attuazione della pulizia etnica in Palestina, di cui il genocidio a Gaza è solo l’ultimo e inquietante capitolo.
MOBILITIAMOCI TUTT3 PER CHIEDERE:
– L’arresto del genocidio, l’impedimento dell’invasione di Rafah e il supporto alla Resistenza palestinese;
– La risoluzione immediata di TUTTI gli accordi universitari con atenei e aziende ubicate in Israele e il boicottaggio totale del sistema accademico israeliano;
– La risoluzione dell’Accordo bilaterale di Cooperazione nel campo della Ricerca e dello Sviluppo Industriale, Scientifico e Tecnologico del 2000 tra Italia e Israele.
FUORI ISRAELE
FUORI LA NATO
FUORI I MILITARI
DALLE UNIVERSITÀ!